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IL CASTELLO COLONNA DI GENAZZANO

IL RESTAURO DEL CASTELLO COLONNA, LA REALIZZAZIONE DI SPAZI ESPOSITIVI E I RINVENIMENTI

Genazzano è un grosso centro agricolo (m 375, abitanti 5.000 circa) non lontano da Palestrina, allungato sul pendio di un colle isolato, ricco di opere d’arte e conservatore di interessanti resti medievali. Tra questi la gotica casa Apolloni. Di grande richiamo religioso è il santuario della Madonna del Buon Consiglio, chiesa risalente al sec. XIII, rifatta nel secolo seguente e nel 1621-29, restaurata nel 1844, che conserva l’affresco rappresentante la venerata Madonna del Buon Consiglio, opera quattrocentesca che secondo la tradizione venne qui miracolosamente trasportata da Scùtari d’Albania il 25 aprile 1467.

Interessante anche un grande ninfeo con colonne e arcate a tutto sesto: costruzione rinascimentale attribuita da alcuni storici dell’architettura  a Donato Bramante.

Il polo d’attrazione di tutta la cittadina è tuttavia il grandioso e scenografico Castello Colonna, edificio di origine medievale, rifatto nel ‘400 da Oddone Colonna, ampliato dal Borgia e rimaneggiato in epoca barocca. Si presenta con un muro, entro cui si apre il portale d’ingresso, che congiunge due ali avanzanti, e nel quale si apre una piccola loggia; degli altri lati, tutti retti da altissimi contrafforti, interessante quello a sinistra con il braccio innalzato dal Borgia, aperto da finestre crociate.

Al di là del portone, visibile in parte anche dall’esterno, è il pittoresco cortile, con fontana e cisterna. Notevole il lato di fronte, del ‘500, con ampio portico, un piano di loggiato a tutto sesto e un altro ad arco ribassato. Attraversando atrii e saloni, si giunge al lato posteriore, con loggiato. Un alto viadotto scavalca la strada e porta al bastione sistemato a giardino pubblico.

La fabbrica ha una superficie utilizzabile impressionante, di circa mq. 5.000, compresi cortili e giardini,  una superficie coperta di mq. 3.000, una cubatura fuori terra rispetto al cortile interno di mc. 40.000, e una volumetria totale di mc. 150.000 fuori terra (compreso zoccolo fondale) rispetto alla sottostante piazza, divisa in quattro piani su un’altezza massima rispetto a piazza San Giovanni di m 33.

Il castello ha una conformazione ad “U” con tre corpi di fabbrica e cortile centrale, chiuso nel lato Sud da due giardini mentre nel lato Nord è collegato ad un ponte, ricostruito dopo il bombardamento dell’ultima guerre mondiale, per accedere al parco pubblico degli Elcini.

Nel grande ultimo restauro, progettato dal prof. Paolo Marconi, e reso possibile dai cospicui finanziamenti giubilari assunti dall’Ufficio Roma Capitale (7 miliardi di lire), nel monumento sono stati impiantanti due cantieri aderenti e contigui le cui lavorazioni, benché contenute entro precise linee di separazione, hanno richiesto un coordinamento ed una organizzazione di mezzi ed opere.

I lavori di pertinenza della Soprintendenza Beni Ambientali e Architettonici del Lazio (arch. Agostino Bureca), hanno riguardato la “ricostruzione” della loggia Nord, danneggiata durante la seconda guerra mondiale, il restauro del corpo centrale e la sistemazione del cortile interno.

In particolare:

·       ricostruzione del solaio del salone degli Armigeri (mq. 180, altezza m. 10);

·       ricostruzione delle controsoffittature;

·       ricostruzione muraria dell’ala Nord bombardata;

·       realizzazione del vano ascensore per il superamento delle barriere architettoniche;

·       costruzione del vano scala di collegamento verticale servente tre piani;

·       restauro del portico interno al cortile;

·       consolidamenti strutturali.

I lavori di pertinenza dell’Amministrazione comunale di Genazzano hanno riguardato i corpi di fabbrica dell’Ala Est Borgiana e dell’Ala Ovest di papa Martino V.

In sintesi sono consistiti:

·       consolidamenti strutturati;

·       rifacimento intonaci;

·       pavimentazioni in cotto a disegno;

·       controsoffitti lignei a regolo di convento;

·       restauro affreschi e controsoffitti decorati;

·       restauro camino rococò;

·       creazione di servizi igienici;

·       infissi.

Oltre al restauro e consolidamento della fabbrica, l’intervento ha permesso di creare un circuito espositivo e museale esteso per circa 2.000 mq. In particolare, si tratta di opere d’arte contemporanee allestite negli spazi e negli ambienti più pregiati, fatti realizzare da papa Martino V nel 1423, in occasione del ricorrente giubileo, ornati di controsoffitti lignei decorati e affreschi perimetrali. La responsabilità scientifica della selezione delle opere e dell’esposizione e di Simonetta Lux.

Nel corso dei lavori di restauro sono stati effettuati alcuni rinvenimenti di rilevante contenuto storico-artistico.

Tra questi:

Riaffioramento sotto alcuni intonaci d’antiche strutture architettoniche, feritoie ed ambienti murati, balaustrini e peducci marmorei, cornici dentellate gotico-araganesi, finestre e nicchie, butti di vasellame nel giardino. In particolare, nel lato Nord è stata rinvenuta una scala trecentesca a chiocciola completamente ostruita, che collegava il castello al sottostante piazzale più in basso di m. 15, una porzione di mosaico cosmatesco e parte di strutture del castello più antico.

Nel giardino sono emerse, ad una profondità di circa m 4, antiche grotte e cantine.

 

Roberto Luciani