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Musicisti, cantanti, compositori, gruppi, interviste

Massimo Valentini

Una voce, un dono, una missione

intervistato da Giorgio Gandini

 

Massimo Valentini Pubblichiamo un'irrispettosa intervista a un grande interprete della musica liturgica, salmista, tenore del coro della Cappella Sistina con l'intento non di farlo conoscere (non ne ha bisogno ne gradisce l'ostentazione) ma per indicare come si può essere modesti, di come si possa prestare il fianco alla canzonatura con il sorriso dell'amicizia e di come si può indicare ai giovani una strada diversa ed appagante diversa dal solito pur essendo una "personalità" dalle eccezionali qualità canore.

 

Carissimo Valentini, come vuole una ferrea usanza imperante da alcuni anni nei mass media le pongo alcune domande per scoprire chi è lei nella vita e qual è la sua "missione" nella stessa usando come vede il "lei" nonostante la nostra amicizia, i nostri ottimi rapporti famigliari e il piacere, purtroppo non frequentissimo, di allegra convivialità.

Prima domanda, e non storca la bocca, anche se lei è una personalità nel suo settore, molti debbono avere il riscontro nome della persona, più professione svolta, più immagine fisica, solo unendo queste tre immagini possono esclamare: "ma certo che so chi è!". Dunque, bando alle ciance, nome, professione ed età, non osi farsi sconti su quest'ultimo argomento perché io so la risposta e non esiterei a divulgarla al mondo intero.

 

Il mio nome è Massimo Valentini, sono l'attuale Decano della Cappella Musicale Pontificia 'Sistina' e ho compiuto lo scorso 11 Dicembre 50 anni.

 

Facciamo una seconda domanda un po' più seria, dopo aver ascoltato con noia la sua prima risposta, dica il nome di sua moglie e delle sue figliole e cerchi di giustificare, anche se non può riuscirci, come fa ad essere così fortunato ad essere circondato da così belle persone.

 

Il nome di mia moglie è Marinella e Simona, Tatiana e Serena le mie tre figlie rispettivamente di 28, 26 e 19 anni.

I meriti di queste tre perle di figlie non sono certamente soltanto i miei, ma insieme a mia moglie le abbiamo cercate di educare nel miglior modo possibile, sforzandoci di essere noi per primi esempio per loro.

 

Terza domandina, badi bene sto rischiando di far addormentare gli sfortunati lettori di questa intervista. Come comincia la sua passione per la musica? E nello specifico, per il canto?

 

La passione per la musica e il canto iniziano, credo, con l'ascoltare mio nonno paterno eseguire con la massima naturalezza e fervore gli stornelli romani mentre era intento nell'arte del cucinare. Ho scomodato la parola 'arte' perché per taluni la preparazione dei piatti è veramente un rito colmo di attenzioni e frutto di grande esperienza. Inoltre mio padre era  appassionato di lirica e possedeva una notevole collezione di dischi e con il passar degli anni, di cassette di opere e romanze dei più noti interpreti del tempo. Ricordo con tenerezza e nostalgia quella musica ascoltata durante il viaggio di andata e ritorno diretti a San Benedetto del Tronto meta delle nostre vacanze estive.    

 

Quarto, scusi lo sbadiglio, d'altronde è così noioso questo argomento, la sua attuale attività e il suo ruolo musicale.

 

Sono costretto a ripetermi, ma lo faccio con una punta di orgoglio: sono Tenore I° del Coro della Cappella Musicale Pontificia 'Sistina' e attualmente ne sono divenuto il Decano che per i non addetti ai lavori, significa il più anziano nel ruolo e non necessariamente anagraficamente.

 

Quinto, le sue prospettive a breve e brevissimo tempo e tolga dalla bocca quel sorrisetto di sufficienza, se io sono stonato e la mia cultura musicale è l'unica al mondo che scende sotto lo zero assoluto è la riprova che stiamo parlando di argomenti senza importanza e valore e non che sono invidioso.

 

La domanda mi incuriosisce ma la risposta è abbastanza scontata e forse banale: spero di continuare la mia attuale professione con l'impegno e la costanza che oggi mi contraddistingue e mi auguro che lo strumento che il Signore mi ha voluto così  generosamente donare possa essere sempre messo a disposizione per dar lode e gloria all'Onnipotente. Per un Cristiano  il desiderio più grande deve essere il poter testimoniare l'amore per il Creatore in ogni attimo della propria esistenza e quindi anche e soprattutto nel lavoro quotidiano, dove le opportunità di rendersi utili e di donarsi al prossimo sono oserei dire enormi. Queste sono le prospettive a breve e brevissimo tempo per me.

 

Sesto, data la sua specializzazione e la sua cultura umana, religiosa e musicale cosa pensa dell'altra musica? Per altra intendo qualsiasi genere esista al mondo sotto questo termine.

 

Naturalmente il genere musicale che la mia professione predilige è la musica per le Celebrazioni Liturgiche e quindi un particolare risalto alla parola e al rito a cui si riferisce. Un mondo di suoni che abbraccia l'infinito mondo del Creato e la bellezza dell'uomo fatto ad immagine del suo Creatore, che esprime con la musica e con il canto la gioia e l'amore.

Tutta la musica, essendo opera dell'uomo, deve subire il fascino e la passione dell'interprete che dalla sua fantasia e creatività esprime con le note i concetti che altri demandano chi alla penna, chi al pennello, altri ancora alla scultura e alle arti in genere. Di tutti occorre avere il massimo rispetto e la massima attenzione per non cadere nelle facili valutazioni che molte volte sentenziano amaramente e banalizzano il lavoro altrui.    

 

Settimo e, finalmente per me ultimo punto prima di addormentarmi, dia un messaggio ai giovani, qualche consiglio, qualche indicazione. Se poi prima di andare mi può dare quell'invito per la sala Nervi... non è per me... si figuri... sa un amico del portiere di un lontano cugino di mia moglie, grazie, arrivederLa.

 

Tutti sconsigliano la strada della musica o del canto come prospettiva per un futuro, tuttavia sono dell'avviso che chi è portato a questo splendido universo sonoro, se ha le giuste motivazioni e la necessaria passione scoprirà nella musica quelle soddisfazioni che annulleranno ogni malessere e ogni delusione, dando maggior dinamismo alla propria tenacia.

Ogni traguardo che si raggiunge è una sfida che si vince non travolgendo gli altri con ogni sorta di mezzi, ma facendo emergere il proprio talento che è dentro ognuno di noi.

I grandi della musica che ancora oggi sono ascoltati e graditi, certamente  avranno avuto le loro difficoltà forse maggiori delle nostre, ma la loro creatività ha vinto ogni ostacolo e sono divenuti nostri fari e nostri punti di riferimento. Questi esempi ci guidino e ci aiutino nel giusto discernimento.