AMBIENTE E NATURA: AL CENTRO DEL NOSTRO PROGETTO rubrica di CORRERENELVERDEONLINE

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Legge 21 novembre 2000, n. 353

Legge 9 dicembre 1998, n. 426

Protezione dalle esposizioni a campi elettrici

DL n° 230/1995 modificato

D.P.R. 13 marzo 1976, n. 448

 

 


 

 

 

Ambiente e Natura: per vivere meglio con più consapevolezza

Il “Codice forestale camaldolese”: quando il passato fa luce sul presente

Oggi la storia forse può aiutarci a trovare la via giusta per avviare un processo di sviluppo sostenibile della montagna: a tale scopo è partito il progetto Codice forestale camaldolese che, in base ad un protocollo stipulato il 18 dicembre 2003 nella sede dell’INRM, tra il Commissario straordinario dell’Istituto, Giancarlo Morandi, e il Presidente del Collegium Scriptorium Fontis Avellanae, dom Salvatore Frigerio, ha recentemente mosso i suoi primi passi concreti.

Questo progetto ha come finalità primaria quella di riscoprire, attraverso la raccolta e lo studio di antiche testimonianze scritte, il rapporto fra il monachesimo camaldolese e la foresta, visto in tutte le sue implicazioni spirituali, etiche, tecniche, economiche e sociali.

Le radici storiche di questa iniziativa affondano nella promozione dell'Anno Internazionale delle Montagne, ad opera dell'ONU e risalente al 2002, quando il Collegium  - costituito nel 1997 all'interno dell'antichissimo Monastero Benedettino Camaldolese di Fonte Avellana come base per un momento di riflessione su temi teologici e sociali - ha manifestato l'intenzione di mettere al centro di una ricerca scientifica quel patrimonio di testimonianze inerenti il comportamento proprio dei monaci che, gelosi e custodi del loro ambiente solitario, lo concepivano da millenni come simbolico per permettere la perfetta comunione spirituale con l'intero creato, e quindi bisognoso di rispetto e di cure attive allo stesso tempo.

Possono essere  proprio queste le radici storiche di un equilibrato rapporto tra l’uomo e la montagna che rappresentino nella realtà odierna uno stimolo e  un fondamento per la realizzazione di uno sviluppo sostenibile dell’Appennino.

Questo “Codice forestale”, ossia la complessa serie di norme e disposizioni con cui per secoli i monaci camaldolesi hanno gestito l’ambiente della foresta, si trova raccolto ad oggi non solo in libri e documenti specifici, ma soprattutto disperso e frammentato in una miriade di carte e di scritture “minori” (come contratti, verbali, promemoria e corrispondenza di vario genere) sparse in archivi e biblioteche.

La ricerca, primo esempio di tal genere, si propone dunque in primis la ricostruzione completa del “Codice forestale”: un’opera che necessita dell’intervento e dello studio da parte di esperti in scienze storiche, forestali, economiche, sociali, giuridiche, ecc., di migliaia e migliaia di documenti prodotti nell’arco di circa novecento anni di storia in una prospettiva attenta alle implicazioni attuali, in modo da fornire uno spunto per contribuire allo sviluppo culturale e socio-economico delle popolazioni montane secondo i principi della sostenibilità ambientale, dell’equilibrato utilizzo delle risorse naturali territoriali e della salvaguardia delle culture locali, obiettivi tutt’oggi difficili da realizzare, ma di giorno in giorno sempre più auspicabili.

Grosso l’interesse e l’impegno dimostrato da parte dei vari promotori dell’iniziativa: “Non si tratta di un semplice studio rivolto al passato – afferma Giancarlo Morandi – ma di utilizzare la ricerca storica per interrogarsi sul senso profondo e sulle motivazioni che stanno alla base del rapporto uomo-ambiente, assumendoli a fondamento etico per l'avvio di una politica nazionale, regionale e locale che riconosca il ruolo insostituibile svolto dagli operatori agricolo-forestali e artigianali residenti nella montagna italiana”.

“È un lavoro davvero complesso –  gli fa eco Salvatore Frigerio – ma che può offrire molto alla conoscenza del nostro Paese, alla riflessione di chi non vede nella natura un idolo inappellabile, ma una realtà che con l’uomo e per mezzo dell’uomo cammina verso il suo compimento armonico, alla competenza tecnica di chi oggi lavora affinché il servizio all’ambiente sia sempre più un servizio all’uomo rappacificato con sé stesso e con tutto il cosmo”.

Per Francesco Cardarelli, responsabile e coordinatore scientifico del progetto, “si apre finalmente la possibilità concreta di fare luce su un modello di gestione del patrimonio forestale e del territorio montano che con Camaldoli ha fatto scuola, diffondendosi dal Casentino negli altri centri camaldolesi sorti lungo l’Appennino, e che è stato colpevolmente ignorato da noi contemporanei, con conseguenze gravi e sempre più evidenti. Ed è importante che anche i giovani siano coinvolti nella riscoperta dell’esperienza del ‘Codice forestale camaldolese’: per questo il progetto prevede la partecipazione delle scuole con attività a carattere interdisciplinare”.

Alessandra Giordani