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Storia dell'arte - Story of Art


 

 

 

BRONZINO

il pittore di corte

Venere e Cupido - Bronzino

Agnolo di Cosimo di Mariano Tori nasce a Firenze il 17 novembre 1503; la sua famiglia è umile, il padre è un modesto macellaio ma Agnolo ha la fortuna di vivere a Firenze dove l’arte continua ad essere il polo di attrazione di pittura, scultura, decorazione, arredamento e macchine sceniche; le botteghe sono numerose e tutte di elevata qualità.

Dopo un certo periodo presso Raffaellino del Garbo, diventa discepolo del Pontormo con il quale collabora negli affreschi delle ville medicee di Poggio a Caiano e di Careggi e il cui ascendente domina le opere giovanili.

Dal 1512, poi, a Firenze ritornano i Medici, dopo circa venti anni di esilio, e sono loro che riporteranno quel clima illuminato e colto che consentì ad illustri artisti di dare libero sfogo alla loro abilità fornendo, d’altro canto, l’immagine ideale e la misura più alta del potere della classe medicea; potere che entra in crisi nel 1527 con il sacco di Roma e la cacciata da Firenze della casa medicea in favore della repubblica ma rappresenta solo una parentesi che durerà pochissimo con il rientro del duca di Firenze, Alessandro de’Medici e soprattutto, nel 1537, con la presenza di Cosimo I, principale artefice dello sviluppo dello Stato.

L’esperienza pittorica il Pontormo e gli stretti rapporti di amicizia con tale maestro dal carattere non facile, definito dallo stesso Vasari "selvatico e strano", testimoniano una supposta amicizia oltre il normale, considerate le particolari tendenze del Pontormo stesso.

Dal 1523 al 1525, il poco più che ventenne Agnolo lavora alla Certosa di Galluzzo insieme al maestro e dipinge la Pietà e il Martirio di San Lorenzo, affreschi inseriti nelle due lunette sopra la porta che immette nella sala del capitolo. Fuori di quelle mura, a Firenze, infuria la peste e i due pittori rimangono rinchiusi nella Certosa dove il Pontormo aveva ricevuto l’incarico di affrescare il chiostro.

Intorno al 1530, il suo stile, già differenziato da quello del maestro, era caratterizzato da una plastica elevazione delle forme sorretta da un equilibrio compositivo come la suggestiva Pietà con la Maddalena della chiesa fiorentina di Santa Trinita: una tavola d’altare, ordinata da Lorenzo Cambi, a seguito di disposizioni testamentarie del padre Antonio.

In una serie di pagamenti che Agnolo riscosse per tale suo lavoro, il pittore si firmò per la prima volta anche con il soprannome con il quale era conosciuto: Bronzino forse per il colore dei suoi capelli.

Nel 1532 Don Pedro Alvarez di Toledo viene nominato viceré di Napoli da Carlo V e la figlia Eleonora di Toledo, nel 1539, sposerà Cosimo I insignito sempre da Carlo V, duca di Firenze nel 1537.

Cosimo I era il figlio di Giovanni dalla Bande Nere e di Maria Salviati, nipote di Lorenzo il Magnifico; un Medici, quindi, sia per parte di padre e sia per parte di madre.

Bronzino, che aveva già prestato la sua opera per i Medici, lavorando nelle ville di Poggio a Caiano, di Careggi e di Castello, viene prescelto, tra altri insigni maestri di pittura, per decorare la cappella di Eleonora nel Palazzo Vecchio con cinque affreschi che dovevano riprodurre episodi delle Storie di Mosè ed una grande tavola d’altare con la Deposizione del Cristo.

I bellissimi dipinti non sono privi di allegorie, tutte in omaggio alla nuova dinastia dei Medici e alla giovanissima e fertilissima Eleonora che assicurerà a Cosimo la discendenza di ben otto figli.

Valga un esempio per tutti: nell’affresco il Passaggio del Mar Rosso e investitura di Giosuè, la rappresentazione di Mosè cela quella di Cosimo I che, come Mosè, assicura la pace contro i ribelli; la nobildonna vestita di rosso ed incinta, dipinta nell’affresco sulla destra, è certamente Eleonora che, già madre di due figli, era nella attesa del terzogenito.

Anche per Bronzino l’influsso michelangiolesco rappresenta, come per gli altri membri del manierismo fiorentino, una delle componenti di fondo; nella tavola con la Contesa tra Apollo e Marsia, che interpreta liberamente la favola di Ovidio nelle "Metamorfosi", Minerva e Apollo sono tratti da alcune figure della Cappella Sistina dipinte da Michelangelo.

Lo stesso avviene negli affreschi (Storie bibliche nella cappella di Eleonora di Toledo in Palazzo Vecchio a Firenze intorno al 1540) e nei cartoni per l’arazzeria medicea (Storie di Giuseppe, Firenze, Palazzo Vecchio e Roma, Quirinale), eseguiti dopo un viaggio a Roma compiuto nel 1546-47.

Gli anni tra il 1540 e il 1550 sono molto intensi per il Bronzino che oltre a dipingere, allestisce spettacoli teatrali e predispone cartoni per gli arazzi.

E’ forse colui che maggiormente riuscì a fissare in forme nette e precise, quasi di gelida accademia, la complessa cultura figurativa del manierismo fiorentino, raffinandone l’essenza in maniera sottilmente preziosa.

L’abbondante produzione di Bronzino che, nel 1439 divenne pittore della corte granducale dei Medici di Firenze, più dei suoi quadri d’altare (Risurrezione della figlia di Giara, Firenze, Santa Maria Novella; Cristo al limbo, Uffizi) e degli affreschi (cappella di Eleonora di Toledo, Firenze, Palazzo Vecchio) è però qualitativamente dominata dai ritratti, in cui espresse la limpida precisione del proprio stile nella resa viva dei personaggi (ritratto di Guidobaldo da Urbino, Firenze, Galleria Pitti; ritratti di Bartolomeo e Lucrezia Panciatichi, di Cosimo I, di Eleonora di Toledo con il figlio Giovanni, Firenze, Uffizi; di Andrea Doria, Brera) che sembrano incarnare un superiore ideale di perfezione.

Molti ritratti sono andati perduti, ma quelli che rimangono oltre a testimoniare la spiccata abilità dell’artista offrono una visione della vita fiorentina dell’epoca e di un mondo di ceto e di censo superiore: eleganti architetture, interni ricchi di drappi di seta, librerie con in bella mostra libri, calamai, … sono lo sfondo ideale per descrivere l’ambiente che li circonda.

Il Ritratto di giovane con liuto è uno dei primi ritratti che l’artista dipinse; il personaggio è ignoto ma caricato di una forte seduzione; la posa del giovane è tipicamente michelangiolesca e ricorre spesso nei dipinti dei personaggi aristocratici dell’epoca; dipinti da sembrare vivi per la naturalezza dei colori e delle sfumature.

Anche nei ritratti dei due aristocratici coniugi Lucrezia e Bartolomeo Panciatichi i loro volti e le loro sembianze sono talmente naturali da sembrare vivi nella staticità del ritratto; l’alto livello sociale dei due coniugi è evidenziato dalla raffinatezza e dalla eleganza degli abiti.

Raffinatezza ed eleganza che raggiungono i vertici più alti nell’abito indossato per il Ritratto di Eleonora di Toledo con il figlio Giovanni, quartogenito e secondo figlio maschio destinato alla carriera ecclesiastica.

Il ritratto di Eleonora è sicuramente il dipinto più famoso del Bronzino che non risparmiò materiale prezioso per la preparazione dello sfondo blu ottenuto dalla fine macinazione di lapislazzuli impastati con blu oltremare; l’abito in broccato e fili d’oro è tuttora conservato.

Contemporaneamente al ritratto di Eleonora, Bronzino dipinse anche il Ritratto di Cosimo I de’Medici con l’armatura a ricordo del primo successo di Cosimo in merito alla liberazione di Firenze, Pisa e Livorno dagli spagnoli.

Un altro ritratto, tra i più carismatici di Bronzino, è il Ritratto di Bia, figlia naturale di Cosimo I e morta a soli cinque anni di età.

A caratterizzare lo sviluppo della pittura di Bronzino sono soprattutto le Madonne, eseguite nel periodo tra il 1540 e il 1550, e che rivelano proprio il passaggio dal Classicismo al Manierismo.

Di evidente modello michelangiolesco, le Madonne di Bronzino si presentano possenti, dalle forme scultoree, dai colori accesi ma di una bellezza più distesa, meno patita.

Sempre al modello michelangiolesco Bronzino conforma anche il tema erotico, in chiave satirica e scherzosa, come Venere e Cupido: un quadro destinato, in via privata e riservata, al Re di Francia, Francesco I, noto per le sue doti di seduttore di bellissime donne.

Venere, diafana, candida, delicata, bacia Cupido e dietro i due amanti il Tempo (rappresentato con barba bianca, ali e clessidra), il Gioco (con le sembianze di un bambino ridente e felice), la Frode (che con un drappo azzurro e insieme al Tempo forma una specie di alcova per i due amanti), il Piacere (impersonato da una bambina con il corpo di serpente), la Gelosia (con le mani tra i capelli) e via dicendo; allegorie queste che vogliono tradurre in "monito" contro i trabocchetti dell’amore e del vizio, i comportamenti del lussurioso e carnale Re di Francia.

Anche il Doppio ritratto del nano Morgante, ritratto tutto nudo nella doppia versione, di fronte come un Bacco con corona di uva e pampini e, di dietro, come un grasso cacciatore, ha lo scopo di mettere in ridicolo il personaggio con significati allegorici.

Bronzino è ricordato anche per un’altra importante impresa commissionatagli dai Medici: la fornitura di cartoni per gli arazzi che dovevano decorare il salone dei Duecento in Palazzo Vecchio.

Si trattava di una serie di venti arazzi, narranti le Storie di Giuseppe ebreo che Cosimo I aveva voluto prodotti a Firenze e non come era moda di allora tessuti nelle Fiandre.

Il lavoro dei cartoni fu per Bronzino molto gravoso tanto da dover ricorrere all’aiuto di collaboratori e garzoni per mantenere l’impegno preso.

Al lavoro degli arazzi si accompagna quello di una grande tavola con la Resurrezione di Cristo per la cappella Guadagni nella chiesa della Santissima Annunziata di Firenze; l’opera, un Cristo che sale in cielo attorniato da angeli lasciando a terra i soldati sgomenti e smarriti vicino al sepolcro spalancato, richiama molto il Giudizio universale di Michelangelo.

Il periodo (1550) è ricco di produzioni artistiche e di capolavori secondo schemi fissi ed è in questa alacre ma tranquilla quotidianità che comincia un lento e graduale allontanamento dei Medici a favore di un giovane ed emergente artista: Giorgio Vasari che si era distinto a Roma presso il Cardinale Ippolito de’Medici tanto che Cosimo I, nel 1554, gli affida l’incarico di progettare gli Uffizi, di trasformare Palazzo Vecchio, di creare un corridoio, il "corridoio vasariano" che collegherà direttamente i citati due storici edifici, di trasformare i Palazzi dell’Ordine di Santo Spirito a Pisa.

Negli anni sessanta Bronzino, pur essendo un artista prestigioso, comincia a sentire il cambiamento che si ripercuote anche sui rapporti personali con Cosimo I che, nel 1564, gli toglierà il salario di pittore ufficiale per passarlo a Vasari, ormai artista in voga.

Bronzino si rende conto che la sua pittura e soprattutto il suo stile michelangiolesco non sono più di moda, tenta nuove esperienze continuando a lavorare ma sente che la vecchiaia è arrivata: è diventato lento e lavora con incertezza di stile.

Nel 1569 termina un grande affresco che lo aveva impegnato per quasi cinque anni: il Martirio di San Lorenzo che rappresenta il suo "testamento spirituale" e che richiama sempre lo stile michelangiolesco come un tripudio in onore del grande artista; il lavoro fu aspramente criticato dai contemporanei offuscando così, sia il messaggio che Bronzino voleva trasmettere alle generazioni future di prestigiosa testimonianza e tradizione toscana e sia il successo dell’affresco stesso, troppo caricato di corpi nudi di chiaro stampo michelangiolesco.

Morirà qualche anno dopo di un brutto male, il 23 novembre 1572, senza aver smesso di lavorare e lasciando incompiuta una Immacolata Concezione per un monastero in via di costruzione.

Le esequie furono semplici, a Firenze, nella Chiesa di San Cristoforo degli Adimari.

I SUOI MAGGIORI CAPOLAVORI

PERIODO TITOLO ALLOCAZIONE

  • 1527-1528 Ritratto di Lorenzo Lenzi Milano, Civiche Raccolte d’Arte del Castello Sforzesco

  • 1529 Pietà con la Maddalena Firenze, Galleria degli Uffizi

  • 1529-1530 Pigmalione e Galatea Firenze, Galleria degli Uffizi

  • 1531-1532 La contesa di Apollo e Marsia San Pietroburgo, The State Hermitage Museum

  • 1532 Il ritratto di Guidobaldo della Rovere Firenze, Galleria Palatina di Palazzo Pitti

  • 1532 Noli me tangere Firenze, Casa Buonarroti

  • 1532 Ritratto di giovane con liuto Firenze, Galleria degli Uffizi

  • 1532-1533 Dama con il cagnolino Francoforte, Stadelsches Kunstinstitut

  • 1533 Ritratto di giovane uomo Madrid, Museo Thyssen Bornemisza

  • 1536-1537 Ritratto di Ugolino Martelli Berlino, Staatliche Museen

  • 1536-1539 Ritratto di giovane con libro New York, The Metropolitan Museum of Art

  • 1539-1540 Ritratto di Cosimo I de' Medici come Orfeo Filaderfia, Philadelphia Museum of Art

  • 1540-1541 Ritratto di Lucrezia Panciatichi Firenze, Galleria degli Uffizi

  • 1540-1541 Ritratto di Bartolomeo Panciatichi Firenze, Galleria degli Uffizi

  • 1540-1541 Sacra Famiglia con San Giovannino Firenze, Galleria degli Uffizi

  • 1541-1543 Madonna col Bambino, San Giovannino e Santa Elisabetta Londra, National Gallery

  • 1541 Ritratto di giovane donna in rosso Washington, National Gallery of Art

  • 1540-1546 Cappella di Eleonora di Toledo Firenze, Palazzo Vecchio

  • 1542 Ritratto di Bia, figlia di Cosimo I de’Medici Firenze, Galleria degli Uffizi

  • 1542-1543 Ritratto di Maria Salviati San Francisco, Memorial Museum

  • 1543 Ritratto di Cosimo I de’Medici con l’armatura Firenze, Galleria degli Uffizi

  • 1543-1545 Deposizione di Cristo Besancon, Musée des Beaux-Art

  • 1544-1545 Venere e Cupido Londra, National Gallery

  • 1544-1545 Ritratto di Giovanni I de’Medici con un cardellino Firenze, Galleria degli Uffizi

  • 1545 Ritratto di Eleonora di Toledo col figlio Giovanni Firenze, Galleria degli Uffizi

  • 1545-1546 Sacra Famiglia con Santa Elisabetta Vienna, Kunsthistoriches Museum

  • 1546 Ritratto di Stefano Colonna Roma, Galleria Nazionale di Arte Antica

  • 1546-1548 Ritratto di Andrea Doria come Nettuno Milano, Pinacoteca di Brera

  • 1546-1550 Madonna con il Bambino e San Giovannino Portland, Portland Art Museum

  • 1550 Sacra Famiglia con San Giovannino Mosca, Museo Puskin

  • 1550 Venere, Cupido, due amorini e la Gelosia Budapest, Szépmuveszeti Muzeum

  • 1550-1555 Ritratto di giovane con cappello Kansas City, The Nelson Atkins Museum of Art

  • 1550-1556 Ritratto di Ludovico Capponi New York, The Frick Collection

  • 1551 Ritratto di Maria de' Medici Firenze, Galleria degli Uffizi

  • 1552 Resurrezione di Cristo Firenze, Santissima Annunziata, Cappella Guadagni

  • 1552 Doppio ritratto del nano Morgante Firenze, Galleria Palatina di Palazzo Pitti

  • 1552-1555 Ritratto di Luca Martini Firenze, Galleria Palatina di Palazzo Pitti

  • 1553-1555 Venere, Cupido e un satiro Roma, Galleria Colonna

  • 1555 Ritratto di gentildonna Torino, Galleria Sabauda

  • 1555-1560 Ritratto di Laura Battiferri Firenze, Palazzo Vecchio

  • 1506-1507 Ritratto di Maddalena Doni Firenze, Galleria Palatina

  • 1560-1561 Ritratto di Giovanni de’Medici Roma, Galleria Borghese

  • 1561 Noli me tangere Parigi, Museo del Louvre

  • 1565-1569 Martirio di San Lorenzo Firenze, San Lorenzo

  • 1567 Compianto su Cristo morto Firenze, Galleria degli Uffizi

  • 1568-1569 Pietà Firenze, Santa Croce

 

 

 
 

 

 

 

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