Cinema: Casting, recitazione, attori e attrici, case di produzione, registi rubrica di CORRERENELVERDEONLINE

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Film Commedia

La commedia è un genere cinematografico il cui scopo, solitamente, è quello di estrapolare buoni sentimenti e allegria dalla vicenda che si sta raccontando giungendo ad un felice epilogo (il famoso "happy end").

Però un finale positivo non è una costante poiché le commedie con toni drammatici il più delle volte sfociano in conclusioni dolenti per il protagonista.

La commedia non va confusa con le pellicole comiche, realizzate unicamente per indurre il pubblico alla risata.

Le origini della commedia sono riconducibili alla gloriosa stirpe dei greci; lo stile della commedia fu utilizzato dal commediografo Aristofane per denigrare in maniera ironica la presuntuosa e snob società di Atene del IV secolo a.C.; a questo genere il filosofo Aristotele scrisse un testo dedicato alla poetica che purtroppo non fu mai ritrovato.

La commedia si diffuse anche tra la civiltà romana, il teatro del periodo rinascimentale e di quello elisabettiano con autori come Ben Johnson e Shakespeare.

L'industria del cinema della commedia, fin dai tempi delle pellicole mute, divenne uno dei generi cinematografici più amati nella patria della celluloide ovvero Hollywood.

Dalla commedia del cinema muto si dipanano diversi sottogeneri ed uno di questi è la “commedia di rimatrimonio” che si contrapponeva ai molti casi di divorzio che si verificarono intorno al primo decennio del novecento; tali pellicole di solito si basavano sulla stessa sceneggiatura che raccontava le vicende di una coppia che dopo essersi lasciati e aver frequentato altre persone si rendono conto che il loro amore è tale da spingerli a rimettersi insieme.

Due esempi di questa tipologia di film furono “Don't change your husband” (1918) e “Why change your wife” (1919) diretti ambedue da Cecil B. DeMille con Gloria Swanson e appartenenti al cinema muto in bianco e nero.

Con l'avvento del Codice Hays, che tra le sue linee limitative incorporava il divieto di trattare la tematica dell'adulterio, si decise di riporre in secondo piano il tema del rimatrimonio a favore di pellicole ricche di battute molto più frizzanti ed effervescenti.

Ebbe origine la sophisticated comedy (commedia sofisticata) animata da figure che componevano il ceto altoborghese e che affrontavano tematiche di una certa importanza come il dibattito tra le classi; ne è un esempio “Accadde una notte” di Frank Capra del 1934.

Tale sottogenere della commedia visse il suo periodo di maggior sviluppo intorno agli anni '30 grazie al regista Ernst Lubitsch che utilizzò il sarcasmo e i differenti e fulminei cambi di opinioni (ne è un esempio il cambio di inquadratura che mostrava in una stessa persona stati di onestà in un momento e di tradimento in un altro) per rappresentare i suoi film.

Altri suoi film furono “Il ventaglio di Lady Windermere” (muto, 1925), “Mancia competente” (1932), “Partita a quattro” (1933), Ninotchka (1939); il suo maggior successo è stato sicuramente “Vogliamo vivere” (1942) per molti ritenuto anche superiore a “Il grande dittatore” (1940) di Charlie Chaplin in cui la caricatura di Adolf Hitler è resa in maniera ottimale.

Frank Capra e la casa di produzione della Columbia portarono la sophisticated comedy a livelli eccelsi nel 1934 caratterizzando le sue pellicole con una rinnovata fiducia, influenzate anche dal piano di riforme del “New Deal”; le trame del cinema di Capra convergono quasi tutte in uno scontato finale lieto e pieno di felicità per i protagonisti che sembra essere stato architettato dal regista per compensare una vita reale fatta di sofferenza e dolore.

Il tanto sognato e agognato happy ending viene raggiunto quasi per volere divino, senza una spiegazione razionale dopo un'intera trama all'insegna del catastrofismo assoluto che sembra avvolgere tutta la vicenda narrata.

Per apprendere in modo più chiaro l'andazzo delle sceneggiature su cui si reggevano le sue pellicole basti pensare al film “Mr Smith va a Washington” (1939) in cui lo sterile ostruzionismo rappresentato dal protagonista nei confronti di una elitè di politici corrotti si indirizza in un finale che premia l'eroe con la redenzione e la confessione del capo dei “cattivi”.

Frank Capra quindi mette a disposizione dello spettatore due possibili interpretazioni del film: la propria esistenza come una vita armoniosa e gioiosa molto onirica oppure una linea più simile alla realtà anche se triste e malinconica.

Altro regista molto influente del genere delle commedie fu Howard Hawks definito il “maestro invisibile” per via del suo modo di fare cinema che rasentava livelli eccelsi, conferendo una dimensione cristallina ai suoi lavori in cui si distinguevano solo il pragmatismo e i personaggi della trama che si muovevano in un mondo frenetico che non ammetteva momenti di pausa.

La commedia con Hawks si orientò verso una relazione costante tra caos e ordine dove quest'ultimo rappresentava il sinonimo di esistenza calcolata e già programmata ma allo stesso tempo monotona e staticamente priva di emozioni forti.

Tra le suo opere si ricordano “Susanna!” (1938), “La signora del venerdì” (1940) e “Gli uomini preferiscono le bionde” (1953).

Il regista austriaco Billy Wilder fu il diretto successore di Ernst Lubitsch; nei suoi film egli sottolineò le sfaccettature di delusione e malinconia della commedia addolcendole con nera ironia ed elementi vagamente appartenenti agli studi di Freud sulla psicoanalisi.

Insieme a talentuosi sceneggiatori hollywoodiani come I. A. L. Diamond (pseudonimo di Iţec Domnici) e Charles Brackett realizzò atroci prese in giro ai danni della società europea e americana incarnate in pellicole come “Scandalo internazionale” (1948), “Quando la moglie è in vacanza” (1955), “A qualcuno piace caldo” (1959), “Sabrina” (1954), “Arianna” (1957), “Irma la dolce” (1963).

Molte commedie moderne si presentano con una struttura semplice incentrata sulla presenza di uno o più attori conosciuti con la finalità di strappare qualche risata al pubblico mentre altri intrecciano settori come il sociale e la politica; pellicole di questo tipo sono “L'uomo dell'anno” (2006) e “Sesso & Potere” (1997).

Anche l'Italia subì l'influenza della commedia generando la così detta “commedia all'italiana”, famosa in tutto il mondo, intorno agli anni cinquanta; lo stile italiano si evolse e si perfezionò nei successivi decenni del sessanta e del settanta fino a giungere ai nostri giorni.

Il regista Pietro Germi col il suo “Divorzio all'italiana” (1961) diede l'idea per il termine “commedia all'italiana”.

Il periodo del “Neorealismo” ebbe un'influenza notevole sul cinema della commedia all'italiana degli anni cinquanta fatto di pellicole pregne di intelligenza e ironia immerse in una realtà borghese ed equilibrate da una buona dose di sarcasmo.

La commedia all'italiana dell'epoca poneva le sue fondamenta su un filone descrittivo farcito di comicità e spensieratezza ma che non discostava il suo occhio da una visione reale atta a rappresentare il ciclo evolutivo che stava mutando la quotidianità italiana.

Il boom economico della penisola italiana rivoluzionò molti aspetti e campi della cultura e della società come la fede, il potere, l'emancipazione, l'economia, il lavoro, il matrimonio e la famiglia.

Più avanti con gli anni la commedia all'italiana, in alcuni casi, ammorbidì i toni comici in favore di tonalità più mature e serie tendenti ad un genere commedia-drammatico come nei casi di “Detenuto in attesa di giudizio” (1971) di Nanni Loy o “Un borghese piccolo piccolo” (1977) di Mario Monicelli.

La commedia all'italiana riscosse molto successo anche grazie al lavoro recitativo di ottimi e convincenti attori che con le loro performance seppero impersonare pregi e difetti dell'italiano di quel tempo; a volte il ruolo richiedeva la ricerca di una propria libertà e il mostrare il degrado culturale che caratterizzava in maniera simpatica molta gente di quel periodo.

Tutto questo fu possibile anche grazie alla collaborazione di esperti registi, scenografi e sceneggiatori, che attingendo nella società italiana in continua evoluzione e stratificata in diversi aspetti tra loro controversi, seppero ricavare molti spunti con cui ornare e arricchire le proprie produzioni.

I più grandi attori delle commedie italiane sono stati indiscutibilmente Nino Manfredi, Ugo Tognazzi, Monica Vitti Alberto Sordi, Vittorio Gassman, Aroldo Tieri, Gastone Moschin, Marcello Mastroianni, Carla Gravina, Sofia Loren, Lando Buzzanca, Walter Chiari, Vittorio De Sica, Adolfo Celi, Aldo Giuffré, Claudia Cardinale, Gino Cervi, Carlo Giuffré, Raimondo Vianello, Stefania Sandrelli, Franca Valeri, Michele Placido, Carlo Pisacane (conosciuto come Capannelle), Laura Antonelli, Mariangela Melato, Giancarlo Giannini, Ave Ninchi, Tiberio Murgia, Stefano Satta Flores, Gigi Proietti, Renato Salvatori, Tina Pica, Marisa Merlini, Memmo Carotenuto, Gianni Agus, Mario Carotenuto, Leopoldo Trieste, Raffaele Pisu, Carlo Delle Piane e Giacomo Furia.

Attori drammatici come Gian Maria Volontè, Enrico Maria Salerno e Salvo Randone provarono a impersonare ruoli tipici delle commedie.

La commedia di casa nostra ha ospitato anche performance di attori stranieri come Catherine Spaak, Louis de Funès, Fernandel, Sylva Koscina, Bernard Blier, Mario Adorf, Philippe Noiret, Senta Berger, Jean-Louis Trintignant, Claudine Auger, Ann-Margret e Dustin Hoffman.

I registi che resero popolare la commedia all'italiana furono Nanni Loy, Pietro Germi, Camillo Mastrocinque, Mario Monicelli, Luigi Comencini, Antonio Pietrangeli, Luciano Salce, Lina Wertmuller, Steno, Ettore Scola, Sergio Corbucci, Vittorio De Sica, Dino Risi, Luigi Magni e Luigi Zampa mentre tra gli sceneggiatori ricordiamo Age e Scarpelli, Suso Cecchi D'Amico, Rodolfo Sonego, Steno.

Tra le pellicole che ben delineano la realtà del costume e delle tradizioni dell'Italia di quel tempo sicuramente un ruolo importante rivestono “I mostri” (1963) di Dino Risi (in questo film ci sono Gassman e Tognazzi che all'interno della pellicola impersonano diversi personaggi alquanto bizzarri), “Il medico della mutua” (1968) di Luigi Zampa e “Il prof. dott. Guido Tersilli primario della clinica Villa Celeste convenzionata con le mutue” (1969) di Luigi Salce (seguito del medico della mutua e qui Sordi offre una delle migliori recitazioni) e “I soliti ignoti” (1958) di Mario Monicelli (qui Vittorio Gassman è spalleggiato da Totò, Mastroianni e da altri validi comprimari).

Proprio la pellicola de “I soliti ignoti” è considerata, per molti fattori (ambiente, caratterizzazione dei personaggi e argomenti trattati), la commedia all'italiana per eccellenza.

Tra i grandi interpreti della commedia nostrana vanno sicuramente ricordati Aldo Fabrizi e Totò (quest'ultimo insieme al grande attore partenopeo Peppino De Filippo costituì il duo “Totò e Peppino”); anche separatamente i due attori furono delle “guest star” di determinati film: “Le tentazioni del dottor Antonio” di Federico Fellini (episodio della pellicola “Boccaccio '70” del 1962) ospitò Peppino De Filippo mentre “I soliti ignoti” videro come mattatore ospite il grande Totò.

Maggior parte dei prodotti della commedia all'italiana avevano come location gli studi di Cinecittà e precedentemente era Roma il luogo dove si girava per la realizzazione delle pellicole; la maggioranza degli attori erano di origine capitolina ma c'erano alcune eccezioni ovvero attori d'adozione come Ugo Tognazzi originario di Cremona, Nino Manfredi e Marcello Mastroianni entrambi della Ciociaria e il genovese Gassman.

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In quel periodo la gente dello spettacolo, di un certo spessore, era tutta concentrata a Roma, soprattutto nei caffè di Via Veneto dove si alternavano un'infinità di artisti pubblicizzati dagli impavidi fotografi (o paparazzi) che si recavano a frotte nella capitale, per “rubare” qualche scatto esclusivo che contribuiva a rendere maestose e sfarzose le caldi notti romane.

Se Roma era stata eletta come capitale della bella vita di personaggi famosi degli anni cinquanta, per non squilibrare il rapporto lavoro-divertimento, di conseguenza Milano non riuscì a ritagliarsi uno spazio tutto suo nell'universo della mondanità ma seppe rivestire il ruolo di centro economico di raccordo per il mondo del lavoro e degli affari; però la rivalsa della città milanese non tardò e negli anni sessanta divenne un centro importante dove poter incontrare attori e persone dello spettacolo.

Alcuni attori rappresentarono in modo molto realistico personaggi legati dialetticamente e tradizionalmente ad una determinata città; ne è un esempio Alberto Sordi che nella maggior parte delle sue opere (più di 140 pellicole) vestì i panni di svariate e pittoresche figure radicate ai costumi e alle abitudini della capitale romana.

L'ambientazione romana fu utilizzata con frequenza, ma la finalità della commedia di casa nostra era rappresentare la realtà italiana con i suoi pregi e suoi difetti (sopratutto questi ultimi) con gli strumenti dell'ironia e della satira e molte storie raccontate nelle pellicole di questo genere si svolsero in altre città italiane.

Basti ricordare film come “Pasqualino Settebellezze” (1975) di Lina Wertmuller con Giancarlo Giannini e “Operazione San Gennaro” (1966) di Dino Risi con Nino Manfredi e Totò ambientati a Napoli, “Amici miei” (1975) di Mario Monicelli con Ugo Tognazzi, Gastone Moschin e Philippe Noiret, “Il vedovo” (1959) di Dino Risi con Alberto Sordi e Franca Valeri e “Romanzo popolare” (1974) di Mario Monicelli con Ugo Tognazzi, Ornella Muti e Michele Placido ambientati a Milano.

Non solo i grandi nuclei cittadini italiani furono utilizzati come cornice per le commedie ma anche le piccole provincie come nel caso di “Il commissario Pepe” (1969) di Ettore Scola con Ugo Tognazzi, “ Signore & signori” (1966) di Pietro Germi con Virna Lisi e Gastone Moschin che si svolgono nel Veneto, “Divorzio all'italiana” (1961) di Pietro Germi con Stefania Sandrelli e Marcello Mastroianni ambientato in Sicilia, “Alfredo, Alfredo” (1972) di Pietro Germi con Dustin Hoffman e Stefania Sandrelli ambientato ad Ascoli e “Straziami, ma di baci saziami” (1968) di Dino Risi con Nino Manfredi e Ugo Tognazzi ambientato nelle Marche.

A partire dalla metà degli anni sessanta gli attori italiani delle commedie incrociarono la loro carriera con il resto del mondo, sconfinando i limiti della nostra penisola e ponendo il prototipo dell'uomo italiano a confronto con le usanze straniere.

Alberto Sordi e Nino Manfredi, rispettivamente con “ Bello, onesto, emigrato Australia sposerebbe compaesana illibata” (1971) di Luigi Zampa ambientato in Australia e “Pane e cioccolata” (1973) di Franco Brusati ambientato in Svizzera, si cimentarono nel ruolo dell'emigrato italiano all'estero.

Altre pellicole incentrate sulle vicende di italiani fuori dai confini della nostra penisola sono “La ragazza con la pistola” (1968) di Mario Monicelli con Monica Vitti e Carlo Giuffré, “Riusciranno i nostri eroi a ritrovare l'amico misteriosamente scomparso in Africa?” (1968) di Ettore Scola con Nino Manfredi e Alberto Sordi , “Fumo di Londra” (1966) di Alberto Sordi con Alberto Sordi, “Un italiano in America” (1967) di Alberto Sordi con Vittorio De Sica e Alberto Sordi, “Anastasia mio fratello ovvero il presunto capo dell'Anonima Assassini” (1973) di Steno con Alberto Sordi.

Alcune commedie all'italiana furono inserite in contesti storici come il medioevo ne “L'armata Brancaleone” (1966) di Mario Monicelli con Catherine Spaak, Vittorio Gassman e “Brancaleone alle crociate” (1970) di Mario Monicelli con Vittorio Gassman, Adolfo Cieli e Stefania Sandrelli; la Roma papale del Risorgimento rappresentata “Nell'anno del Signore” (1969) con Claudia Cardinale e Nino Manfredi e “In nome del Papa re” (1977) con Nino Manfredi entrambi di Luigi Magni; il periodo fascista e la seconda guerra mondiale con le pellicole “Il federale” (1961) di Luigi Salce con Ugo Tognazzi, “Anni ruggenti” (1979) di Vittorio Sindoni, “C'eravamo tanto amati” (1974) di Ettore Scola con Vittorio Gassman, Nino Manfredi e Stefania Sandrelli, “I due marescialli” (1961) di Sergio Corbucci con Totò, Vittorio De Sica e Gianni Agus, “Tutti a casa” (1960) di Luigi Comencini con Alberto Sordi ed Eduardo De Filippo.

Il boom dell'industria italiana della commedia cinematografica visse momenti d'oro durante il periodo che andava dalla fine degli anni cinquanta fino alla metà degli anni settanta; sopratutto nella seconda metà degli anni settanta, le vette degli incassi cinematografici furono toccate dalle commedie italiane e di altri paesi.

In ambito italiano il successo fu tale da spingere alcuni attori della nostra terra (Walter Chiari, Virna Lisi, Sofia Loren, Gina Lollobrigida e Vittoro Gassman) a cercare fortuna anche nel mercato cinematografico di Hollywood.

Questo genere di commedia fu molto apprezzato all'estero nonostante l'ostacolo che poteva rappresentare la matrice puramente italiana delle pellicole che mostrando usi, abitudini e costumi dialettali non sempre veniva interpretata in maniera limpida dagli estimatori stranieri.

Pellicole come “Il medico della mutua” (1968) di Luigi Zampa con Alberto Sordi, “Detenuto in attesa di giudizio” (1971) di Nanni Loy con Alberto Sordi e Lino Banfi ,”Divorzio all'italiana” (1961) di Pietro Germi con Marcello Mastroianni e Stefania Sandrelli trasmisero opinioni non molto rassicuranti sul nostro sistema sanitario, giuridico e burocratico agli spettatori stranieri.

L'industria di Hollywood affascinata dalle nostre commedie satiriche ma allo stesso tempo reali ed ironiche decise di prendere alcune nostre produzioni e realizzare dei remake; ne sono un esempio

“Once upon a Crime” (1992) di Eugene Levy con John Candy e James Belushi, remake di “Crimen” (1961) di Mario Camerini, con Vittorio Gassman, Alberto Sordi, Nino Manfredi, “Crackers” (1984) di Louis Malle con Sean Penn e Donald Sutherland e “Welcome to Collinwood” (2002) di Anthony e Joe Russo con George Clooney, Sam Rockwell ambedue rifacimenti de “I soliti ignoti”, “Travolti dal destino” (2002) di Guy Ritchie con Madonna, Adriano Giannini remake di “Travolti da un insolito destino nell'azzurro mare d'agosto” di Lina Wertmuller con Giancarlo Giannini e Mariangela Melato, “Scent of a Woman - Profumo di donna” (1992) con Al Pacino e Chris O'Donnell di Martin Brest, riadattamento di “Profumo di donna” (1974) di Dino Risi con Agostina Belli e Vittorio Gassman.

L'incedere degli anni portò come conseguenza la fine della carriera per molti talentuosi attori che per alcuni fu obbligata dalla loro morte ( Vittorio De Sica, Totò, Peppino De Filippo, Pietro Germi, Antonio Pietrangeli, Gino Cervi, Tina Pica, Camillo Mastrocinque).

A dettare il tramonto di una “oligarchia” di registi e attori che seppero rendere maestoso il cinema italiano furono anche i cambiamenti socio politici che investirono la repubblica italiana come un treno in corsa.

Il quadro politico sempre più teso e farcito da cruenti scontri durante gli anni settanta, dal terrorismo più acceso, dalla perdita di molti valori ritenuti un tempo inalienabili e da una situazione economica non più florida ma precaria, si rifletterono sul cinema nostrano spostando l'allegro sarcasmo e l'ironica satira di costume italiano verso una concezione più triste e degradata della propria esistenza sia presente che futura.

Monicelli con il suo “Amici miei” aveva iniziato la rivoluzione della commedia all'italiana che contemplava il finale come un lieto e felice traguardo posto alla fine del film; nella sua opera infatti il regista condisce le “bravate” dei protagonisti con un tocco di asprezza e penosità pur lasciando un lato comico scoperto.

Segni del cambiamento di rotta che stava subendo la commedia all'italiana da un portamento comico ad uno più serioso e drammatico furono presenti nelle pellicole come “Un borghese piccolo piccolo” e “La terrazza” (1980) di Ettore Scola con Vittorio Gassman, Marcello Mastroianni e Stefania Sandrelli; per molti critici quest'ultimo film rappresentò il ponte di passaggio tra la commedia più allegra del passato e quella nuova un po' più malinconica.

Quasi in concomitanza con questa inversione di stile, si sviluppò una concezione più farsesca e smaliziata che andò sotto il nome di “commedia sexy” intorno agli anni settanta in Sudamerica e in Italia e che si spense intorno al 1982; il sostegno nelle sale per queste pellicole fu molto caloroso e fu agevolato anche dalle molteplici emittenti televisive private.

I maggiori rappresentanti della commedia sexy furono Lando Buzzanca, Ennio Antonelli (in arte "Braciola"), Alvaro Vitali, Lino Banfi, Mario Carotenuto, Renzo Montagnani, Bombolo, Enzo Cannavale, Jimmy il fenomeno e Gianfranco D'Angelo.

Tali pellicole divennero dei veri e propri cult che ancora oggi sono apprezzati dagli adolescenti degli anni settanta che apprezzavano la visione di tali film soprattutto per le grazie delle avvenenti attrici messe generosamente in mostra.

La commedia sexy utilizzava diversi elementi per arricchire la fantasia delle trame; una di queste era l'ambientazione medioevale in cui la sacralità del periodo venne un po' sbeffeggiata dalle situazioni succinte che si venivano a creare all'interna della vicenda.

La connotazione storica comprendeva opere letterarie come il “Decamerone” di Giovanni Boccaccio che si trovava in sintonia con lo stile sexy di queste nuove commedie; quindi nacque un filone nuovo, denominato “decamerotico” o “boccaccesco”, che fruttò molti soldi all'industria del cinema italiano.

Film da menzionare sono: “Quel gran pezzo dell'Ubalda” (1972) di Mariano Laurenti e “Quando le donne si chiamavano Madonne” (1972) di Aldo Grimaldi.

Tali pellicole incrementarono il successo di Pippo Franco ed Edwige Fenech soprattutto quest'ultima non per le capacità recitative ma per le proprie forme, caratteristica essenziale per il filone delle commedie sexy.

Tale genere partorì anche moltissime attrici esteticamente bellissime che ricoprivano quei ruoli che alimentavano le fantasie erotiche degli uomini italiani di qualsiasi età.

Uno di questi ruoli fu la sexy poliziotta, incarnata dall'attrice Edwige Fenech nel film “La poliziotta fa carriera” (1976) di Michele Massimo Tarantini; il primo nudo integrale dell'attrice si ebbe nella pellicola “La pretora” (1976) di Lucio Fulci che scimmiottava la magistratura del nostro paese la quale puntava il dito sul senso del pudore.

Luogo molto ambito dalle commedie sexy è la caserma militare in cui le vicende si sviluppavano attorno alle figure dell'omosessuale e della sexy infermiera di turno.

Altri ruoli che segnarono l'immaginario collettivo del mondo maschile degli anni settanta furono quelli delle sexy insegnanti o sexy supplenti che scombussolavano gli ormoni maschili della scuola; le stesse avvenenti insegnanti erano prese di mira dall'insegnante bellimbusto di turno che falliva il suo obiettivo a favore dello studente di cui si innamorava la protagonista.

Film che mettono in risalto questa figura sono “La liceale” (1976) di Michele Massimo Tarantini con Gloria Guida (anch'ella diverrà un'icona del cinema sexy degli anni settanta), “L'insegnante” (1975) di Nando Cicero con Edwiche Fenech; altra attrice resa famosa da questo genere di film fu Nadia Cassini.

Altro attore principe del genere commedia sexy fu Alvaro Vitali che grazie al personaggio del discolo Pierino creò un personaggio amato e idolatrato dai più giovani; tale personaggio portò alla denominazione di “pierini” quelle pellicole incentrate sulla rappresentazione di barzellette classiche che ovviamente erano pregne di battute volgari.

Quasi tutti i film della saga di Pierino avevano questa struttura narrativa che raccontava le comiche avventure del ragazzotto dalla parlata romana che sfociavano sempre in parolacce; il tutto condito dalla presenza di belle ragazze che a volte mostravano le proprie grazie.

Un classico della regia di questi film divenne lo spiare dal buco della serratura la bella di turno che si denudava; ciò era una delle fantasie erotiche più desiderate dagli italiani.

Pierino seminò proseliti come Maurizio Esposito e Giorgio Ariani.

Altri attori che diedero il loro contributo alla commedia sexy furono Mario Carotenuto, Andrea Roncato, Ulisse Da Prato e Jerry Calà; in casi particolari recitarono in film sexy anche Enrico Montesano, Renato Pozzetto e Teo Teocoli.

Tra le attrici italiane che divennero icone sexy ci sono Laura Antonelli, Agostina Belli, Gloria Guida, Anna Maria Rizzoli, Carmen Russo, Jenny Tamburi, Lilli Carati, Moana Pozzi, Donatella Damiani, Femi Benussi, Carmen Villani, Michela Miti, Paola Senatore, Stefania Sandrelli, Serena Grandi, Lory Del Santo, Pamela Prati mentre tra le file straniere ci sono Janet Agren, Senta Berger, Barbara Bouchet, Nadia Cassini, Edwige Fenech, Dagmar Lassander, Marisa Mell eNieves Navarro.

Registi che fecero la fortuna della commedia sexy furono Pasquale Festa Campanile, Michele Massimo Tarantini, Nando Cicero, Fernando Di Leo, Lucio Fulci, Giovanni Grimaldi, Mariano Laurenti.

I film più famosi della commedia sexy furono :

“Il trapianto” (1970) di Steno

“Quando le donne avevano la coda” (1970) di Pasquale Festa Campanile

“Il prete sposato” (1970) di Marco Vicario

“Il merlo maschio” (1970) di Pasquale Festa Campanile

“Non commettere atti impuri” (1971) di Giulio Petroni

“Homo Eroticus” (1971) di Marco Vicario

“La prima notte del dottor Danieli, industriale col complesso del... giocattolo” (1971) di Giovanni Grimaldi

“Quando le donne persero la coda” (1971) di Pasquale Festa Campanile

“Il vichingo venuto dal sud” (1972) di Steno

“Mazzabubù... Quante corna stanno quaggiù?” (1972) di Mariano Laurenti

“Quel gran pezzo dell'Ubalda tutta nuda e tutta calda” (1972) di Mariano Laurenti

“Paolo il caldo” (1973) di Marco Vicario

“Giovannona Coscialunga disonorata con onore” (1973) di Sergio Martino

“Malizia” (1973) di Salvatore Samperi

“Nonostante le apparenze... e purché la nazione non lo sappia... All'onorevole piacciono le donne” (1973) di Lucio Fulci

“Bella, ricca, lieve difetto fisico, cerca anima gemella” (1973) di Nando Cicero

“Sessomatto” (1973) di Dino Risi

“La vedova inconsolabile ringrazia quanti la consolarono” (1974) di Mariano Laurenti

“La governante” (1974) di Giovanni Grimaldi

“La cugina” (1974) di Aldo Lado

“Peccato veniale” (1974) di Salvatore Samperi

“La signora gioca bene a scopa?” (19749 di Giuliano Carnimeo

“La sbandata” (1974) di Alfredo Malfatti

“La nipote” (1974) di Nello Rossati

“La professoressa” (1975) di lingue di Demofilo Fidani

“Il vizio di famiglia” (1975) di Mariano Laurenti

“Conviene far bene l'amore” (1975) di Pasquale Festa Campanile

“Stangata in famiglia” (1975) di Franco Nucci

“Cassiodoro il più duro del pretorio” (1975) di Oreste Coltellacci

“Il cav. Costante Nicosia demoniaco ovvero: Dracula in Brianza” (1975) di Lucio Fulci

“L'insegnante” (1975) di Nando Cicero

“La liceale” (1975) di Michele Massimo Tarantini

“Frankenstein all'italiana” (1975) di Armando Crispino

“L'infermiera” (1975) di Nello Rossati

“L'educanda” (1975) di Franco Lo Cascio

“Le seminariste” (1976) di Guido Leoni

“Classe mista” (1976) di Mariano Laurenti

“Frittata all'italiana” (1976) di Alfonso Brescia

“Cattivi pensieri” (1976) di Ugo Tognazzi

“40 gradi all'ombra del lenzuolo” (1976) di Sergio Martino

“Un toro da monta” (1976) di Roberto Mauri

“La prima notte di nozze” (1976) di Corrado Prisco

“Le impiegate stradali - Batton Story” (1976) di Mario Landi

“La portiera nuda” (1976) di Luigi Cozzi

“Il comune senso del pudore” di Alberto Sordi

“La pretora” (1976) di Lucio Fulci con Edwige Fenech, Giancarlo Dettori, Oreste Lionello, Raf Luca

“La professoressa di scienze naturali” (1976) di Michele Massimo Tarantini

“La dottoressa del distretto militare” (1976) di Nando Cicero

“La poliziotta fa carriera” (1976) di Michele Massimo Tarantini

“Voto di castità” (1976) di Joe D'Amato

“La vergine, il toro e il capricorno” (1977) di Luciano Martino

“Taxi Girl” (1977) di Michele Massimo Tarantini

“Messalina, Messalina!” (1977) di Bruno Corbucci

“La compagna di banco” (1977) di Mariano Laurenti, con Lilli Carati, Lino Banfi, Gianfranco D'Angelo e Alvaro Vitali

“La soldatessa alla visita militare” (1977) di Nando Cicero

“Spogliamoci così, senza pudor” (1977) di Sergio Martino

“Il vangelo secondo San Frediano” (1978) di Oscar Brazzi

“Avere vent'anni” (1978) di Fernando Di Leo, con Lilli Carati e Gloria Guida

“La liceale nella classe dei ripetenti” (1978) con gli stessi attori tranne Mario Carotenuto, sostituito da Gianfranco D'Angelo di Michele Massimo Tarantini

“Voglia di donna” (1978) di Franco Bottari

“L'insegnante va in collegio” (1978) di Michele Massimo Tarantini

“La soldatessa alle grandi manovre” (1978) di Nando Cicero

“Il corpo della ragassa” (1979) di Pasquale Festa Campanile, con Lilli Carati, Enrico Maria Salerno e Renzo Montagnani

“La patata bollente” (1979) di Steno, con Renato Pozzetto, Massimo Ranieri e Edwige Fenech

“Dove vai se il vizietto non ce l'hai?” (1979) di Marino Girolami (come Franco Martinelli)

“Scusi, lei è normale?” (1979) di Umberto Lenzi

“La poliziotta della squadra del buon costume” (1979) di Michele Massimo Tarantini

“L'infermiera di notte” (1979) di Mariano Laurenti, con Gloria Guida, Lino Banfi, Mario Carotenuto e Alvaro Vitali

“Lady Football” (1979) di Italo Martinenghi

“C'è un fantasma nel mio letto” (1980) di Claudio De Molinis

“La moglie in bianco... l'amante al pepe” (1980) di Michele Massimo Tarantini, con Lino Banfi, Nieves Navarro, Pamela Prati e Javier Vinas

“Zucchero, miele e peperoncino” (1980) di Sergio Martino, con Edwige Fenech, Lino Banfi, Pippo Franco e Renato Pozzetto

“Il marito in vacanza” (1980) di Alessandro Lucidi e Maurizio Lucidi, con Lilli Carati, Renzo Montagnani, Enzo Cannavale e Bombolo

“Pierino il fichissimo” (1981) di Alessandro Metz, con Adriana Russo, Alessandra Canale, Vincenzo Crocitti, Jimmy il Fenomeno

“Cornetti alla crema” (1981) di Sergio Martino

“Spaghetti a mezzanotte” (1981) di Sergio Martino

“Buona come il pane” (1982) di Riccardo Sesani

“Giovani, belle... probabilmente ricche” (1982) di Michele Massimo Tarantini, con Nadia Cassini, Carmen Russo, Alessandra Canale, Gianfranco D'Angelo

“Vieni avanti cretino” (1982) di Luciano Salce

“W la foca!” (1982) di Nando Cicero, con Lory Del Santo, Michela Miti, Alessandra Canale, Moana Pozzi, Bombolo, Franco Bracardi, Dagmar Lassander

“Biancaneve & Co.” (1982) di Mario Bianchi, con Michela Miti, Franco Bracardi, Gianfranco D'Angelo, Oreste Lionello, Gianni Magni, Enzo Garinei, Aldo Ralli, Tiberio Murgia, Martufello

La commedia all'italiana vera e propria (anche se non uguale a quella del passato ed infatti fu rinominata ”commedia italiana”) riacquistò la sua importanza dalla fine degli anni ottanta fino ai primi anni del 2000 grazie ad artisti come Roberto Benigni, Carlo Verdone, Massimo Troisi, Francesco Nuti, Paolo Virzì, Silvio Soldini, Leonardo Pieraccioni, Vincenzo Salemme, Giovanni Veronesi, Neri Parenti e tanti altri attori e registi.

La differenza tra la “commedia all'italiana” e la “commedia italiana” è radicata nello stile differente degli artisti di questi due movimenti cinematografici, influenzata anche dalle mutazioni socio politiche che investirono la nostra penisola; si può affermare che il termine “commedia all'italiana” indichi un periodo cinematografico caratteristico del nostro paese fino agli anni ottanta e non oltre.

Attori italiani degli anni cinquanta, sessanta e settanta:

Totò

Vittorio De Sica

Eduardo De Filippo

Alberto Sordi

Marcello Mastroianni

Vittorio Gassman

Nino Manfredi

Ugo Tognazzi

Aldo Fabrizi

Philippe Noiret

Jean-Louis Trintignant

Bernard Blier

Mario Adorf

Giancarlo Giannini

Gigi Proietti

Gastone Moschin

Gino Cervi

Walter Chiari

Paolo Villaggio

Franco Fabrizi

Aroldo Tieri

Aldo Giuffrè

Carlo Giuffrè

Michele Placido

Memmo Carotenuto

Mario Carotenuto

Raffaele Pisu

Tiberio Murgia

Leopoldo Trieste

Gianni Agus

Stefano Satta Flores

Renato Salvatori

Attori italiani della fine degli anni settanta ed inizio degli anni ottanta:

Diego Abatantuono

Carlo Verdone

Nanni Moretti

Massimo Troisi

Roberto Benigni

Attori italiani delle commedie sexy degli anni settanta:

Enrico Montesano

Lando Buzzanca

Bombolo

Renzo Montagnani

Lino Banfi

Renato Pozzetto

Alvaro Vitali

Attori italiani degli anni successivi agli anni ottanta:

Ennio Fantastichini

Francesco Nuti

Antonio Albanese

Sergio Rubini

Leonardo Pieraccioni

Vincenzo Salemme

Alessio Boni

Beppe Fiorello

Stefano Accorsi

Claudia Santamaria

Riccardo Scamarcio

Emilio Solfrizzi

Fabrizio Bentivoglio

Maurizio Mattioli

Attrici italiane dagli anni cinquanta agli anni ottanta:

Tina Pica

Ave Ninchi

Franca Valeri

Marisa Merlini

Gina Lollobrigida

Silvana Mangano

Monica Vitti

Lea Massari

Sylva Koscina

Rossana Podestà

Giovanna Ralli

Sophia Loren

Virna Lisi

Claudia Cardinale

Maria Grazia Buccella

Senta Berger

Carla Gravina

Laura Antonelli

Barbara Bouchet

Mariangela Melato

Delia Boccardo

Catherine Spaak

Stefania Sandrelli

Edwige Fenech

Agostina Belli

Ottavia Piccolo

Marisa Laurito

Dalila Di Lazzaro

Lina Sastri

Ornella Muti

Gloria Guida

Janet Agren

Attrici italiane degli anni successivi agli anni ottanta:

Laura Morante

Pamela Prati

Margherita Buy

Sabrina Ferilli

Monica Bellucci

Valeria Marini

Claudia Gerini

Anna Falchi

Giovanna Mezzogiorno

Valentina Cervi

Violante Placido

Manuela Arcuri

Laura Chiatti

Martina Stella

Romina Mondello

La commedia si intreccia anche con il genere drammatico dando vita alla “drammedia”ovvero una pellicola drammatica di base ma arricchita da momenti romantici e comici; per tale motivo si avvicina molto ad una commedia puramente sentimentale.

Film di questo tipo sono : “Voglia di tenerezza” (1983) di James L. Brooks con Shirley MacLain, Debra Winger, Jack Nicholson, Danny DeVito, “Parenti, amici e tanti guai” (1989) di Ron Howard con Steve Martin, “Train de vie” (1998) di Radu Mihaileanu con Lionel Abelanski, "The Weather Man - L'uomo delle previsioni" (2005) di Gore Verbinski con Nicolas Cage, Michael Caine, Caterina va in città” (2003) di Paolo Virzì con Sergio Castellitto, Margherita Buy, Claudio Amendola, Scoprendo Forrester (2000) di Gus Van Sant con Sean Connery.

Si può affermare che le prime tracce di questo genere si ebbero nelle tragicommedie greche dell'antichità; però la tragicommedia e la drammedia si distinguono per la consistenza del filo narrativo.

Infatti nella tragicommedia l'epilogo dei fatti raccontati culmina di solito con la morte del protagonista mentre la drammedia si caratterizza per il lieto fine che capovolge la situazione disperata, in ambito lavorativo e sociale, dello stesso.

Un'altra variante della commedia è la commedia romantica che si ottiene dalla fusione di una trama che tratta temi sentimentali con elementi comici che generano situazioni in cui regnano allontanamenti, perdoni, riappacificazioni, scambi di persona ed quivoci.

La struttura della commedia romantica era il punto di partenza per le nuove sceneggiature di cinema che trattavano temi d'amore; la maggior parte dei film di questo genere, per la particolarità di colpire il cuore delle donne, viene catalogata come “chick flick” ovvero pellicole condite totalmente da sentimenti, scene strappalacrime e bellimbusti, i così detti “manzi”.

In genere la commedia romantica prevedeva una trama incentrata sulla storia di due persone, un uomo e una donna in genere, che ci conoscono e si innamorano, ma per motivi di estrazione sociale, familiari o di altro genere la loro storia sembra non avere un futuro.

Quindi inizialmente si lasciano ma uno dei due innamorati sente che senza l'altra persona non può vivere e quindi, anche coprendosi di ridicolo, fa di tutto e per tutto per ricongiungersi alla propria amata o amato rivelando il suo amore con una dichiarazione ad effetto e donando un finale degno di una qualsiasi favola.

A volte durante il periodo della separazione, uno dei due protagonisti intreccia una relazione momentanea con un personaggio secondario al solo fine di scatenare la gelosia dell'altro innamorato; una pellicola così strutturata è “Il matrimonio del mio miglior amico” (1997) di P.J. Hogan con Julia Roberts e Cameron Diaz.

A volte invece la pellicola può essere un'indagine sulle cause che hanno portato ad una prematura rottura del rapporto tra due innamorati come in “Io e Annie” (1977) di Woody Allen con lo stesso attore-regista.

Alcune commedie romantiche invece incarnano sul grande schermo racconti letterari come “Molto rumore per nulla” (1993) di Kenneth Branagh con Kate Beckinsale originariamente scritto da William Shakespeare.

Un'attrice degli ultimi anni (precisamente dagli anni novanta) divenuta una delle icone femminili della commedia americana è senza ombra di dubbio Julia Roberts (nome completo Julia Fiona Roberts).

Non solo commedie figurano nella sua lunga carriera, ancora in fase di evoluzione, ma anche film drammatici; però il pubblico la ricorda per fresche e frizzanti commedie come “Il matrimonio del mio miglior amico” (1997) di P.J. Hogan, “Mystic Pizza” (1988) di Donald Petrie, l'indimenticabile Pretty Woman (Pretty Woman), regia di Garry Marshall (1990), “Se scappi ti sposo” (“Runaway Bride” del 1999) di Garry Marshall, “Erin Brockovich - Forte come la verità” (2000) di Steven Soderbergh.

I suoi personaggi trasparono schiettezza e sincerità tipiche del ritratto della brava ragazza della porta accanto ma che a volte sa essere ferma e decisa in ciò per cui lotta e crede (esempio in “Erin Brockovich”); star hollywoodiana tra le più pagate al mondo, ella può vantare numerosi premi e candidature.

Per un'icona degli ultimi anni in campo “commedia cinematografica” non si può dimenticare durante gli anni cinquanta e sessanta la bellissima e bravissima Norma Jeane Baker in arte “Marilyn Monroe”, il sex symbol biondo per eccellenza.

Vero sogno proibito per molti uomini di vari periodi e non solo degli anni cinquanta e sessanta, rappresentò la sensualità del fascino femminile ed incarnò una delle prime icone pop della cultura americana.

Tra i suo film ricordiamo: “A qualcuno piace caldo” (“ome Like It Hot” del 1959) di Billy Wilder, “Quando la moglie è in vacanza” (“The Seven Year Itch” del 1955) di Billy Wilder (1955) e “Gli uomini preferiscono le bionde” (“Gentlemen Prefer Blondes” del 1953) di Howard Hawks.

Molti sono gli attori americani che hanno reso felici molte famiglie e ragazzi con le loro commedie; tra i vari ricordiamo Jim Carrey, Dustin Hoffman, Robin Williams, Al Pacino, Robert De Niro, Sandra Bullock, Meryl Streep, George Clooney, Steve Martin, Walter Matthau, Jack Lemmon, Richard Gere, Kevin Costner, Tom Hanks, Kevin Spacey, Mel Gibson, Jennifer Aniston, Luke Wilson, Ben Stiller, Susan Sarandon, Meg Ryan, Johnny Depp etc.

Molti di loro si sono cimentati anche in generi interpretativi diversi dalla commedia risultando attori a 360° capaci di immedesimarsi in qualsiasi ruolo, situazione e ambiente richiesto dalla pellicola corrente.

Le 100 commedie americane più amate di tutti i tempi (“AFI's 100 Years... 100 Laughs”):

A qualcuno piace caldo (Some Like It Hot), regia di Billy Wilder (1959)

Tootsie (Tootsie), regia di Sydney Pollack (1982)

Il dottor Stranamore, ovvero: come imparai a non preoccuparmi e ad amare la bomba (Dr. Strangelove or: How I Learned to Stop Worrying and Love the Bomb), regia di Stanley Kubrick (1964)

Io e Annie (Annie Hall), regia di Woody Allen (1977)

La guerra lampo dei Fratelli Marx (Duck Soup), regia di Leo McCarey (1933)

Mezzogiorno e mezzo di fuoco (Blazing Saddles), regia di Mel Brooks (1974)

M*A*S*H (MASH), regia di Robert Altman (1970)

Accadde una notte (It Happened One Night), regia di Frank Capra (1934)

Il laureato (The Graduate), regia di Mike Nichols (1967)

L'aereo più pazzo del mondo (Airplane!), regia di Jim Abrahams, David Zucker, Jerry Zucker (1980)

Per favore, non toccate le vecchiette (The Producers), regia di Mel Brooks (1968)

Una notte all'opera (A Night at the Opera), regia di Sam Wood (1935)

Frankenstein Junior (Young Frankenstein), regia di Mel Brooks (1974)

Susanna (Bringing Up Baby), regia di Howard Hawks (1938)

Scandalo a Filadelfia (The Philadelphia Story), regia di George Cukor (1940)

Cantando sotto la pioggia (Singin' in the Rain), regia di Stanley Donen, Gene Kelly (1952)

La strana coppia (The Odd Couple), regia di Gene Saks (1968)

Come vinsi la guerra (The General), regia di Buster Keaton e Clyde Brukman (1927)

La signora del venerdì (His Girl Friday), regia di Howard Hawks (1940)

L'appartamento (The Apartment), regia di Billy Wilder (1960)

Un pesce di nome Wanda (A Fish Called Wanda), regia di Charles Crichton (1988)

La costola di Adamo (Adam's Rib), regia di George Cukor (1949)

Harry ti presento Sally (When Harry Met Sally...), regia di Rob Reiner (1989)

Nata ieri (Born Yesterday), regia di George Cukor (1950)

La febbre dell'oro (The Gold Rush), regia di Charlie Chaplin (1925)

Oltre il giardino (Being There), regia di Hal Ashby (1979)

Tutti pazzi per Mary (There's Something About Mary), regia di Peter Farrelly e Bobby Farrelly (1998)

Ghostbusters - Acchiappafantasmi (Ghostbusters), regia di Ivan Reitman (1984)

This Is Spinal Tap (This Is Spinal Tap), regia di Rob Reiner (1984)

Arsenico e vecchi merletti (Arsenic and Old Lace), regia di Frank Capra (1944)

Arizona Junior (Raising Arizona), regia di Joel Coen (1987)

L'uomo ombra (The Thin Man), regia di W.S. Van Dyke (1934)

Tempi moderni (Modern Times), regia di Charlie Chaplin (1936)

Ricomincio da capo (Groundhog Day), regia di Harold Ramis (1993)

Harvey (Harvey), regia di Henry Costner (1950)

Animal House (National Lampoon's Animal House), regia di John Landis (1978)

Il grande dittatore (The Great Dictator), regia di Charlie Chaplin (1940)

Luci della città (City Lights), regia di Charlie Chaplin (1931)

I dimenticati (Sullivan's Travels), regia di Preston Sturges (1941)

Questo pazzo pazzo pazzo pazzo mondo (It's a Mad, Mad, Mad, Mad World), regia di Stanley Kramer (1963)

Stregata dalla luna (Moonstruck), regia di Norman Jewison (1987)

Big (Big), regia di Penny Marshall (1988)

American Graffiti (American Graffiti), regia di George Lucas (1973)

L'impareggiabile Godfrey (My Man Godfrey), regia di Gregory LaCava (1936)

Harold e Maude (Harold and Maude), regia di Hal Ashby (1972)

Manhattan (Manhattan), regia di Woody Allen (1979)

Shampoo (Shampoo), regia di Hal Ashby (1975)

Uno sparo nel buio (A Shot in the Dark), regia di Blake Edwards (1964)

Vogliamo vivere! (To Be or Not to Be), regia di Ernst Lubitsch (1942)

Cat Ballou (Cat Ballou), regia di Elliot Silverstein (1965)

Quando la moglie è in vacanza (The Seven Year Itch), regia di Billy Wilder (1955)

Ninotchka (Ninotchka), regia di Ernst Lubitsch (1939)

Arturo (Arthur), regia di Steve Gordon (1981)

Il miracolo del villaggio (The Miracle of Morgan's Creek), regia di Preston Sturges (1944)

Lady Eva (The Lady Eve), regia di Preston Sturges (1941)

Il cervello di Frankenstein (Bud Abbott Lou Costello Meet Frankenstein), regia di Charles Barton (1948)

A cena con gli amici (Diner), regia di Barry Levinson (1982)

It's a Gift, regia di Norman Z. McLeod (1934)

Un giorno alle corse (A Day at the Races), regia di Sam Wood (1937)

La via dell'impossibile (Topper), regia di Norman Z. McLeod (1937)

Ma papà ti manda sola? (What's Up, Doc?), regia di Peter Bogdanovich (1972)

Calma, signori miei! (Sherlock, Jr.), regia di Buster Keaton (1924)

Beverly Hills Cop (Beverly Hills Cop), regia di Martin Brest (1984)

Dentro la notizia (Broadcast News), regia di James L. Brooks (1987)

Horse Feathers - I fratelli Marx al college (Horse Feathers), regia di Norman Z. McLeod (1932)

Prendi i soldi e scappa (Take the Money and Run), regia di Woody Allen (1969)

Mrs. Doubtfire - Mammo per sempre (Mrs. Doubtfire), regia di Chris Columbus (1993)

L'orribile verità (The Awful Truth), regia di Leo McCarey (1937)

Il dittatore dello stato libero di Bananas (Bananas), regia di Woody Allen (1971)

È arrivata la felicità (Mr. Deeds Goes to Town), regia di Frank Capra (1936)

Scuola di golf (Caddyshack), regia di Harold Ramis (1980)

La casa dei nostri sogni (Mr. Blandings Builds His Dream House), regia di Henry C. Potter (1948)

Monkey Business (Monkey Business), regia di Norman Z. McLeod (1931)

Dalle 9 alle 5... orario continuato (Nine to Five), regia di Colin Higgins (1980)

Lady Lou - La donna fatale (She Done Him Wrong), regia di Lowell Sherman (1933)

Victor Victoria (Victor Victoria), regia di Blake Edwards (1982)

Ritrovarsi (The Palm Beach Story), regia di Preston Sturges (1942)

Avventura al Marocco (Road to Morocco), regia di David Butler (1942)

The Freshman, regia di Fred C. Newmeyer, Sam Taylor (1925)

Il dormiglione (Sleeper), regia di Woody Allen (1973)

Il navigatore (The Navigator), regia di Buster Keaton (1924)

Soldato Giulia agli ordini (Private Benjamin), regia di Howard Zieff (1980)

Il padre della sposa (Father of the Bride), regia di Vincente Minnelli (1950)

Pubblicitario offresi (Lost in America), regia di Albert Brooks (1985)

Pranzo alle otto (Dinner at Eight), regia di George Cukor (1933)

Scappo dalla città - La vita, l'amore e le vacche (City Slickers), regia di Ron Underwood (1991)

Fuori di testa (Fast Times at Ridgemont High), regia di Amy Heckerling (1982)

Beetlejuice - Spiritello porcello (Beetlejuice), regia di Tim Burton (1988)

Lo straccione (The Jerk), regia di Carl Reiner (1979)

La donna del giorno (Woman of the Year), regia di George Stevens (1942)

Il rompicuori (The Heartbreak Kid), regia di Elaine May (1972)

Colpo di fulmine (Ball of Fire), regia di Howard Hawks (1941)

Fargo (Fargo), regia di Joel Coen (1996)

La signora mia zia (Auntie Mame), regia di Morton Da Costa (1958)

Wagons lits con omicidi (Silver Streak), regia di Arthur Hiller (1976)

I figli del deserto (Sons of the Desert), regia di William A. Seiter (1933)

Bull Durham - Un gioco a tre mani (Bull Durham), regia di Ron Shelton (1988)

Il giullare del re (The Court Jester), regia di Norman Panama, Melvin Frank (1956)

Le folli notti del dottor Jerryll (The Nutty Professor), regia di Jerry Lewis (1963)

Good Morning, Vietnam (Good Morning, Vietnam), regia di Barry Levinson (1987)

 

 

 

 

 

 

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