Cinema: Casting, recitazione, attori e attrici, case di produzione, registi rubrica di CORRERENELVERDEONLINE

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CINEMA E PSICOLOGIA

I riferimenti psicologici ormai si trovano un po’ ovunque, ed il cinema certo non fa differenza! Perché andiamo al cinema? Cosa cerchiamo in esso? Cosa ci spinge ad assistere alla visione di una vita che non è la nostra?

Le motivazioni sono molte e i fattori altrettanti, per esempio quello sociale, infatti il cinema è un luogo d’incontro, un luogo dove poter rapportarsi con gli altri. Può essere uno spunto di conversazione, uno scambio di opinioni. L’andare al cinema inoltre comporta il soddisfacimento di un desiderio: vedere una storia d’amore, un’avventura che si conclude bene, una storia che tratta degli ufo sono un modo di esorcizzare la paura e fornire la speranza che in realtà l’amore vero esiste, che un’avventura non si conclude sempre in una tragedia, che in realtà non siamo soli nell’ universo o che semplicemente il bene alla fine trionfa sempre! E’ un modo per darci sicurezza e allontanare, anche se per qualche ora, i fantasmi della nostra vita.

Tra cinema ed individuo si instaura un dialogo che porta lo spettatore ad "entrare" nella pellicola identificandosi nei personaggi, innescando così dei "transferts".

Lo spettatore cerca di trovare nei film situazioni ed emozioni che poi potrà portare "sulla scena" della sua vita così da arricchire e definire la propria identità e il proprio status sociale. Sicuramente l’ utilizzo di tecniche avanzate e la creazione di immagini sempre più spettacolari, l’aiuto dell’ acustica che grazie al Dolby Surround fa sì che coloro che assistono allo spettacolo siano catapultati all’ interno della storia e che vengano aiutati ad avere un maggiore coinvolgimento.

Il cinema assume anche una valenza morale poiché porta colui che guarda a riflettere su temi sociali ed etici che poi rispecchiano problemi che si trovano all’ interno della nostra società.

È interessante ritrovare nei personaggi creati dal cinema un aspetto della struttura della psiche concepita da C. G. Jung (1875-1961), uno dei più grandi pionieri della psichiatria dinamica. L’aspetto in questione è "l’ombra" che è definita da Jung come la somma di tutte quella caratteristiche che il soggetto vuole nascondere sia a se stesso che agli altri, solo che così facendo, cioè tentando di nasconderla, non fa altro che aumentare la sua forza. Nel momento in cui l’ ombra diviene più potente, liberandosi dal giogo della vera personalità commette azioni malvagie senza che questa se ne accorga. Esempi di questo tipo li ritroviamo in molti personaggi cinematografici come Il Dottor Jeckill e Mr. Hide o portando un esempio ancor più recente tratto da Il Signore degli Anelli, il personaggio di Gollum dove la sua vera personalità (Smeagol) viene sopraffatta con prepotenza dall’ombra (Gollum).

Così come le arti permettono di percepire e di venire a contatto direttamente con l’anima, il cinema raggiunge lo stesso obiettivo: narrando eventi immaginati o prendendo spunto dalle realtà. Il cinema si trova ad avere numerose sfaccettature e permette all’individuo di vivere infinite vite, ed è come avere in mano un caleidoscopio e guardare attraverso questo la realtà sempre in modo diverso e da punti di vista differenti.

Tatiana Valentini
 

 

 

 

 

 

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