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Osservatorio Astronomico di Capodimonte (NA)

Salita Moiariello, 16 - 80131 - Napoli

tel. +39.081.5575111 fax +39.081.456710

LA SPECOLA DI NAPOLI

Grazie al giovane sovrano Carlo di Borbone il 1735 è una data fondamentale per la Specola di Napoli, infatti, in questo anno inizia un periodo di grande sviluppo della scienza astronomica per il Meridione d’Italia.

E’ da questa data che è inserita nel programma di studi superiori, la cattedra d’Astronomia e Nautica, collegamento che metteva in risalto l’osservazione del cielo e la pratica dell’orientamento in mare.

Il primo titolare della Cattedra fu il matematico Pietro De Martino, che non potendo disporre di una Specola dovette attenersi ad un insegnamento prettamente teorico e Napoli, pur avendo Specole private o gestite da ordini religiosi, non avere un Osservatorio astronomico era una lacuna grave per l’aspirazione di divenire città europea.

In questa situazione Pietro De Martino volle incontrare il ministro della marina, lord Acton, grande appassionato di astronomia, cui parlò della sua idea. Lord Acton si impegnò a patrocinare personalmente la causa per la costruzione di una Specola.

I lavori iniziarono ma non finirono. La bella meridiana con listello d’ottone intarsiata tra disegni di marmo che raffigurano i segni zodiacali è ancora oggi visibile nel salone al primo piano del Museo Archeologico Nazionale.

Cambiato il disegno politico e con l’arrivo di Giuseppe Bonaparte sul trono di Napoli, Giuseppe Cassella astronomo e studioso e l’abate Giuseppe Toaldo chiesero ancora una volta la costruzione di un Osservatorio. Il re accordò al Cassella il Monastero di San Gaudioso come sede dell’istituenda Specola.

L’astronomo Giuseppe Cassella morì prematuramente e con lui la possibilità di portare a termine i lavori intrapresi.

Gioacchino Murat succeduto a Giuseppe Bonaparte, volle nel 1809 la fondazione dell’Osservatorio Astronomico.

Con l’istituzione dell’Osservatorio si decise di scegliere quale direttore dell’Osservatorio un giovane astronomo da formare all’estero, la scelta cadde su Federico Zuccari, insegnante di matematica e geografia nel collegio militare, il quale fu mandato a perfezionarsi presso la Specola di Brera sotto la guida dell’astronomo Barnaba Oriani.

Federico Zuccari scelse quale sede dell’Osservatorio la Collina di Miradois, altura vicina alla Reggia Borbonica di Capodimonte. Lo stesso Zuccari ideò l’edificio. I lavori iniziarono nel 1812 e terminarono, tra molte vicissitudini, soltanto nel 1819.

Primo direttore dell’Osservatorio fu Carlo Brioschi che rimase in carica fino al 1833. Durante il suo incarico gli astronomi Ernesto Capocci e Antonio Nobile compirono la prima misurazione delle distanze meridiane di 11 stelle e del sole e fecero le prime osservazioni meteorologiche.

A Brioschi successe il nipote Federico Zuccari, mentre Ernesto Capocci per le sue osservazioni di comete, fu riconosciuto a livello internazionale e nel 1827 fu incaricato da padre Inghirami di partecipare alla compilazione della grande carta celeste. Uomo dai molteplici interessi, Ernesto Capocci fu anche letterato e intellettuale, impegnato politicamente contro i Borboni, e per questo motivo, nel 1850, fu costretto a rinunciare all’incarico per poi riprenderlo nel 1860 e mantenerlo fino al giorno della sua morte nel 1864.

Direttore dal 1864 al 1889 fu Annibale De Gasparis che diresse la Specola in anni difficili, con pochi fondi a disposizione e con strumenti ormai obsoleti.

L’Osservatorio di Capodimonte, tra molte difficoltà, s’inserì in un circuito di lavoro internazionale grazie all’intuizione di Arminio Nobile a cui si devono le prime ipotesi sull’esistenza del moto del Polo e a cui dedicò una relazione dal titolo Determinazione novella della latitudine del Real Osservatorio di Capodimonte.

Solo nel 1912, ad opera del direttore Azeglio Bemporad, l’Osservatorio iniziò ad interessarsi di astrofisica. Ma si è all’inizio della prima guerra mondiale; questo periodo portò ad un arresto negli investimenti ed ad un progressivo invecchiamento delle strutture e ad un impoverimento di strumenti.

Da questa situazione di stallo la Specola di Capodimonte risorge e, a partire dagli anni ’70, è tra gli Istituti internazionali più attivi e importanti.