storia dell'arte rubrica di  CORRERENELVERDEONLINE

Artist English ] Andrea Mantegna English ] Antonello da Messina English ] Bernini English ] Borromini English ] Caravaggio English ] Giotto English ] Giulio Romano English ] Leonardo da Vinci English ] Masaccio English ] Michelangelo English ]


The Istory of Art ] Prehistoric art ] Greek art ] Etruscan art ] Roman art ] Byzantine art ] Gothic art ] Romanic art ] 1300 ] 1400 ] 1500 ] 1600 ] 1700 ] 1800 ] 1900 ] Artists ]

Correrenelverdeonline

arte periodi storici

ARTE PREISTORICA

ARTE ETRUSCA

ARTE MESOPOTAMICA ED EGIZIA

ARTE ROMANA

ARTE CRETESE E MICENEA

ARTE GRECA

ARTE BIZANTINA

ARTE ROMANICA

ARTE GOTICA

TRECENTO

QUATTROCENTO

CINQUECENTO

SEICENTO

SETTECENTO

OTTOCENTO

NOVECENTO


GRANDI ARTISTI

Fidia

GIOTTO

RAFFAELLO

LEONARDO DA VINCI

ANTONELLO DA MESSINA

MASACCIO

ANDREA MANTEGNA

BERNINI

BOTTICELLI

GHIRLANDAIO

BRUNELLESCHI

GIULIO ROMANO

DONATELLO

TIZIANO

PERUGINO

JACOPO DELLA QUERCIA

BRONZINO

BORROMINI

CARAVAGGIO

CELLINI

MICHELANGELO

VASARI

PICASSO

Munch

Van Gogh

Gauguin

Kandinsky

Boccioni

 

Storia dell'arte - Story of Art


 

 

 

GIULIO ROMANO

 PITTORE –certa paternita’ dichiarata dal “nobilis vir” Pietro Pippi “de Ianutiis” come pure certo e’ il luogo di nascita Roma e’, invece, incerta la data di nascita 1499

english version

La migliore e maggiormente calzante descrizione del grande artista rimane quella dell’autorevole Goethe che a suo tempo mirabilmente sintetizzava la poliedricita’ dell’opera di Giulio Romano dicendo di lui che si usava ritenerlo essere l’allievo di Raffaello. Cio’ era per Goethe troppo riduttivo per un grande allievo, quale Giulio Romano dimostra essere, del suo secolo.

Da Raffaello prende soprattutto tre grandi doti: 1) la versatilita’ artistica, 2) la creazione artistica applicata ai piu’ svariati campi, 3) il dominio sulla vita artistica e culturale di Mantova alla corte di Federico Gonzaga.

Mantova aveva da poco perso il Mantegna e, Isabella d’Este, madre di Federico, e’ un’appassionata cultrice di “cose antique” inducono Giulio a proporre, per un breve periodo, un linguaggio profano diverso da quello del Mantegna dai secchi modi dal quale si differenzia per aver ereditato i raffaelleschi morbidi modi. Comunque, dal terzo decennio del Cinquecento la sua impronta artistica personale diviene fortemente chiara al punto di costituire un riferimento per la cultura, in toto, dell’Italia settentrionale.

Giulio Romano

Intorno al 1515 comincia l’ apprendistato nella bottega romana di Raffaello Sanzio collaborando alle decorazioni delle Stanze e Logge Vaticane, della Loggia di Psiche della Farnesina oltre ad un suo intervento in molte tele dell’ultimo Raffaello quali: Madonna col Bambino e San Giovannino (Parigi Louvre), Madonna Spinola e Madonna Novar (Edimburgo, National Gallery of Scotland).

Il Vasari lo descrive “fondato, fiero, sicuro, capriccioso,vario, abundante et universale” e, a riprova del grande affetto e stima da lui nutriti per il grande Maestro Raffaello, aggiunge che “egli fu dolcissimo nella conversazione, affabile, grazioso e tutto pieno di ottimi costumi che fu di maniera amato da Raffaello che, se gli fosse stato figlio, di piu’ non avrebbe potuto amarlo; perciò si servi’ sempre di lui per le Opere più importanti”.

La sua prima Opera autonoma e’ il Ritratto di Giovanna d’Aragona (Parigi Louvre). Alla morte di Raffaello il 6 aprile 1520, la bottega del Maestro con tutti le commissioni incompiute viene ereditata da Giulio Romano e da Gianfrancesco Penni accomunati, nella natura artistica ed umana, da una esperienza quinquennale alla scuola di Raffaello.

Nel frattempo sottoscrive il contratto per completare l’Incoronazione della Vergine di Monteluce (Roma, Pinacoteca Vaticana).

Altri lavori dello stesso periodo sono: Cristo in gloria con quattro santi, (Deesis – Parma, Pinacoteca Nazionale, Madonna Hertz (Roma, Palazzo Barberini), Sacra Conversazione Fugger (Roma, Santa Maria dell’Anima) e i disegni per la serie dei Modi cosiddetta perche’ avente tema le differenti posizioni di sedici coppie durante l’amore.

Per quanto riguarda la sfera della sua vita privata ed affettiva la sorte gli e’ alquanto avversa. Nel 1523, anno del lieto evento del matrimonio della sorella Gerolama, gli muoiono due fratelli e due sorelle. Anche le sue finanze non godono di buona salute perche’ la dote a Gerolama e’ costituita quasi esclusivamente con il pagamento della Trasfigurazione (Roma, Pinacoteca Vaticana).

Nel 1526 e’ nominato dal Gonzaga “superiore delle strade e prefetto delle fabbriche” grazie alle sue doti dimostrate da documentazioni di alcuni progetti architettonici per ville e palazzi romani e gia’ l’anno prima, cioe’ nel 1525, inizia la costruzione del Palazzo Te (che prende il nome dal termine medievale Teieto che indicava un’ampia e collinare distesa erbosa dietro i bastioni meridionali di Mantova). Ben presto diventa regista a tutto tondo della vita di corte esattamente come Raffaello Sanzio a Roma, sotto il papato di Leone X.

In qualita’ di pittore e decoratore la prima sala realizzata risulta essere quella dei Cavalli, una vera e propria ritrattistica a grandezza naturale dei migliori esemplari equini che erano appunto tra le grandi passioni oltre che un fruttuosissimo commercio del duca, e gli affreschi con le Storie di Ercole collocate sopra i destrieri per esaltare le qualita’ guerresche del duca committente. La sala di Amore e Psiche, il cui spunto lo prende dalle Metamorfosi di Apuleio, in cui l’artista e’ alla ricerca di un traguardo mistico al di la’ del contenuto erotico e pagano, sara’ da modello alle generazioni di pittori manieristi. La stessa ricerca del mistico c’e’ anche nella Sala dei Giganti raffigurante la Gigantomachia di Ovidio seguita all’assalto dei Giganti all’Olimpo e la punizione di Giove in un diluvio di pietre e massi, con l’allegorica allusione alla caduta degli angeli ribelli a Dio.

Purtroppo, a seguito di saccheggiamenti ed assedi subiti dalla citta’, il palazzo ha riportato danni incalcolabili ed all’inizio del Novecento, quando i bastioni vennero abbattuti ed il canale che delimitava l’isola del Te venne interrato, il Palazzo sara’ integrato nella periferia mantovana e ne scomparira’ la collocazione stessa che lo legava alla citta’ ed al paesaggio circostante.

 

PERIODO MANTOVANO 1526-1546

Nei nove anni di lavori alla realizzazione di Palazzo Te Giulio Romano progetta e porta a termine diverse altre commissioni tra cui un monumento marmorio dedicato ad una cagnolina (1526), la ristrutturazione della casa di un capitano d’armi (1527), la maschera funebre di Giovanni dalle Bande Nere (1526) e il progetto dl monumento in memoria di Piero Strozzi. Realizza inoltre gli apparati effimeri per la visita di Carlo V a Mantova (1530) tra cui un ponte di barche sul Po, una colonna alta 35 m in piazza del Duomo decorata con versi da nobili significati, recante in cima una vittoria con un ramo di alloro in mano. Nel 1529 sposa Elena di Francesco Guazzi con cui vivra’, nella casa in contrada Unicorno, fino alla morte.

Nel 1531, in occasione delle nozze del neo-duca Federico Gonzaga con Margherica Paleologa si occupa dell’ampliamento del castello di Mantova, residenza ufficiale dei Gonzaga oltre che centro amministrativo dello stato. Nel 1535, Ettore II d’Este, essendo rimasto colpito dagli eccellenti lavori di Giulio Romano al castello mantovano, chiede ed ottiene dal Gonzaga il permesso di invitare l’artista a Ferrara affinche’ si occupasse dei rinnovamenti del Palazzo Ducale di Ferrara che aveva subito danni a causa di un incendio. Il duca di Ferrara da’ cosi’ il via ad una serie di brevi viaggi intrapresi da Giulio Romano al fine di soddisfare, almeno in piccola parte, le varie commissioni che gli arrivavano da molte citta’ tra cui Casale Monferrato (1536), ancora Ferrara (1537), Bologna e Reggio Emilia (1538).

Gia’ da qualche tempo Giulio e’ sofferente alla vista, infermita’ che lo costringe ad abbandonare la sua consueta impegnata vivacita’ pur continuando ad accettare e ad ultimare le successive numerose commissioni. Dal 1538 al 1540 realizza i dipinti del Palazzo Marmirolo , residenza dei Gonzaga, costruisce il padiglione della Rustica a Palazzo Ducale; successivamente i disegni per la corte di Carlo Bologna a Marengo. In ultimo l’apparato funebre di Federico Gonzaga nella chiesa di Santa Paola, trasformando radicalmente l’immagine complessiva della chiesa.

Dopo la morte di Federico Gonzaga assume la reggenza del ducato il cardinale Ettore Gonzaga, non cultore delle arti, per cui Giulio Romano prolunga sempre piu’ I soggiorni di lavoro fuori da Mantova dove fara’ ritorno per ultimare l’ultimo incarico per la ricostruzione degli interni del duomo prima della sua morte il primo novembre 1546. Secondo il Vasari, gli era stata recapitata l’offerta del ruolo di architetto della fabbrica di San Pietro, appena qualche giorno prima di morire.

 
 

 

 

 

 

 

160x600_promo