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PARCO NAZIONALE DELLA VAL GRANDE

Costituito nel 1992, il Parco Nazionale della Val Grande ha una superficie di 14.598 ettari; situato nelle Alpi Lepontine a pochi chilometri dal lago Maggiore nell’entroterra piemontese, il Parco comprende una serie di valli alpine (Val d’Ossola, Val Vigezzo, Val Cannobina, ...) valli selvagge, caratterizzate da scoscesi anfiteatri montuosi, imponenti contrafforti, pareti di roccia a strapiombo, alpeggi deserti, sentieri invasi da foltissima vegetazione, rocce affioranti, acque copiose in cascate e torrenti spumeggianti o confluenti in gole ed orridi profondi.

Parte di questo territorio era già dal 1966 riconosciuto come Riserva Naturale Integrale della Val Grande con lo scopo di proteggere, tutelare e salvaguardare un territorio italiano così importante ed esclusivo.

Con la costituzione del Parco, la superficie da tutelare e salvaguardare si è ingrandita senza perdere le caratteristiche originarie che hanno caratterizzato questo vasto territorio misterioso ed impervio, legato ad antiche leggende nate tra gli abitanti per contendersi i magri pascoli o le carbonaie ricavate da enormi cataste di legna prelevate dai boschi montani.

L’aspetto della Val Grande riserva scenari grandiosi: le nere pareti di rocce metamorfiche del Monte Pedum, del Monte Proman, dei Corni di Nibbio, ecc.. compresa la vista del Monte Rosa.

Il Parco contiene uno dei più bei, selvaggi ed inaccessibili luoghi alpini italiani dove le escursioni in questo ambiente così disabitato ed impervio non sono agevoli, sia per la mancanza quasi totale di attrezzature di rifugio e sia per la difficoltà e la gravità dei sentieri il più delle volte nascosti dalla vegetazione.

Il bosco è immenso e foltissimo, composto in prevalenza di latifoglie (con presenza di piante anche secolari) come faggio, castagno, betulla, nocciolo, agrifoglio, ...

Sulle pendici più idonee si affermano, invece, le conifere con abete rosso, abete bianco, larice e tasso, soprattutto la varietà "Tassus baccatus", molto rara allo stato spontaneo in quanto richiede condizioni di umidità elevata.

Nelle quote più alte il bosco è sostituito da arbusti, quali rododendro, mirtillo e dalla prateria alpina in cui fioriscono tulipani alpini (Tulipa australis), aquilegia alpina, arnica, genziana (Gentiana lutea), campanule (Campanula excisa), eriofori,

Nelle forre (profonde gole a pareti verticali, assai avvicinate, tra le quali scorre un corso d’acqua): tassi, ontani, tigli, aceri, felci, muschi...

Numerose specie della fauna alpina si rifugiano in questa vera oasi naturale: camoscio, capriolo, in misura minore il cervo, volpe, tasso, lepre, martora, faina, scoiattolo, ghiro, donnola, riccio,

L’avifauna è rappresentata dall’aquila reale, dal falco pellegrino, dal gufo reale, dal merlo acquaiolo, dalla pernice bianca, dal fagiano, dal gallo forcello e da numerosi passeracei.

Per l’abbondanza, la qualità e la purezza delle acque torrentizie è presente la trota fario (Salmo trutta fario).

Tra gli anfratti e le pietre è facilmente riscontrabile la vipera.

 

 

 

 

 

 

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