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PARCO DEI MONTI SIMBRUINI

Il parco dei monti Simbruini è un’area protetta degli Appennini, avente delle vette che raggiungono i duemila metri. La flora del parco è composta da estese faggete e ampie pianure carsiche. Il tutto corredato da delle ricche sorgenti di acqua. All’interno del territorio si incontrano dei piccoli centri abitati, i cosiddetti sette comuni del Parco (Jenne, Subiaco, Camerata Nuova, Cervara di Roma, Filettino, Trevi nel Lazio e Vallepietra.). Tutto il territorio del parco risulta essere ricco di testimonianze storico-artistiche a volte millenarie.

Il parco regionale dei monti Simbruini si estende per circa trentamila ettari, ed è racchiuso tra le Province di Roma e Frosinone. Con una simile superficie il territorio dei Simbruini risulta essere la più vasta area protetta del Lazio. 

Il nome Simbruini deriva dal latino sub imbribus, "sotto le piogge", ed è la testimonianza di come già fin dai tempi degli antichi romani la grande quantità d’acqua presente sul territorio veniva utilizzata come risorsa e fonte di benessere. Basti pensare che l'imperatore Nerone costruì una villa nei pressi di Subiaco, lungo il corso del fiume Aniene, con tre laghi artificiali. Altro particolare da non trascurare che durante l’epoca romana furono innalzati grandi acquedotti per sostentare l'Urbe (Anio Novus, Marcio e Claudio).

Ancora oggi le sorgenti presenti nel territorio del Parco forniscono dell’acqua potabile a Roma.

Questo territorio è divenuto il Parco Naturale Regionale dei Monti Simbruini grazie alla legge regionale n.8 del 29 Gennaio 1983.

La zona è caratterizzato dalla presenza di due corsi d'acqua: il fiume Aniene, che sgorga in una delle località più suggestivi del Parco, ovverosia a Fiumata, nel Comune di Filettino, e il torrente Simbrivio, che ha compare poco sopra all'abitato di Vallepietra, sotto il santuario della SS.Trinità.

Ai due fiumi fanno da contorno le montagne dei Simbruini: le vette del Monte Viglio (2156 m) e del Monte Tarino (1961 m), la cima del Monte Autore (1855 m) da cui si gode uno spettacolo particolarmente suggestivo e il Monte Cotento (2015 m) che domina l'abitato di Filettino. La catena montuosa è interrotta da varie pianure di origine carsica. Nel parco non è raro imbattersi in doline ed inghiottitoi che sono la prova tangibile del lavoro antichissimo dell'acqua sulla roccia. Come esempi possiamo ricordare la Grotta dell'Inferniglio, nel comune di Jenne, ed il Pozzo del Gelo a Camerata Nuova. Tra i piani carsici più intriganti sottolineamo quelli di Camposecco, Campaegli, Campo Buffone, Fondi e Ceraso.

Confermando i precedenti riferimenti sulle opere erette nell’epoca romana, possiamo affermare che il Parco può essere visitato anche come un “museo all’aria aperta”, ammirando le testimonianze delle epoche passate, in un excursus storico che attraversa tutta la storia della nostra nazione. Si può partire dalle mura "saracene" di Filettino, risalenti al IV - V secolo a.C., passando per l'antico abitato di Camerata, che fu distrutto da un incendio nel 1859 e di cui oggi possiamo ammirare i resti.

Possiamo poi percorrere per il centro storico di Jenne, con i resti del castello dove nacque papa Alessandro IV, o magari concentrarci sull'imponente Castello Caetani di Trevi nel Lazio, la cui superficie si estendeva su circa 800mq.

Indubbiamente i due centri di attrazione di maggior spessore sono sicuramente il Santuario della SS. Trinità a Vallepietra, uno dei pochi in Italia ad essa consacrati, destinazione di numerosi pellegrini, dove si venera l'immagine ritraente le persone identiche in atto di benedire, ed il centro abitato di Subiaco, dove la storia spicca irresistibilmente in ogni angolo: a partire dal Convento di San Francesco (1327) con il vicino ponte medievale (1356), proseguendo per l'arco trionfale (1787), la cattedrale di Sant'Andrea (1789) e tutta la tipica contrada che si snoda intorno alla Rocca dei Borgia, dove nacquero Cesare e Lucrezia Borgia.

Poco fuori Subiaco, arrampicandosi per la Valle Santa, ci si imbatte nei ruderi della Villa che l'imperatore Nerone si fece costruire vicino ai tre sbarramenti artificiali del fiume Aniene. Altra attrattiva poco fuori Subiaco sono i Monasteri di Santa Scolastica e di San Benedetto, che già da soli meriterebbero una visita per le ricchezze artistiche lì custodite e per l' ambiente di viva spiritualità che si respira in quei luoghi.

È necessario aprire un discorso a parte sul paese di Cervara di Roma, dove arte, cultura e natura, si sono fuse in una sintesi che non può non lasciare sensazioni e tracce nella mente incancellabili. Cervara è veramente un museo all'aperto, grazie alle sue molteplici sculture incise nella roccia. A contribuire a questo ambiente particolare ci sono le poesie che possono essere lette nel camminare lungo il labirinto di vicoli e scalinate che caratterizzano il piccolo centro.

Tornando alla natura dei luoghi del Parco, un discorso a parte merita la fauna lì presente: possiamo infatti trovare cinghiali e caprioli, grazie ai quali possono sopravvivere almeno due branchi di lupi.

La presenza dei lupi è un vero fiore all’occhiello per i monti Simbruini, per comprender il perché basta solo ricordare che in Italia di questi canidi selvaggi sopravvivono solo seicento esemplari.

Altro animale presente tra i monti ed a rischio estinzione è l'orso marsicano, animale del quale si contano in tutto meno di 50 esemplari.

Il Parco, per favorire le popolazioni di queste due specie di grandi carnivori,

 ha iniziato ora un programma di reintroduzione dei cervi.

Sugli alberi dei Simbruini nidificano circa 105 specie di uccelli,  tra le quali dodici sono di rapaci.

Il territorio dei Simbruini, tra l’altro, ospita uno dei pochi nidi di aquila dell'Italia centrale. Un altro volatile ospite del parco ed anche rarissimo è la coturnice che frequenta le cime montane.

Nei fontanili e nelle zone umide si trovano anfibi particolari, tra cui  la salamandrina degli occhiali che risulta essere  un vero e proprio endemismo dell'Italia Centrale.

All’interno del parco è in via di ultimazione la creazione di un Centro Studi internazionale sulla Biodiversità, per il quale l'Ente Parco sta preparando un Piano di Gestione da far partire in tempi brevi. Oltretutto è stato appena completato un Centro di recupero della fauna selvatica che sarà a disposizione di tutto il Centro Italia.

Un ingente impegno preso dai responsabili del parco è il cercare di affrontare in maniera nuova due annosi problemi: il bracconaggio e i danni da fauna selvatica, causata in maniera particolare da cinghiali.

 

 

 

 

 

 

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