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Storia dell'arte - Story of Art


 

 

Pablo Picasso

il padre del cubismo

Picasso - ceramica - Museo Internazionale delle Ceramiche in FaenzaPablo Picasso y Ruiz è nato a Malaga il 25 ottobre 1881 da José Ruiz Blasco e da Maria Picasso y Lopez.

Dal padre, professore di disegno alla Escuela des Artes Oficios di Malaga, Picasso trasse i primi insegnamenti; dalla madre, di origine italiana, derivò il cognome facendo decadere quello del padre ma soprattutto ereditò quella inquietudine e quella energia vulcanica, caratteristiche del suo comportamento.

Misterioso e singolare come la sua nascita quando, creduto nato morto, il suo corpicino fu lasciato su un tavolo da ospedale e rianimato da uno zio medico, Picasso frequentò la scuola perché non poteva esimersi dal farlo; in età adulta, infatti, sosterrà più volte di aver perduto soltanto tempo con lo studio scolastico, inefficiente ed inutile dal punto di vista formativo.

Nelle sue mani un’innata facilità di dipingere, tanto da comporre all’età di otto anni un quadro raffigurante la corrida ricco di un talento non comune per la sua giovane età e a quindici anni il ritratto della madre ricco di espressione e comunicazione.

Sotto la guida del padre imparò e perfezionò le tecniche del disegno, studiò i maestri della pittura spagnola: Velazquez, Goya, Zurbaran e, a partire dal 1895, anno in cui la famiglia Picasso si trasferì a Barcellona, iniziò la vera carriera artistica.

Del primo anno di studi all’Accademia La Lonja di Barcellona è la giovanile (appena sedici anni) opera Scienza e carità eseguita nel 1896-97 secondo le rigorose esigenze del "saggio" accademico ma lavoro degno di un vero maestro, ora vanto del Museo Picasso di Barcellona.

Nel 1897 si legò all’ambiente artistico-letterario del caffè-cabaret Els Quatre Gats (che accolse poi nel 1900, la sua prima mostra personale di ritratti) e iniziò a svolgere attività di illustratore per alcune riviste; nel medesimo anno frequentò l’Accademia di Madrid e compì il suo primo viaggio a Parigi.

Nei quattro anni successivi l’artista bruciò le tappe della sua formazione e condusse a fondo le prime e positive esperienze artistiche operando, già con individuabili caratteri personali, nel filone del realismo spagnolo, il superamento del quale si attuò con il secondo viaggio a Parigi, nel 1901, anno in cui tenne la sua prima personale con pitture ispirate ad aspetti della condizione umana, alla cui resa drammatica contribuirono ricordi di Spagna e l’essenzialità di visione di Toulouse-Lautrec.

Genio in pittura ma avido e arido negli affetti pur se amante di tutto quello che la vita può donare, contornato da belle donne disposte a toglierli quel velo di tristezza negli occhi che lo rendeva intrigante ed accattivante ai loro istinti materni, senza concedere amore fedele e senza avere pietà di offendere le persone care, Picasso amava farsi beffe del mondo sicuro della sua incomparabile importanza.

Nel rappresentare la tristezza, la miseria, la povertà e la solitudine dell’uomo, temi a lui cari quegli anni, ricorse all’uso di una contenuta monocromia azzurra che ben si adattava alle sue dolenti e malinconiche immagini e che caratterizzava quello che fu definito il "periodo blu", protrattosi fino alla primavera del 1904.

Le opere di questo momento si distinsero, oltre che per il colore livido e freddo, anche per il disegno più controllato e sicuro e per la semplificazione delle forme, ne sono indicativi esempi: Ritratto di Jaime Sabartés (1901); La Bevitrice d’assenzio (1901).

Alla fine del 1902, Picasso ritornò per la terza volta a Parigi, esponendo da Berte Weill e da Ambroise Vollard; la sua pittura è sempre più malinconica, i soggetti esprimono sofferenza e dolore e il colore blu si fa sempre più cupo; il tutto quasi a voler rappresentare il suo stato d’animo quando si chiude a dipingere fra quattro pareti di una stanza sordida e angusta, assorto nei suoi pensieri, immerso nel silenzio.

All’inizio del 1903 Picasso lavorò a Barcellona, in questo periodo la produzione di capolavori (oli, acqueforti, pastelli, acquerelli) fu la più prolifica e più bella del "periodo blu"; emergono Il vecchio cieco e ragazzo (1903) e Il vecchio chitarrista cieco (1903) dove il ricordo più forte di El Greco dissipa ogni influenza di Toulouse-Lautrec.

Nella primavera del 1904 l’artista lasciò la Spagna per trasferirsi definitivamente a Parigi, a Montmartre, nell’edificio divenuto poi famoso come Bateau Lavoir, dove fu attivo uno dei primi gruppi del cubismo.

Molti personaggi estrosi, eccentrici e squattrinati frequentavano il Bateau Lavoir, oltre a Picasso, i pittori Zuloaga e Ricardo Canals, lo scultore Manuel Hugué, detto Manolo e la nuova amica-amante di Picasso Fernande Olivier per la quale l’artista nutriva una tormentata gelosia che lo rendeva ancor più tenebroso nel carattere; più tardi alla insolita e stravagante compagnia si unirà anche lo scrittore Guillaume Apollinaire, il russo Schukin e l’amico di vecchia data Max Jacob; successivamente faranno parte della combriccola anche Gertrude e il fratello di lei Leo Stein.

La vita di Picasso e quella dei suoi singolari amici trascorrevano tra molti stenti da una bettola all’altra alla disperata ricerca di un pasto caldo per pochissimi centesimi.

L’incontro con gli americani Geltrude e Leo Stein, che acquisteranno opere per un importo di 800 franchi, darà il via ad un sodalizio che durerà diversi anni e consentirà una tregua alle sue tribolazioni.

Il mondo del circo (in particolare quello offerto dall’allora famoso Circo Medrano) fu tema ricorrente della maggior parte delle opere di quegli anni: saltimbanchi, giocolieri, acrobati, e arlecchini sono un po’ i fantasmi delle sue immagini pittoriche "azzurre" e di quelle successive realizzate con quel morbido color carnicino che caratterizzò, tra il 1905 e il 1906, il "periodo rosa" Famiglia di acrobati con scimmia, (1905); La toilette, (1906), contraddistinto da linee più delicate, modellate, dolci che esprimono un lirismo plasticamente organizzato.

A questa trasformazione non fu estraneo l’influsso della scultura; essa, infatti, si realizzò dopo il viaggio dell’artista in Olanda, a Schooridam nell’estate del 1905, dove ebbe contatti con lo scultore Tom Schilperoot, contatti che sono anche all’origine della prima autentica prova scultorea Il buffone, (1905).

Nella gamma dei suoi toni rosati, particolari effetti plastici emergono in numerosi dipinti di questo periodo, tra cui I saltimbanchi e la Fillette à la boule, ambedue eseguiti nel 1905.

Se l’incontro con Matisse nel 1906 parve caricare la componente emozionale sulla spinta della pittura esaltante dei fauves, questa si placò in breve tempo, durante il soggiorno dell’artista in Spagna, dove fu piuttosto sensibile a sollecitazioni della primitiva scultura iberica: ne fa fede la concisa e plastica immagine del Ritratto di Gertrude Stein (1906), dove interviene una sottile ma decisa riflessione critica sulla ricerca di resa di valori plastici e del colore.

Il "periodo rosa" fu una linea vincente che piacque e convinse il pubblico che apprezzò subito questo nuovo modo di rappresentazione artistica ingentilita ma, Picasso, non fu dello stesso convincimento ed invece di perseverare su questo stile, concluse repentinamente il "periodo rosa" con poche opere immediatamente successive e introdusse i primi cenni della fase cubista.

Nel 1907, anno di incontro con Daniel Henry Kahnweiler, Braque e Derain, l’artista realizzò, dopo meditata e laboriosa preparazione, il famoso dipinto Les demoiselles d’Avignon vessillo del nascente cubismo e opera decisiva per le future sorti dello svolgimento dell’arte moderna.

Il quadro, molto discusso e ritenuto irriverente anche dai suoi stessi amici più cari come Matisse che lo considerò un oltraggio così forte all’arte tanto da prendere le distanze da Picasso anche dal punto di vista dell’amicizia, come Gertrude e Leo Stein che, visto il quadro, per la prima volta ebbero manifestazioni di scherno, come Apollinaire che rimase sconcertato, …, solo Kahnweiler apprezzò la novità nella precisa convinzione che quel dipinto sarebbe stato il propulsore di un imminente cambiamento.

Il quadro è ambientato in una "casa d’appuntamenti" dove, cinque fanciulle di piacere, completamente nude, sono rappresentate in una nuova struttura del corpo umano, con forme quasi geometriche, spigolose e contorte; i volti sembrano non appartenere ai corpi sui quali sono collocati: uno di essi sembra derivare per forma e colore da un dipinto egiziano, due sembrano prelevati da mascheroni africani (risentendo del fascino dell’arte africana scoperta nello stesso anno al Musée de l’Homme) e due presentano caratteristiche infantili, scialbe e inespressive, con i contorni degli occhi molto evidenziati.

Il dipinto nacque nell’anno in cui si tenne a Parigi la grande retrospettiva di Cèzanne, morto nel 1906, la cui opera segnò il punto in cui si incontravano e si dipartivano le passate esperienze dell’impressionismo e quelle nascenti del cubismo, le quali si alimentavano anche delle scoperte della scultura negra, del ricordo dell’arte romanica catalana e, ancora, della scultura iberica e della pittura di El Greco.

Questo breve periodo, conosciuto sotto il nome di "periodo negro" o "protocubista", era concentrato sulla ricerca di una nuova struttura del corpo umano dove le figure apparivano come scolpite piuttosto che dipinte, i volti raffigurati come maschere tribali, i corpi ricavati dal legno e le figure, aggrovigliate, sembrano creare un unico corpo.

Tra il 1907 e il 1908, Picasso visse l’intenso travaglio e la ribellione da cui scaturì il tracciato di tutta l’arte moderna; tale travaglio fu strettamente condiviso con Braque con il quale lavorò intensamente per trovare la soluzione al problema della terza dimensione e riportare alla superficie piana della tela, lo spazio.

Le tappe di questa ricerca sono segnate nella resa volumetrica dei geometrici e sfaccettati paesaggi eseguiti da Picasso nell’estate 1908 alla Rue des Bois, dai quali emergono non pochi punti di contatto con la libera e pura espressione della pittura di altissimo valore poetico e decorativo di Henry Rousseau – detto il Doganiere - così ben innestata dall’artista nella rigorosa organizzazione architettonica desunta dalla lezione cézanniana (Tre donne e La Driade entrambi del 1908).

Compaiono così i primi paesaggi in cui i piani di superficie si sottraggono dalla prospettiva tradizionale, incorporandosi l’uno nell’altro e il colore dominante, in un primo approccio, è il verde sostituito da un colore più caldo, nelle varie sfumature dell’arancio e del marrone, in un momento successivo.

Già utilizzato da Cézanne, questo procedimento consiste nel concepire le forme attraverso piani colorati, non delimitati, come se scivolassero gli uni dentro gli altri e mostrando tutti i lati dell’oggetto rappresentato; la superficie spezzata in piani e la ricerca della terza dimensione saranno i capisaldi per la rappresentazione della figura umana del futuro.

I primi ed autentici paesaggi cubisti dalla iniziale fase analitica furono quelli eseguiti da Picasso nell’estate del 1909 a Horta de Hebro (Fabbrica a Horta de Hebro)) in cui il frantumato spezzettamento degli angoli visivi (Ritratto di D. H. Kabnweiler) fino alla totale deflagrazione raggiunta negli anni 1911-12 (Donna con chitarra, ma jolie), epoca in cui l’artista, nel suo soggiorno a Céret (altro luogo fondamentale per la storia del cubismo), ebbe il momento di maggiore contatto con la pittura di Braque, che di quel movimento fu il teorico più convinto, rappresentarono la vera novità sia nel campo pittorico e sia in tutte le altre forme di espressione artistica, dal cinema all’architettura, dalla scultura alla letteratura.

L’artista introdusse, poi, elementi nuovi nella sua pittura, ben riconoscibili: bottiglie, carte da gioco e strumenti musicali come se volesse concedere un aiuto a comprendere l’opera e, successivamente, l’inclusione di lettere, parole, frasi quasi a voler comunicare il riferimento al mondo dei giornali, dei manifesti.

Dopo una mostra cubista in Germania nel 1910, Picasso, l’anno successivo tenne la sua prima personale negli Stati Uniti (nello stesso anno Kahnweiller pubblicò il libro di Max Jacob Sain-Matorel con incisioni di Picasso); la mostra non andò bene, il suo stile così rivoluzionario fu molto criticato suscitando in alcuni, stupore e curiosità, ai più ira e indignazione.

A quelle provocazioni e a quegli scandali l’artista reagì con novità incessanti, spiazzando tutti con la disgregazione della bellezza tradizionale costruendo figure nuove, aggressive, inquietanti, trasgressive donando una nuova immagine alla nostra epoca.

Questo suo percorso creativo e questa sua genialità che rivoluzionò l’arte del ventesimo secolo non si rispecchiò nella sua vita di uomo dove si rivelò persona insensibile, sprezzante e di poco stile; era l’anno 1911 quando con Apollinaire fu sospettato, a torto, del furto del famosissimo quadro della "Gioconda" al Louvre; Apollinaire fu arrestato e per alcune settimane subì l’affronto della prigione forse anche per il tradimento di Picasso che, per timore di essere lui stesso imprigionato, negò spudoratamente, davanti al giudice, di averlo mai conosciuto malgrado fosse suo compagno di quasi tutte le sere.

Analogo episodio di tradimento si verificò anni dopo nel 1938, quando nel novembre dello stesso anno lo scrittore, fondatore del movimento letterario futurista Filippo Tommaso Marinetti, Picasso ed altri amici si ritrovarono sulla tomba di Apollinaire, nel cimitero di Parigi, e Picasso si rifiutò, davanti agli amici, di stringere la mano a Marinetti, perché fascista e molto vicino a Mussolini, quando in altre occasioni Marinetti, Picasso e l’amica-compagna Fernande Olivier avevano conversato amichevolmente senza che l’influenza politica intaccasse la conversazione.

Se del suo comportamento di artista occorre esprimere il più alto livello di considerazione, del pari non si può dire del suo comportamento di uomo meritevole di biasimo per il contegno verso gli amici e verso le donne; valga qualche esempio:di un quadro regalatogli da Modiglioni, ne riutilizzò la tela dipingendovi sopra; troppo sensibile al fascino femminile, insidiava le donne dei suoi amici fino a convincerle ai suoi desideri per poi trattarle con noncuranza e scarsa considerazione.

Nel 1912 fu attivo ad Avignone, a Céret e poi a Sorgues, dove ancora a stretto contatto con Braque, diede vita alle maggiori opere cubiste iniziando il "collage" (Natura morta con sedia impagliata, 1912), invenzione che, accanto a quella del papier collé di Braque, ebbe importanti conseguenze nello sviluppo dell’arte dadaista (negazione di tutti i valori razionali ed esaltazione degli atti più gratuiti e arbitrari di un individuo) e poi surrealista.

L’interesse nuovo per l’oggetto banale appare esemplificato da Picasso nella concreta trasposizione plastica della pittura cubista realizzata nell’opera in lamiera Chitarra (1912) e negli anni 1913-14, segnati ancora da soggiorni di Picasso a Céret e ad Avignone in compagnia di Braque, Derai e J. Gris, grazie al collage, si attuò il passaggio al cubismo sintetico per cui ogni oggetto tese ad essere ricostruito in piani semplificati, disposti casualmente.

Le costruzioni cubiste realizzate con materiali poveri come latta, cartone, legno non raggiunsero l’effetto desiderato e quando Apollinaire, sulla sua rivista, pubblicò le opere di Picasso la reazione degli abbonati fu eclatante: annullarono l’abbonamento.

Opere significative di quegli anni sono: Foglio di musica e chitarra (1912), Donna in poltrona davanti al caminetto (1914), Bicchiere di assenzio (1914, scultura policroma), e Arlecchino (1915).

Al cambiamento di stile corrispose anche un cambiamento di vita di Picasso che, grazie agli elogi letterari al movimento cubista da parte di Apollinaire (diventato appassionato commentatore dello stile cubista) e ad una serie di mostre in Europa e in America divenne celebre al pubblico internazionale e cambiò anche modella e compagna di vita; il suo nome era Eva Gouel, affascinante compagna del pittore e amico Louis Markus, incontrata in casa di Gertrude e Leo Stein; Fernande, per incompatibilità di carattere, ormai era dimenticata.

Con lo scoppio della Prima Guerra Mondiale, il compagno di Picasso, Braque partirà per il fronte ritornerà ferito alla testa; i postumi delle ferite renderanno l’amico diverso; anche Apollinaire partirà per il fronte ed anche lui ritornerà ferito alla testa e dopo una lunga convalescenza morirà di febbre spagnola.

Anche Eva Gouel, ammalata di tubercolosi, nel 1915, lascerà solo Picasso che entrerà in una crisi profonda oltre che introspettiva anche artistica.

L’incontro di Picasso con Jean Cocteau e l’attività nel campo teatrale (costumi e bozzetti per gli spettacoli della compagnia dei Balletti Russi di Djagilev: Parade, Tricorne, Pulcinella, ecc) furono motivo di "distrazione" ma anche di rinnovamento per l’artista, che pur legato alla tematica cubista alla quale si ispirò fino al 1925 seppe riscoprire l’antichità classica e il Rinascimento italiano (nel 1917 soggiornò a Roma, Napoli, Pompei, Firenze), dando della prima una trascrizione in chiave ironica con Tre donne alla fontana (1921), di poco posteriore a quello che venne considerato il suo fondamentale documento del cubismo sintetico, cioè I tre musicanti, eseguito nello stesso 1921. Nella compagnia di Cocteau, Picasso incontrerà la ballerina russa Olga Kokhlova che sposerà il 12 luglio 1918 davanti ai testimoni e amici Max Jacob, Apollinaire (morirà dopo pochi mesi) e Cocteau; dalla unione nascerà nel febbraio del 1921 il primo e unico figlio legittimo Paulo.

A partire dal 1919 eseguirà molti ritratti alternando opere a soggetto realistico con altre di netta ispirazione cubista.

Nel 1925, esaurita la vena cubista, Picasso approdò al surrealismo (La Danza, 1925), complice il padre spirituale del surrealismo André Breton.

I volti verranno dipinti come visti contemporaneamente da più angoli prospettici, le teste risulteranno deformate e gli occhi, il naso, la bocca, le orecchie, …saranno distribuiti sui volti delle figure senza tener conto del loro ordine naturale.

L’immagine di insieme risultava mostruosa ma c’era, all’epoca, chi, aveva giurato di essere in grado di riconoscere la persona raffigurata.

Le esperienze successive dell’artista, dalle piccole composizioni di acceso cromatismo eseguite nel 1928 a Dinard fino alle creazioni del cosiddetto "periodo dei mostri" (Donna in riva al mare, 1930), costituirono imprevedibili superamenti di un linguaggio artistico destinato ad un rinnovo continuo quale punto di riferimento e di aggiornamento per l’arte moderna mondiale.

Alla ricchezza cromatica corrisponderà una sempre più approfondita semplificazione formale che meglio si evidenzierà nell’opera grafica (acqueforti per le Metamorfosi di Ovidio e per la serie della tauromachia con riferimenti alla figura mitologica del Minotauro) e nella scultura (Testa di donna, 1932, collezione Picasso), attuata sul movente del ricupero della forma secondo il suggerimento del modello classico (Musa, 1935).

I riconoscimenti all’artista in questo periodo appariranno unanimi e incondizionati attraverso il successo delle mostre tenute a Parigi e nei maggiori centri europei compresa la Spagna, dove egli nel 1934 soggiornò riprendendo il prediletto tema della corrida (Corrida, 1934).

Il matrimonio con la moglie Olga era ormai in crisi da tempo; nel 1932 Picasso incontrerà Marie-Thérèse Walter che dapprima sua modella, ne diventerà l’amante donandogli una figlia Maria Concepcion, detta Maia.

L’amore di Picasso per Marie-Thérèse si affievolirà quando nell’estate del 1936 all’artista verrà presentata Dora Maar, giovane e bella fotografa, elegante, sofisticata, dal temperamento forte e indipendente che in pochi giorni diventerà la modella preferita e la sua amante.

Dopo la parentesi surrealista Picasso farà emergere in tutta pienezza di segno e di colore il suo fondo espressionista con il capolavoro, riassuntivo della moderna interpretazione degli orrori della guerra, di Guernica (1937), piccolo villaggio basco raso al suolo dai bombardieri tedeschi nelle ore in cui le strade del piccolo borgo erano più affollate.

L’angoscia e la disperazione che assalì l’artista sfogarono in una frenetica pittura tendente a denunciare l’orrore della guerra, la distruzione e la sofferenza che ne consegue.

Tragica immagine dei massacri della guerra civile, questo quadro, quasi monocromo, dove ogni figura è innalzata al rango di simbolo, fu frutto di un centinaio di studi preparatori.

Il quadro, di quasi tre metri e mezzo per otto metri, diventò il simbolo della protesta universale contro la guerra e per Picasso fu l’occasione per affrontare un tema politico e, quando la guerra civile fu vinta dai fedeli di Franco, l’artista affidò l’opera al Museum of Modern Art di New York "…fino a che in Spagna non fosse tornata la democrazia".

All’esasperato espressionismo di Guernica si ispirarono molte altre opere dell’artista, fino a quell’apertura di paesaggio "magico" della Pesca notturna ad Antibes (1939), omaggio alla pace perduta.

Nel periodo della Seconda Guerra Mondiale, durante il quale fu attivo a Parigi, Picasso scrisse un lavoro teatrale (Le désir attrappé par la queue) rappresentato nel 1944, anno in cui l’artista aderì al partito comunista.

Un’altra donna, nel frattempo, entrava nella vita di Picasso, era Françoise Gilot che il 15 maggio 1947 gli regalerà un figlio, Claude e il 19 aprile 1949 una figlia, Paloma.

Infaticabile lavoratore, terrà una grande mostra nel 1945 al Victoria and Albert Museum di Londra; nel medesimo anno verrà fondato ad Antibes il Museo Picasso nel palazzo appartenuto alla nobile famiglia genovese dei Grimaldi.

Negli anni del dopoguerra l’attività di Picasso si esplicò in molteplici settori; in particolare una serie di sculture di grande formato, parecchie delle quali realizzate assemblando diversi oggetti (manichino, cartone ondulato, sella di bicicletta, manubrio, …) che preannunceranno gli assemblaggi del Nouveau Réalisme di Arman e César di fine degli anni Cinquanta (Testa di toro, Donna con veste lunga).

Oltre alla numerosa produzione litografica degli anni 1945-46, particolarmente copiosa e intensa fu la sua opera di ceramista, iniziata a Vallauris nel 1947, che lo portò a modellare centinaia di pezzi estrosi nella forma e nella decorazione: stravaganti vasi a forma di testa, curiose bottiglie a forma di donna, animali vari (soprattutto civette), piatti incisi e dipinti, ecc.

Non meno importante in quegli anni fu l’attività scultorea dell’artista, che rivelò anche nell’arte tridimensionale una straordinaria capacità inventiva, feconda di sviluppi.

Tra le opere più note (soprattutto animali) è la Capra (1950), assemblaggio di oggetti "trovati" o di uso comune fusi poi in bronzo.

Del 1949 era la celebre Colomba della pace disegnata per il manifesto del Congresso della Pace Mondiale a Parigi che diventerà il simbolo della pace.

Pacifista senza remore, affermerà sempre di essere contro la morte e contro la guerra e a conferma di questo impegno, le sue opere documenteranno gli avvenimenti politi dell’inizio degli anni Cinquanta come il Massacro in Corea (1951) e i due pannelli della Guerra e della Pace eseguiti nel 1952 per la cappella di Vallauris.

Seguiranno poi i cicli delle "variazioni", dalla serie sulle Donne di Algeri di Delacroix (1954-55) e quella su Las Meninas di Velasquez (1957), fino a quelle dedicate al Déjeuner sur l’herbe di Manet (1961) e al Ratto delle Sabine di Poussin, eseguite nel 1962, anno in cui Picasso otterrà il premio Lenin per la pace.

La vita con Françoise entrò in crisi a causa di una nuova fiamma: una giovane donna separata dal marito, Jacqueline Rocque con la quale Picasso iniziò una convivenza nel 1954, anno che vide la morte dei cari amici André Derain a seguito di un incidente stradale, Henry Matisse e di lì a pochi mesi, nel febbraio del 1955, di Olga Kokhlova.

Il 2 marzo 1961 Picasso sposerà Jacqueline ed insieme si trasferiranno in un castello secentesco di Vauvernargues vicino a Aix-en-Provence dove l’artista continuerà a dipingere e a realizzare incisioni.

Tema costante degli anni Sessanta fu la composizione Pittore e modella caratterizzata da affettuose annotazioni sentimentali sommerse da empiti sensuali ed erotici che restituiranno l’intimo temperamento dell’uomo e la possente misura dell’artista, non insensibile alle suggestioni del paesaggio e del sentimento.

La serie di grandi mostre organizzate in tutte le parti del mondo, vivente l’artista, si concluse, dopo la sua morte avvenuta l’8 aprile 1973, con la grande rassegna di circa 210 opere (eseguite tra il 1970 e il 1972) presentate nel 1974 ad Avignone nel Palazzo dei Papi.

Le spoglie di Picasso riposano nelle terre del castello di Vauvernargues, accanto alla statua in bronzo Donna con vaso di fiori del 1933.

La vicenda artistica di Picasso svoltasi per ben oltre mezzo secolo, si può identificare in gran parte con quella dell’arte moderna per la molteplicità delle esperienze da lui maturate, per il vastissimo lavoro di rielaborazione della cultura antica e contemporanea, per la ricchezza dei contributi e delle indicazioni di ricerca offerti alla cultura artistica in ogni campo.

 

I SUOI MAGGIORI CAPOLAVORI

PERIODO TITOLO ALLOCAZIONE

  • 1896-97 Scienza e carità Barcellona, Museo Picasso

  • 1900 L’appuntamento Mosca, Museo Puskin

  • 1900 Le Moulin de la Galette New York, Gugenheim Museum

  • 1901 Donna in blu Madrid, Museo Nacional

  • 1901 Donna imbellettata Barcellona, Museo Picasso

  • 1901 Autoritratto New York, Museum of Modern Art

  • 1901 Il funerale di Casagemas Parigi, Museo d’Arte Moderna de la Ville de Paris

  • 1901 Ritratto di Jaime Sabartés Mosca, Museo Puskin

  • 1901 Arlecchino pensoso New York, Metropolitan Museum of Art

  • 1901 Arlecchino e la compagna Mosca, Museo Puskin

  • 1901 La bevitrice di assenzio San Pietroburgo, The State Hermitage Museum

  • 1901 Autoritratto Parigi, Museo Nazionale Picasso

  • 1902 L’incontro San Pietroburgo, The State Hermitage Museum

  • 1903 Ritratto di Benet Soler San Pietroburgo, The State Hermitage Museum

  • 1903 Madre con bambino malato Barcellona, Museo Picasso

  • 1903 Vecchio cieco e ragazzo Mosca, Museo Puskin

  • 1903 Vecchio chitarrista Chicago, The Art Institute

  • 1903 La vita Cleveland, Museum of Art

  • 1903 La famiglia Soler Liegi, Musée d’Art Moderne et d’Art Contemporain

  • 1904 Celestina Parigi, Museo Nazionale Picasso

  • 1905 Acrobata e giovane equilibrista Mosca, Museo Puskin

  • 1905 Ragazza di Mallorca Mosca, Museo Puskin

  • 1905 Due acrobati con il cane New York, The Museum of Modern Art

  • 1905 Famiglia di acrobati con scimmia Goteborg, Konstmuseum

  • 1905 Il buffone Parigi, Museo Nazionale d’Arte Moderna

  • 1905 I saltimbanchi Washington, National Gallery

  • 1905 Fillettes à la boule Mosca, Museo Puskin

  • 1905 I saltimbanchi Washington, National Gallery

  • 1905 La fillette à la boule Mosca, Museo Puskin

  • 1905 Il buffone Parigi, Museo Nazionale d’Arte Moderna

  • 1905-06 Ragazzo con cavallo New York, The Museum of Modern Art

  • 1905-06 Ritatto di Gertrude Stein New York, Metropolitan Museum of Art

  • 1906 I due fratelli Parigi, Museo Nazionale Picasso

  • 1906 La toilette Bufalo, Albright-Knox Art Gallery

  • 1907 Autoritratto Praga, Narodni Galerie

  • 1907 Les Demoiselles d’Avignon New York, The Museum of Modern Art

  • 1908 Donna con ventaglio San Pietroburgo, The State Hermitage Museum

  • 1908 La contadina San Pietroburgo, The State Hermitage Museum

  • 1908 La casetta in giardino Mosca, Museo Puskin

  • 1908 La Driade San Pietroburgo, The State Hermitage Museum

  • 1908-09 Tre donne San Pietroburgo, The State Hermitage Museum

  • 1909 Donna con mandolino San Pietroburgo, The State Hermitage Museum

  • 1909 Donna con ventaglio Mosca, Museo Puskin

  • 1909 Donna con pere New York, The Museum of Moder Art

  • 1909 Case in collina a Horta de Hebro New York, The Museum of Moder Art

  • 1909 Fabbrica a Horta de Hebro San Pietroburgo, The State Hermitage Museum

  • 1909 Natura morta con bottiglia di liquore New York, The Museum of Modern Art

  • 1909-10 Ritratto di Ambrosie Vollard Mosca, Museo Puskin

  • 1911 Ritratto di D. H. Kabnweiler Chicago, Art Institute of Chicago

  • 1911-12 Donna con chitarra ma jolie New York, The Museum of Modern Art

  • 1912 Natura morta con sedia impagliata Parigi, Museo Nazionale Picasso

  • 1912 Violino, bicchiere, pipa e calamaio Praga, Narodni galerie

  • 1912 Foglio di musica e chitarra Parigi, Museo Nazionale d’Arte Moderna

  • 1912-13 Chitarra (scultura) New York, The Museum of Modern Art

  • 1913 Chitarra New York, The Museum of Modern Art

  • 1913 Donna in camicia New York, The Museum of Modern Art

  • 1914 Donna in poltrona davanti al caminetto Parigi, Museo Nazionale d’Arte Moderna

  • 1914 Bicchiere di assenzio New York, The Museum of Modern Art

  • 1914 Natura morta verde New York, The Museum of Modern Art

  • 1914 Ritratto di fanciulla Parigi, Museo Nazionale d’Arte Moderna

  • 1914 Bottiglia di Bass, clarinetto, chitarra, ecc. Parigi, Museo Nazionale d’Arte Moderna

  • 1914 Chitarra sul tavolo Zurigo, Kunsthaus

  • 1915 Arlecchino Parigi, Museo Nazionale d’Arte Moderna

  • 1917 Parade (sipario teatrale) Parigi, Museo Nazionale d’Arte Moderna

  • 1917 Ritratto di Olga in poltrona Parigi, Museo Nazionale Picasso

  • 1917 Arlecchino Barcellona, Museo Picasso

  • 1918 Pierrot New York, The Museum of Modern Art

  • 1919 Bicchiere, bouquet, chitarra e bottiglia Berlino, Sammlung Berggruen Staatliche Museen

  • 1920 Donna seduta Parigi, Museo Nazionale Picasso

  • 1921 I tre musicanti New York, The Museum of Modern Art

  • 1921 Tre donne alla Fontana New York, The Museum of Modern Art

  • 1921-22 Grande bagnante Parigi, Musée de l’ Orangerie

  • 1922 La corsa Parigi, Museo Nazionale Picasso

  • 1923 Il flauto di Pan Parigi, Museo Nazionale Picasso

  • 1923 Ritratto di Jacinto Salvado Parigi, Museo Nazionale d’Arte Moderna

  • 1924 Paulo vestito da Arlecchino Parigi, Museo Nazionale Picasso

  • 1924 Arlecchino musicista Washington, National Gallery of Art

  • 1925 La danza Londra, Tate Gallery

  • 1925 Il bacio Parigi, Museo Nazionale Picasso

  • 1925 Studio con testa di gesso New York, The Museum of Modern Art

  • 1926 L’atelier della modista Parigi, Museo Nazionale d’Arte Moderna

  • 1930 La crocifissione Parigi, Museo Nazionale Picasso

  • 1930 Donna in riva al mare The New York, Museum of Modern Art

  • 1932 Il sogno New York, Ganz Collection

  • 1933 Maquette per "Minotaure"(collage) New York, The Museum of Modern Art

  • 1934 Corrida California, collezione privata

  • 1934 Nudo in giardino Parigi, Museo Nazionale Picasso

  • 1935 La Musa Parigi, Museo Nazionale d’Arte Moderna

  • 1935 Minotauromachia (acquaforte) New York, The Museum of Modern Art

  • 1937 Ritratto di Marie-Thérèse Parigi, Museo Nazionale Picasso

  • 1937 Guernica Madrid, Museo Nacional

  • 1937 Donne che giocano sulla spiaggia Venezia, Peggy Guggenheim Collection

  • 1937 Ritratto di Dora Maar Parigi, Museo Nazionale Picasso

  • 1937 Ritratto di Nush Eluard Parigi, Museo Nazionale Picasso

  • 1938 Maia con la bambola Parigi, Museo Nazionale Picasso

  • 1939 Dora Maar Berlino, Sammlung Berggruen Staatliche Museen

  • 1939 Pesca notturna ad Antibes New York, The Museum of Modern Art

  • 1942 L’Aubade Parigi, Museo Nazionale d’Arte Moderna

  • 1942 Le tre età dell’uomo Bruxelles, Collezione Mabile

  • 1943-44 Dora Maar New York, Collezione privata

  • 1948 La cucina Parigi, Museo Nazionale Picasso

  • 1950 La capra (scultura in bronzo) New York, The Museum of Modern Art

  • 1951 Massacro in Corea Parigi, Museo Nazionale Picasso

  • 1953 L’ombra Parigi, Museo Nazionale Picasso

  • 1955 Le Donne di Algeri New York, Ganz Collection

  • 1956 Donna nuda davanti al giardino Amsterdam, Stedelijk Museum

  • 1957 Las Meninas da Velasquez Barcellona, Museo Picasso

  • 1961-62 Jacqueline au ruban jaune Mougins, Collezione Picasso

  • 1962 Jacqueline Mougins, Collezione Picasso

  • 1963 Il pittore e la modella Monaco, Pinakothek

  • 1970 Visage Mougins, Collazione Picasso

 

 

 

 

 

 

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