Artisti: Pittori, Scultori, Attori, Fotografi, Poeti, Scrittori, Musicisti rubrica di CORRERENELVERDEONLINE

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Sunday Jack Akpan

Obong Ekong, 2001, scultura in cemento armato dipinto, h 167 cm di SUNDAY JACK AKPAN“Scultore naturale nigeriano, in grado di eseguire effigi, statue, lapidi di ogni genere, terraglie e stoviglie, pietre tombali di marmo, decorazioni di mobili e arredi di case, disegni e oggetti d’arte in generale”, così recita il biglietto da visita di Akpan. Simile all’artigiano medievale, capace allo stesso modo di decorare cattedrali o di plasmare umili oggetti, come notava Marco Meneguzzo su Artforum nel 2002, Akpan realizza gruppi scultorei di capi tribali, sciamani, dignitari e notabili, la cui cifra stilistica è il naturalismo. Non solo il volto, ma anche le vesti e gli ornamenti vengono riprodotti nei dettagli lussureggianti dei colori vivaci.

Akpan adotta il cemento, materiale versatile e poco costoso, sottraendolo al suo impiego usuale di materiale da costruzione per conferirgli valore artistico. Ne emerge un catalogo ampio e variegato della società nigeriana contemporanea, in cui si muovono, scrive Martina Corgnati, “autorevoli personaggi o signori dei mondi intermedi, presentificati sembra agevolmente grazie alle pratiche Voudou”.

Obong Anwan, 2001, scultura in cemento armato dipinto, h 168 cm di SUNDAY JACK AKPANSunday Jack Akpan nasce in Nigeria nel 1940. Vive e lavora a Uyo nell’Akwa Ibom State. Dopo un primo apprendistato come muratore, in seguito a una visione, decide di diventare scultore. Inizia a realizzare sculture funerarie su commissione, plasmandole sulla sabbia e rifinendole in cemento, che poi dipinge a tinte vivaci. I suoi temi principali sono i capi tribali della sua comunità e i personaggi della borghesia nigeriana che si mettono in posa per una scultura di prestigio.

Dopo una mostra a Stoccarda nel 1988, viene scoperto da Jean-Hubert Martin che lo invita alla grande esposizione Magiciens de la Terre (1989) al Centre Pompidou di Parigi. Il museo parigino acquista un gruppo di sculture. Il Museo di Washington, Tokyo e Lione acquistano altre sue opere in cemento dipinto. Nel 1996 espone alla Haus der Kulturen der Welt di Berlino.

Harald Szeemann lo invita alla Biennale di Venezia del 2001 dove è presente nella Platea dell’Umanità.

 

fonte: Ufficio stampa Galleria Ca’ di Fra