Artisti: Pittori, Scultori, Attori, Fotografi, Poeti, Scrittori, Musicisti rubrica di CORRERENELVERDEONLINE

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Aldo Mondino

Sei Giotto ?, 1963, tecnica mista su carta riportato su faesite, 60 x 50 cmAldo Mondino nasce a Torino nel 1938. Nel 1959 si trasferisce a Parigi, dove frequenta i corsi di William Heyter all’Atelier 17. Allievo dell’Ecole du Louvre, studia mosaico con Severini e Licata all’Accademia. Determinanti le frequentazioni con Tancredi, Matta, Lam, Jouffroy, Lebel. Espone per la prima volta nel 1960 a Parigi alla Galerie Bellechasse; al rientro in Italia nel 1961, grazie ad Antonio Carena, realizza la prima personale presso la Galleria L’Immagine. Nel 1962, dopo una mostra curata da Enrico Crispolti a Venezia, incontra Gian Enzo Sperone, direttore della galleria Il Punto, presso cui espone nel 1963 le Tavole Anatomiche.

Nel 1964 realizza quadri a pannelli quadrettati, con tecnica mista su faesite, che hanno come soggetto l’immagine di un’opera di Casorati: una madre col bambino in braccio. Lo stesso soggetto si ripete su t-shirt, zerbini, tende. Seguono i lavori di esplicito richiamo al mondo infantile, che ripropongono gli album da disegno, composti da pannelli quadrettati e divisi in due parti: l’Aeroplano, Il serpente, Il portiere. Nella serie Il pittore, ogni quadretto è corredato da una scatola di pastelli, affinché il visitatore sia indotto a completarlo.

Nel 1965 con l’esposizione presso la Galleria Stein di Torino, propone la serie dei Palloncini (“operano in senso contrario e trascinano degli elementi del quadro verso l’alto”), quindi le Bilance (“una macchia di colore, una pennellata sensibile modificano con il loro “peso” una stabilità astratto-geometrica”) e Le cadute (“bilance dove il colore sembra scivolare sul quadro”).

Alla fine degli anni sessanta inizia ad utilizzare scritte e parole, adottando materiali inusuali e gli oggetti più diversi: zucchero, caramelle, lampadine, pesci veri con sangue (Ittiodromo).

Nel 1970 nasce la serie dei King: partendo da un manichino che sente somigliante a se stesso, Mondino lo ritrae, disponendolo in posizioni diverse corrispondenti a ciascuna ora del giorno, come su un quadrante di un orologio.

Nel 1972 torna a Parigi, dove si trasferisce stabilmente dalla fine del 1973 fino al 1980. In questo periodo realizza i Falsi collages, omaggio a Gris, Braque e Picasso. “I Collages sono falsi, sono quadrati di colore dipinti sulla tela, ma fintamente incollati da tubate di colore abbastanza sensibili”.

Nel 1976 viene invitato alla Biennale di Venezia; nel 1977 al Musée d’Art Moderne di Parigi nell’ambito della mostra Mythologies quotidiennes.

Del periodo parigino, la serie dedicata alla Tour Eiffel, primo simbolo di quella civiltà di cui Mondino voleva annunciare la fine. Si tratta di opere realizzate in prevalenza con la tecnica dell’incisione.

Nei primi anni ottanta due mostre allo Studio De Ambrogi di Milano con le serie Applausi (1981) e Angeli (1983).

Iniziano i viaggi: Marocco, Palestina, Turchia, India, Spagna, Kenya. E’ la scoperta del mondo arabo, dei sultani, dei dervisci, dei toreri, dei danzatori nordafricani, dei musicisti della confraternita Gnawa

Suggestioni ed esperienze che si ritrovano nel ciclo dei Tappeti stesi (1987), tappeti dipinti sovrapposti su eraclite, e nelle serie dei Sultani (1990) e dei Dervisci (presentati alla Biennale di Venezia del 1993, curata da Achille Bonito Oliva).

Negli anni novanta si intensificano le esposizioni: Graz (Austria Künstlerhaus, Neue Galerie am Landesmuseum Joanneum, 1991), Torino (Iznik, Galleria Franz Paludetto, 1991; Artissima, Galleria Bagnai, 1996), Vienna (Museum für moderne Kunst Palais, 1991), Parigi (Galerie Cremniter Laffanour, 1991; FIAC, Galleria Bagnai, 1996), Londra (Leighton House Museum, 1992), Madrid (ARCO, Galleria Franz Paludetto, 1994), Bologna (Museo Ebraico, 1999), Milano (The Byzantine World, Galleria 1000eventi, 1999), Ravenna (Aldologica, Loggetta Lombardesca, 2004).

Numerose le partecipazioni a collettive, fra cui a Milano al PAC (Il cangiante, 1986; Verso l’arte povera, 1989), a Palazzo Reale (1995) e al Palazzo della Triennale (1996); a Roma alla Quadriennale del 1986 e del 1992, e al Palazzo delle Esposizioni (Tutte le strade portano a Roma?, 1993); a Torino alla Fondazione Palazzo Bricherasio (Luci del Mediterraneo, 1997).

Muore ad Altavilla Monferrato (Al) il 10 marzo 2005.

 

fonte: Ufficio stampa Paola Bisi