Astronomia e Siti Astronomici rubrica di  CORRERENELVERDEONLINE

 

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OSSERVATORIO ASTRONOMICO DI PALERMO GIUSEPPE SALVATORE VAIANA

Piazza del Parlamento 1, 90134 Palermo, ITALY

Tel: +39 091 233-111, Fax: +39 091 233-444 username@oapa.astropa.unipa.it

lat. +38° 06’ 43’’.67 – long. 0h 53m 25.48s est

La fondazione della Specola e Giuseppe Piazzi

Giuseppe Piazzi, (1746 – 1826) soggiornò per circa quaranta anni in Sicilia, dove divenne un astronomo di fama internazionale e dove si legò profondamente senza però dimenticare la nativa Valtellina dove vi ritornò per l’ultima volta nel 1789.

Ricordiamo Giuseppe Piazzi nella Storia dell'Astronomia perché legato a Cerere, il "pianeta", la cui esistenza era stata a lungo sospettata tra le orbite di Marte e Giove e che fu da lui scoperto nel 1801. Fu anche autore di due cataloghi di stelle, pubblicati nel 1803 e nel 1814, che gli valse, per entrambi, il premio annuale dell'Académie des Sciences di Parigi per il miglior lavoro di astronomia pubblicato in quegli anni, oltre alla stima della comunità astronomica internazionale.

Nel luglio del 1770 fu chiamato ad occupare la cattedra di matematica presso l'Università di Malta. Tre anni dopo si trasferì a Ravenna come prefetto degli studenti e lettore di filosofia e matematica presso il Collegio dei Nobili ove rimase fino al 1779. Dopo un breve soggiorno a Cremona ed a Roma, nel marzo del 1781 fu chiamato a Palermo come lettore di Matematica presso l'Accademia de' Regj Studi, e cinque anni dopo nominato direttore della cattedra di Astronomia. Fu poi nominato professore di Astronomia con l'incarico di recarsi per due anni a Parigi e a Londra per migliorarsi nella pratica delle osservazioni, prima di iniziare l'esercizio della sua cattedra.

Pur non essendo un astronomo, Piazzi fu la persona giusta per fare di Palermo uno dei centri di ricerca astronomica migliori di Europa. Rientrato a Palermo individuò la Torre di S. Ninfa del Palazzo Reale quale sede ideale per l’Osservatorio perché solida e posta ad una elevazione ideale per l’Osservatorio ma soprattutto dava la possibilità di portare a termine i lavori di ristrutturazione in tempi brevi. Ottenne dal Re l’autorizzazione nel 1970. La pianta dell’Osservatorio era formata da due sale, una per il Cerchio e l’altra per lo Strumento dei Passaggi, collegate tra loro da una galleria per gli strumenti mobili.

L’Osservatorio era all’insegna dell’essenziale una caratteristica della personalità di Piazzi, infatti, quando nel 1817 dovette prendere in mano la costruzione della Specola di Capodimonte, egli cercò subito di razionalizzarne e semplificarne la pianta.

Si deve a Giuseppe Piazzi un interessante catalogo di stelle nel quale descrive le osservazioni "certe" perché ripetute diverse volte ed in giorni diversi. Da tale programma nacquero, tra le altre, le sue ricerche sui moti propri delle stelle fisse e sulla loro parallasse. In particolare, per quel che riguarda il problema della determinazione della parallasse, Piazzi riuscì, per primo, ad individuare ed indicare alla comunità astronomica l'oggetto giusto su cui concentrare le ricerche, cioè 61 Cygni. Questa stellina, animata da un moto proprio eccezionalmente elevato fu soprannominata stella volante, sarà la stella alla quale, dopo tre secoli di tentativi infruttuosi, con un magnifico eliometro di Fraunhofer di 16 cm di apertura, riuscirà, per la prima volta, nel 1838, a misurare la parallasse e quindi la distanza.

Purtroppo però Il lavoro astronomico di Piazzi ebbe due limiti, la vetustà degli strumenti di cui disponeva, ormai superati dai prodotti della nascente tecnologia tedesca, e l’età avanzata che non gli permise le osservazioni se non per un numero limitato di anni.

Piazzi, divenuto famosissimo in vita, riuscì a pubblicare praticamente tutte le sue ricerche ma non la sua Storia Celeste, cioè il "corpus" delle sue osservazioni originali, che saranno pubblicate postume negli Annali dell’Osservatorio di Vienna. Riuscì invece a portare a compimento il secondo Osservatorio del Regno delle Due Sicilie, quello di Capodimonte, ma purtroppo non riuscì in quello che sarebbe stato il suo più importante e duraturo successo e cioè a formare una "scuola". Dei suoi allievi, Diego Muzio, Francesco Rapisarda, Aloisio Martina, Giuseppe Pilati, Giuseppe Valguarnera, Francesco Buongiardina, solo l'ultimo perseguirà la carriera astronomica succedendo a Piazzi nella direzione dell'Osservatorio.