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Storia dell'arte - Story of Art


 

 

 

BOTTICELLI

Il pittore delle Madonne

La nascita di Venere Sandro Botticelli

Alessandro - di Mariano di Vanni d’Amedeo Filipepi e di Smeralda Filipepi - nasce a Firenze nel 1444 o 1445, nel borgo di Ognissanti del quartiere di Santa Maria Novella.

Il padre, conciatore di pelli, decide presto di mettere a bottega il suo figliolo, ultimo di quattro figli e delicato di salute, affinché imparasse fin dalla giovane età l’elegante e raffinato modo di "legare le gioie" presso un orefice.

E’ in tale bottega che probabilmente, lo dice Giorgio Vasari, il giovane Alessandro acquisisce il soprannome di "Botticelli" in quanto l’orefice presso il quale prestava la sua opera era chiamato "botticello" per la mole della sua corporatura.

Gli studiosi dell’arte preferiscono, invece, un’altra interpretazione del soprannome: nella stessa bottega lavorava anche il fratello Antonio come orefice che in vernacolo è detto "battiloro" o "battigello".

Dopo le primissime esperienze si cominciano a delineare le preferenze del giovane Alessandro per la pittura e, forse nel 1464. Mariano decide di mandare il figlio presso la bottega di uno dei più quotati pittori del tempo: fra’ Filippo Lippi dove impara i canoni moderni della pittura che fondavano sulla proiezione prospettica e sulla precisione dei particolari.

Una serie di dipinti giovanili di Madonne come la Madonna del Roseto oggi a Parigi, Museo del Louvre riflettono chiaramente lo stile del Lippi.

Con il 1467 si ha l’ultimo momento della formazione di Botticelli che si compie nella bottega del Verrocchio, la cui influenza è molto evidente in numerosi dipinti.

Nella bottega del Verrocchio, Alessandro conosce e simpatizza con Leonardo da Vinci con il quale collabora al dipinto di Andrea del Verrocchio: Battesimo di Cristo.

Il talento e la vena artistica hanno già reso famoso Botticelli tanto che, poco più che ventenne, nel 1470 aveva già aperto una sua bottega della quale faranno parte numerosi allievi destinati alla notorietà come Filippino Lippi, il figlio dell’antico maestro, Giovanni Cianfanini, Raffaello Tosi ed altri ed aveva avuto, come commissione importante, l’incarico di dipingere la Fortezza facente parte della serie di Virtù teologali (Fede, Speranza e Carità) e cardinali (Fortezza, Giustizia, Temperanza e Prudenza) commissionate a Piero del Pollaiolo per il Tribunale della Mercanzia di Firenze ma non eseguite da quest’ultimo.

In quest’opera, dipinta con nettezza di impianto, si avvertono gli insegnamenti del Lippi, alcune riprese del Verrocchio e il debito artistico del Pollaiolo da unire alla ricchezza di valori e di grazia che sono propri delle delicate Madonne botticelliane e che saranno il segno inconfondibile dei dipinti di Botticelli legati all’età e all’ambiente di Lorenzo de’ Medici.

Le scuole di Lippi, Verrocchio e Pollaiolo si avvertono anche nel San Sebastiano, nel Ritorno di Giuditta a Betulia e nel Ritrovamento del cadavere di Oloferne.

Del 1477 circa è il primo capolavoro: l’Adorazione dei Magi, dove lo stile botticelliano appare pienamente formato.

E’ l’anno in cui a Roma Giovannino de’ Dolci e Baccio Pontelli iniziano i lavori di costruzione della Cappella Sistina in Vaticano.

L’anno successivo, a Firenze, Giuliano de’ Medici viene assassinato (Congiura de’ Pazzi) e sulla porta della Dogana, Botticelli, dipinge i ritratti dei congiurati Jacopo, Francesco e Renato de’ Pazzi e dell’arcivescovo Salviati, impiccati. I dipinti verranno cancellati il 14 novembre 1494.

Frequentatore assiduo della corte medicea della quale facevano parte illustri nomi dell’arte, della letteratura, della storia greca e latina, Botticelli ebbe modo di frequentare, in quelle riunioni, Marsilio Ficino, animatore del centro culturale di Careggi, con il quale e con gli altri intavolare i discorsi filosofici sull’immortalità dell’anima, sull’amore platonico, sulla bellezza terrena come preludio di quella divina; divenne il pittore ufficiale di quel mondo intellettuale ed in tale contesto nacquero le opere come l’Allegoria della Primavera eseguita per Lorenzo di Pier Francesco de’ Medici: una delle opere più celebrate del pittore in cui si delinea l’esaltazione della natura in tutte le sue splendide manifestazioni e s’illustra l’uso del simbolo e dell’allegoria come canale privilegiato di comunicazione.

Valga un semplice esempio a prova di tale assunto: ai piedi della Primavera, Botticelli, dipinge fiori a profusione, in particolare ben sessanta volte dipinge delle pratoline, ora semichiuse, ora aperte, fanno capolino dal prato, vicine ai piedi danzanti delle Grazie o ai loro veli. La pratolina è tradizionalmente associata all’amore, è il simbolo di Venere, la bellezza. Accanto alla pratolina è dipinta anche l’erba viperina il cui fiore, osservato frontalmente, sembra la bocca di un serpente con la mandibola aperta, in posizione offensiva. Si trova al di sotto dei piedi della Primavera; ed ancora, il tarassaco, il fiore bugiardo, giallo, che una volta trasformato in una piccola palla di piumini, soffiandoci sopra si possono contare le bugie dette e che corrispondono al numero dei piumini che rimangono attaccati allo stelo; gli altri, piccoli frutti secchi sono destinati ad essere trasportati dal vento ed infine, la fragola, simbolo di sensualità e di seduzione; Botticelli la dipinge con fiori e con frutta, in bella vista, tra Primavera e Flora.Tra le piante la fragola è sempre stata celebrata dai lirici amorosi: in Lorenzo il Magnifico evoca il ricordo delle rosse labbra dell’amata, suscita passione, amore e desiderio.

Della stessa atmosfera è pervasa, anche se dipinta a distanza di anni, la Nascita di Venere (Uffizi) databile intorno al 1484.

Tra i due capolavori è situato il soggiorno romano dell’artista (1481-82), durante il quale Botticelli lavorò assieme a Cosimo Rosselli, al Ghirlandaio, al Perugino, a Luca Signorelli e a Bartolomeo della Gatta, ad affreschi nella Cappella Sistina.

L’opera complessiva prevedeva l’illustrazione, su due pareti contrapposte, della vita di Mosè e di Cristo e i legami religiosi tra il Vecchio e il Nuovo Testamento.

Gli affreschi con Il ritrovamento di Mosè e La nascita di Cristo furono sacrificati, con gran dispiacere, da Michelangelo per dipingere il Giudizio Universale e i tre riquadri con la Punizione dei ribelli, le Prove di Mosè e le Prove di Cristo sono opera di Botticelli.

Rientrato a Firenze da Roma, Botticelli, riprende a frequentare la cerchia degli intellettuali della corte medicea e oltre a dipingere le splendide Madonne ora agli Uffizi, tra le quali la Madonna del Magnificat e la Madonna della Melagrana, accoglie con entusiasmo l’incarico di dare volto e colore alle favole e ai miti dell’antica Grecia: Pallade che doma il centauro (Uffizi), in cui il maggiore intensificarsi dei volumi è collegabile all’esperienza romana che da quel momento in poi verrà riproposta ogni qualvolta le esigenze iconografiche richiedano un contesto di solenne maestosità.

Intorno al 1490 Lorenzo di Pier Francesco de’ Medici affida a Botticelli l’incarico di illustrare la Divina Commedia (94 disegni sono conservati tra la Biblioteca Vaticana e il Kulturforum Villa Oppenhein di Berlino.

In questo periodo Botticelli appare già volto verso una religiosità che la predicazione del Savonarola trasformerà in esaltazione mistica: iscritto ai "piagnoni" savonaroliani, dissipate le visioni mitologiche improntate all’ideale della bellezza pagana, la pittura di Botticelli si fa di carattere prevalentemente sacro (Crocifissione, Cambridge, U.S.A., Museo Fogg; Pietà, Monaco, Alte Piakothek e Milano, Museo Poldi Pezzoli) e di una drammaticità espressa con linee spezzate e violente, con colori lividi e cupi (La Calunnia, Firenze, Uffizi), fino a toccare punte di alta tensione spirituale tradotte in forme volutamente arcaicizzanti (La Natività mistica, Londra, National Gallery, Ultimi atti di San Zanobi, Dresda, Gemaldegalerie).

Una religiosità drammatica che investe le sue ultime opere in cui egli appare, curiosamente, rivolto a una rigorosa coerenza stilistica che lo rende solitario nel proprio tempo.

Questa triste decadenza di spirito, lui che era sempre stato di carattere brillante e giocoso, accompagnerà gli ultimi momenti di vita dell’artista ed è possibile che ai primi del Cinquecento, Botticelli, fosse considerato già marginale, superato da artisti più giovani di lui come Leonardo, Michelangelo, Raffaello, Andrea del Sarto che impressero alla pittura uno stile nuovo.

Malgrado titolare di una prestigiosa bottega che continuerà lo stile stanco e cupo, caratteristico dell’ultimo periodo, Botticelli morirà povero.

Vasari scrive: " … condottosi vecchio… per il che non potendo più far niente, infermo e decrepito, ridotto in miseria, passò di questa vita ".

Era il 17 maggio 1510. Le sue spoglie riposano a Firenze nella Chiesa di Ognissanti.

I SUOI MAGGIORI CAPOLAVORI

PERIODO TITOLO ALLOCAZIONE

  • 1467 Madonna col Bambino Avignone, Musée du Petit Palais

  • 1467 Madonna della Loggia Firenze, Galleria degli Uffizi

  • 1468-69 Madonna con il Bambino e due angeli Napoli, Galleria Nazionale di Capodimonte

  • 1469-70 Madonna del Roseto Firenze, Galleria degli Uffizi

  • 1470 La Fortezza Firenze, Galleria degli Uffizi

  • 1470 Il ritorno di Giuditta a Betulla Firenze, Galleria degli Uffizi

  • 1470 La scoperta del cadavere di Oloferne Firenze, Galleria degli Uffizi

  • 1470 Ritratto di giovane Firenze, Galleria Palatina di Palazzo Pitti

  • 1470-72 Madonna dell’Eucarestia Boston, Isabella Steward Gardner Museum

  • 1475 Ritratto di Esmeralda Brandini Londra, Victoria and Albert Museum

  • 1475 Ritratto d’uomo con medaglia di Cosimo il vecchio Firenze, Galleria degli Uffizi

  • 1475-77 Adorazione dei Magi Firenze, Galleria degli Uffizi

  • 1476-77 Natività con San Giovannino Firenze, Santa Maria Novella

  • 1478 Ritratto di Giuliano de’ Medici Milano, Collezione Crespi

  • 1480 Sant’Agostino nello studio Firenze, Chiesa di Ognissanti

  • 1480-81 Madonna del libro Milano, Museo Poldi Pezzoli

  • 1481 Annunciazione di San Martino alla Scala Firenze, Galleria degli Uffizi

  • 1481 Madonna del Magnificat Firenze, Galleria degli Uffizi

  • 1481-82 Prove di Cristo Città del Vaticano, Cappella Sistina

  • 1481-82 Prove di Mosè Città del Vaticano, Cappella Sistina

  • 1481-82 Punizione dei ribelli Città del Vaticano, Cappella Sistina

  • 1481-82 Allegoria della Primavera Firenze, Galleria degli Uffizi

  • 1482-83 Pallade che doma il centauro Firenze, Galleria degli Uffizi

  • 1483 Nastagio degli Onesti I, II, III, Madrid, Museo Nacional del Prado

  • 1483 Nastagio degli Onesti IV Collezione privata

  • 1483 Venere e Marte Londra, National Gallery

  • 1483-86 Ciclo di Villa Lemmi Parigi, Museo del Louvre

  • 1484 Nascita di Venere Firenze, Galleria degli Uffizi

  • 1487 Pala di San Barnaba Firenze, Galleria degli Uffizi

  • 1487 Predella con Cristo in Pietà Firenze, Galleria degli Uffizi

  • 1487 Madonna della melagrana Firenze, Galleria degli Uffizi

  • 1488-90 Pala di San Marco Firenze, Galleria degli Uffizi

  • 1489 Annunciazione di Cestello Firenze, Galleria degli Uffizi

  • 1490 Annunciazione Glasgow, Art Gallery

  • 1490 94 disegni della Divina Commedia di cui la maggior parte conservati a Berlino, Kulturforum, Villa Oppenhein; il resto presso la Biblioteca Vaticana

  • 1490-93 Annunciazione New York, Metropolitan Museum of Art

  • 1490-95 Sant’Agostino nello studio Firenze, Galleria degli Uffizi

  • 1492 Compianto su Cristo morto Monaco, Alte Pinakothek

  • 1493 Madonna del padiglione Milano, Pinacoteca Ambrosiana

  • 1495 Madonna col Bambino e San Giovannino Firenze, Galleria Palatina di Palazzo Pitti

  • 1495 Compianto sul Cristo morto Milano, Museo Poldi Pezzoli

  • 1495 La Calunnia Firenze, Galleria degli Uffizi

  • 1498-00 Orazione nell’orto Granada, Museo de los Reyes Catolicos, Capilla Real

  • 1500 Adorazione dei Magi Firenze, Galleria degli Uffizi

  • 1500-04 Storie di Lucrezia Boston, Isabella Steward Gardner Museum

  • 1500-04 Storie di Virginia Bergamo, Accademia Carrara

  • 1500-05 Storie di San Zanobi Dresda, Gemaldegalerie

  • 1501 Natività mistica Londra, National Gallery

 

 

 
 

 

 

 

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