Musei in Italia rubrica di  CORRERENELVERDEONLINE



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MUSEI ITALIANI


 

 

Un museo etnografico nella casa che fu della famiglia Nobili

La Casa-Museo della Gente di Lozio

Testimonianza e ricordo della vita dei nostri nonni

 

Il 6 luglio 2003, giorno della festa patronale dei SS. Pietro e  Paolo è stata inaugurata a Villa di Lozio – piccolo paese della media Valle Camonica (BS) - la nuova sede della Pro Loco, ospitata nell’ex Casa Nobili, un tempo edificio di proprietà della famiglia Nobili divenuta famosa in epoca medioevale col suo castello arroccato sopra Villa (una leggenda racconta anche di un cunicolo che avrebbe collegato la casa col castello stesso).

 

Nell’edificio è stato allestito un museo etnografico. Alcuni volontari – in testa a tutti l’infaticabile Massa Giovanna – hanno provveduto a raccogliere nelle quattro frazioni di Lozio indumenti, strumenti di lavoro, suppellettili, oggetti vari… testimonianze di quella che era la vita di un tempo, di quella civiltà montana e contadina della quale noi siamo figli al tempo stesso vicini ma anche lontani. Il tutto sistemato in modo da ricostruire una casa come quelle di una volta, con una simile successione di vani – da qui la dicitura “Casa-museo della Gente di Lozio”; l’obiettivo e la speranza sono che in tal modo dalla visita possa risultare con maggiore forza l’impressione di essersi immersi nella vita del nostri avi, conoscendone in maniera più chiara e organica i diversi aspetti, da quelli più domestici a quelli lavorativi.

 

La casa-museo è organizzata su quattro piani che hanno conservato gran parte delle caratteristiche architettoniche di una volta, tanto nei materiali (legno e pietra) quanto nella presenza di alcune strutture particolari (le volte in pietra, i solai e pavimenti in legno).

 

Al piano terra  si trovano la stalla e la cucina. Nella cucina, dove è ricostruito un camino sul quale è appeso il parol (paiolo), c’è un vecchio esemplare mobile da cucina, una credenza formata dalla spicina - la parte superiore con antelli in vetro - e dalla farinera - la parte inferiore con i grandi cassetti con apertura a ribalta che venivano riempiti di farina (quando la farina si comprava a sacchi da 20 chili non in sacchetti da un chilo). Sui muri sono poi appesi strumenti e stoviglie varie utilizzati in cucina.

La stalla è invece sormontata dalla volta in pietra, all’interno della quale in un angolo di apre l’apertura (bus del fé) che dal fienile posto al piano superiore consentiva un agevole rifornimento di fieno per gli animali. All’angolo opposto della stanza presto verrà ricostruito anche il cosiddetto balarol, un impalcato in legno con le panche, l’angolo della stalla dove una volta si passavano le serate; qui ci si riscaldava col calore delle bestie e si raccontavano ai più piccoli le bote, storie e aneddoti che spesso riguardavano apparizioni di morti, streghe e altri argomenti spaventevoli, il corrispondente - probabilmente ancor più impressionante - dei film dell’orrore che al giorno d’oggi possiamo guardare in televisione.

 

Al primo piano ci sono altri tre locali. Vi sono ricostruite due camere: una matrimoniale con un letto a due materassi sovrapposti (quello sotto in crine – sostituto del vecchio cassone di scarfoi, le foglie di mais – sopra quello in lana), la culla, il pitale (bocal), un cassettone da camera e, appesi alle pareti, quadri contenenti numerosi preziosi pizzi e ricami, risalenti anche al secolo scorso, restaurati da Massa Giovanna;  l’altra camera è invece col letto singolo, un comodino con la sua candela, tendine in pizzo alle finestre e un cassettone pieno di biancheria che trabocca dai cassetti. Tra le due stanze da letto un piccolo locale è invece interamente occupato da vetrine che contengono e proteggono abiti (anche un vestito da sposa – per noi curiosamente scuro – d’inizio secolo), biancheria intima, accessori d’abbigliamento femminili e indumenti vari.

 

Al secondo piano si trovano il fienile (fenil) con rastrelli, forche, tridenti e i diversi tipi di gerle per il trasporto di fieno e patus (pattume di foglie che veniva raccolto nel sottobosco e che veniva utilizzato per il “letto” delle mucche); l’era - lo spazio di passaggio tra esterno e interno posto dopo il portone d’ingresso che da sul retro - dove si trovano un carro col düf (giogo), l’aradel (aratro) e gli attrezzi per fare la legna. In uno spazio rialzato ci sono poi vari altri oggetti domestici: ferri da stiro, macchina da cucire, un soi (il grande recipiente di legno nel quale si lavavano i panni), cappello e mantello da pastore, pennello e rasoio da barba, ecc..

 

Nel sottotetto il solaio, un unico grande ambiente nel quale si trovano vari oggetti da militare tra i quali una portantina per feriti risalente alla prima guerra mondiale, l’angolo della scuola con un piccolo banco e una grande lavagna, l’angolo del marengù (falegname) e del minor (minatore) con i loro attrezzi, uno smielatore, tre diversi tipi di carriola, il vecchio sportello (stile quasi western) della banca e, appesi ai travi, esempi dei prodotti che dava la terra: granoturco, orzo, segale, frumento, ecc.

 

Nella casa-museo tanti sono i particolari che ci ricordano la vita degli anni passati, piccoli dettagli che aiutano ad immaginare come si svolgevano le giornate per la gente di Lozio, soprattutto le giornate delle donne di Lozio. Il cuore di questa casa-museo infatti vuol essere anzitutto il ricordo, il ringraziamento a tutte quelle donne che nel silenzio delle loro case, con l’umile lavoro delle loro mani, sono state l’anima delle famiglie e un punto di riferimento per tutte le generazioni passate della nostra valle. E sotto questo punto di vista il museo assurge allora a perenne testimonianza della vita, dei valori, di quella sensibilità familiare principalmente femminile che una concezione distante e distratta tende a considerare ovvia quotidianità e a relegare quindi nella dimenticanza.

 

La stanza d’ingresso al primo piano – che lungo tutta l’estate ha ospitato una mostra realizzata con le fotografie del calendario “Sapori antichi in Valle di Lozio” – verrà presto adibita a biblioteca (e più avanti magari anche a internet point). Visto che in questa avventura siamo all’inizio e partiamo praticamente da zero i contributi e le donazioni di libri da parte di privati o enti saranno molto graditi.

 

Michele Pizio

 

 

ORARI INVERNALI APERTURA CASA-MUSEO

Domenica e giorni feriali dalle ore 14:00 alle ore 19:00. Ingresso gratuito.

Per visite di gruppo al di fuori di questi orari contattare Giovanna (0364 494142) o Michele (335 315676).

 

Per informazioni:

Pro Loco Valle di Lozio

Contrada dei Nobili, 28 – 25040 Villa di LOZIO (BS)

tel. 335 315 676

prolocovalledilozio@libero.it

www.scalve.it/lozio

 
 

 

 

 

 

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