Il Papa e il Papato rubrica di CORRERENELVERDEONLINE

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cultura: rubrica dedicata ad associazioni, biblioteche, luoghi, personaggi e festività


 

 

CELESTINO V

Pietro da Morrone, il futuro papa Celestino V, fu un uomo di una religiosità particolare e, proprio per questa sua caratteristica, venne incoronato papa nel 1294. È l’unico papa di quelli del 1200 che verrà elevato agli onori degli altari.

Nato ad Isernia nel 1215, Pietro faceva parte di una famiglia povera, quindi non era destinato, secondo gli usi dell’epoca a fare una carriera fino ai livelli più alti della sfera sociale, privilegio ad appannaggio esclusivo dei nobili.

Appena diciassettenne, non trovandosi a suo agio nel suo territorio, il giovane Pietro entrò nell’ordine dei Benedettini. Ma anche all’interno dell’ordine monastico il ragazzo non trovò la vita ideale al suo essere, così decise di recarsi da eremita sul Monte Morrone, nei pressi di Sulmona. Per fare ciò dovette prima ottenere il beneplacito del Pontefice dell’ epoca. Gregorio IX, che regnava in quegli anni e che non trovò alcuna obiezione da fare a  quell’uomo.

Il suo ascetismo e la sua fede incrollabile portarono sicuramente la pace nell’animo del futuro pontefice, ma, dopo poco tempo Pietro non potè più tenersi lontani i numerosi discepoli che volevano condividere il suo modo di vivere. Decise quindi di dare una regola a tutti i suoi discepoli. Alla fine di questo percorso, con l’appoggio di Papa Urbano IV  fondò  una congregazione monastica, i “Fratelli dello Spirito Santo” che poi prenderà il nome di Celestini,  da nome del pontefice che li fondò.

Si trattava di una branca che partiva dagli insegnamenti di San Benedetto, infatti furono una branca dei benedettini, per poi osservare maggiormente la preghiera e l’ascetismo. Questo ordine verrà soppresso nel 1807 da Napoleone Bonaparte.

Da Ministro generale di un nuovo ordine Pietro si impegnò molto nella costruzione di edifici ecclesiastici nei territori abruzzesi.

Importante fu l’edificazione di quella che diverrà in futuro la Basilica di Collemaggio.

Nel 1293 Pietro convocò il capitolo generale annunciando di voler abbandonare la guida dell’ordine per ritirarsi definitivamente in solitudine sul Monte Morrone. Purtroppo l’anziano asceta non si immaginava che la sua vita gli nascondesse ancora molte sorprese.

Infatti l’elezione a Papa del da Morrone avvenne nel 1294, un anno dopo.

La sede papale era ormai vacante da due anni, da quando cioè, dopo la morte di Nicolò IV i vari cardinali riuniti non riuscivano a trovare il nome su cui fare convergere la maggioranza dei voti.

Su pressione di Carlo II di Angiò, re di Napoli, si decise di puntare su un sant’uomo come Pietro, una persona dal carattere schivo e remissivo, secondo loro facile da manipolare.

L’elezione del nuovo pontefice avvenne all’interno della Basilica da lui voluta, quella di Collemaggio.

Al momento della sua incoronazione, avvenuta il 28 agosto, Papa Celestino V istituì il rito della Perdonanza. È una usanza che a Collemaggio dura ancora oggi: chiunque si rechi nella Basilica tra il 28 e 29 agosto, facendo penitenza, otterrà la remissione dei peccati fino a quel momento commessi.

Ma per questo personaggio la corte papale dello Stato della Chiesa della fine del 1200 non era una località sopportabile. Fu così che dopo solo 5 mesi di pontificato, su pressione anche del cardinal Caetani, il suo futuro successore, Celestino V rinunciò al soglio pontificio.

C’è una cosa da sottolineare di questo breve pontificato: tra le poche cose che riuscì a fare Celestino V c’è la promulgazione delle regole per l’elezione del pontefice che sono arrivate quasi immutate ai giorni nostri. Si tratta dell’opportunità di elezione per acclamazione oppure in seguito al voto favorevole dei due terzi dei cardinali aventi diritto di voto nel Conclave.

Il Caetani, una volta divenuto papa con il nome di Bonifacio VIII, decise di confinare il suo predecessore  nel castello di Fumone. Lo stress e gli strapazzi degli ultimi tempi, insieme alla sua prigionia, furono fatali all’anziano eremita, che morì poco dopo, nel 1296.

Celestino V venne poi canonizzato da papa Clemente V.

Nella prima metà del 1300 il corpo di Celestino con le sue reliquie vennero poste all’interno della Basilica di Collemaggio.

Dante Alighieri, nella sua Divina Commedia, definisce Celestino come “colui che fece per viltate il gran rifiuto.”

Dopo il terribile terremoto che colpì l’Aquila il 6 aprile 2009, la Basilica di Collemaggio subì dei crolli e dei danni, ma la teca in cui riposano i resti di Celestino V rimase intatta.

Con grande devozione il Papa in carica nel 2009, Benedetto XVI, il 28 aprile arrivò nella Basilica per pregare davanti  alla teca dove riposa il Santo.

Benedetto XVI, in segno di deferenza ha lasciato sulla teca il Pallio che gli venne posto al momento della sua elezione a Pontefice.

 

 

 

 

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