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Storia dell'arte - Story of Art


 

 

TIZIANO

Maestro del perfetto colorire

Tiziano Vecellio

Tiziano Vecellio nasce a Pieve di Cadore da una famiglia agiata di antiche origini: il padre e i nonni erano importanti giureconsulti oltre che amministratori della comunità cadorina.

La data della nascita non è certa giacché i vari documenti che possono certificare la sua nascita risultano essere imprecisi e contraddittori; Giorgio Vasari indica la data di nascita di Tiziano nel 1480.

Giunto a Venezia giovanissimo, ad appena nove anni, fu mandato ad apprendere l’arte nella bottega di Sebastiano Zuccato per passare, poi, in quella dei fratelli Gentile e Giovanni Bellini e diventare, poi e molto presto, allievo e collaboratore di Giorgione per il periodo di apprendimento e studio ed emulo e rivale in seguito.

Era notorio che mentre Giorgione affrescava la facciata del Fondaco dei Tedeschi, che guarda verso il Canal Grande, Tiziano affrescava l’altra, verso la Merceria, raggiungendo e superando il maestro con la vivacità dell’intonazione dei colori.

Infatti, nella sua prima attività sviluppò molto la "pittura di tono", con alterni riferimenti ora al Giorgione, ora a Giovanni Bellini e ora anche al Mantenga, a Durer e Raffaello.

Indirizzatosi verso un realismo grandemente innovativo per la cultura veneta fu nominato, dal Senato di Venezia, Primo Pittore della Repubblica al posto di Giovanni Bellini morto nel 1516.

Venezia a quei tempi era una grande potenza marinara; la Serenissima si estendeva territorialmente fino a Brescia e Bergamo e, Venezia, era una delle città più ricche per l’abbondanza delle merci che provenivano da Levante e da Ponente.

Anche le arti veneziane in quel periodo conoscevano un grande rinnovamento in quanto Venezia era il centro propulsore del più raffinato umanesimo e la Santa Sede della Serenissima aveva stimolato l’accoglimento di intellettuali, di artisti e di letterati desiderosi di esprimersi liberamente senza i vincoli e i controlli della Chiesa.

Tiziano, divenne rapidamente importantissimo e la sua "pittura di tono" trova espressione già nel 1503 con la Pala di Anversa commissionatagli da Jacopo Pesaro; opera questa molto importante per la sua giovane età (appena ventenne) ma soprattutto per la sua affermazione sia nell’ambiente artistico sia in quello politico; sia nell’uno sia nell’altro, Tiziano è sempre pronto ad offrire il suo talento a tutte le esigenze della committenza veneziana.

La prima opera ufficiale è costituita dagli affreschi eseguiti nel 1507-08 sulla facciata del Fondaco dei Tedeschi, poi, nel 1510 la Pala di San Marco per la chiesa veneziana di Santo Spirito in Isola, oggi, Santo Spirito alla Salute.

Nell’Amor sacro e profano (1515 Galleria Borghese, Roma), Tiziano, dispiega tutto il suo "classicismo cromatico" nella complessa e raffinata allegoria che celebra il matrimonio tra Niccolò Aurelio e Laura Bagarotto e nella pala dell’Assunta (1518 Santa Maria dei Frari, Venezia), grandiosamente scenografica, raffaellesca, che costituì un avvenimento artistico rivoluzionario per la città, il grande artista comincia a realizzare quelle grandi pale di altare che costituiranno una parte consistente della sua produzione.

Negli anni seguenti, Tiziano, padrone di un ricco bagaglio culturale umanistico, dovuto anche all’amicizia stretta con gli intellettuali di Venezia, come Pietro Bembo, PietroAretino, Iacopo Tatti detto il Sansovino iniziò a lavorare per alcune corti italiane come Ferrara (1519), Mantova (1523), Urbino (1532) e per l’Imperatore Carlo V (dal 1530) con una copiosa produzione di scene mitologiche sensuali e decorative (due Baccanali Madrid, Prado; Venere di Urbino, 1538, Firenze, Uffizi) nelle quali il ricchissimo tonalismo rende appieno ed esalta i grovigli di corpi nudi immersi in fiabeschi paesaggi.

Tiziano è un artista ed un uomo tranquillo, ama la vita conciliante e la sua vita famigliare fu sempre serena, la moglie Cecilia, morta giovane nel 1530, gli ha lasciato tre figli: Pomponio, Orazio e Lavinia.

Il primo diventerà sacerdote, il secondo avviato agli studi dell’arte gli darà aiuto nel suo lavoro e Lavinia, felicemente sposa, sarà la modella di molti suoi quadri.

L’operosità di Tiziano non ha tregua, il suo progresso è maturato rapidamente, la sua personalità rivoluzionaria si è definitivamente affermata; le forme di Giorgione, di Giovanni Bellini, alle quali si era ispirato, sono scomparse dalle sue opere dove invece prevale il suo personalissimo stile ed ha già creato quei tipi di donne che porteranno il suo nome; quelle bellezze che saranno dette tizianesche per le forme floride, le carni dorate, i capelli biondi.

Copiosa anche la sua produzione ritrattistica da quella di gusto ancora giorgionesco (Uomo dal guanto, Parigi, Louvre; i ritratti di Pietro Aretino, dell’ambasciatore Girolamo Adorno, di una Cornelia, dama d’onore della contessa Pepoli questi ultimi tre del 1527) agli altri in cui la realtà dell’effigiato appare nella sua concretezza esaltata nel colore (il Ritratto di Carlo V, il Ritratto di Alfonso I d’Este, entrambi del 1533 e così via continuando).

Arduo è seguirlo nella sua complessa attività di ritrattista, di pittore di storie religiose e profane, di creatore di paesaggi e di architetture nei quali trasferì sempre sorprendenti colori e magiche forme.

La festa di Venere (al Prado) e Bacco e Arianna (Londra, National Gallery, 1525) rivelano il nuovo stile di Tiziano ormai libero da qualunque influsso di scuola: la ricchezza dorata del colore, la composizione monumentale, lo slancio del movimento, l’evidenza della pennellata sono le sue caratteristiche.

Il periodo dopo il 1540 (culminato nel soggiorno a Roma (1545-46) dove, insieme al figlio Orazio che lo aiutò nell’opera pittorica) rappresentò una svolta nell’opera di Tiziano, che coscientemente si confrontò con la cultura manierista, traendone spunti fondamentali (un moderato uso del chiaro-scuro, la composizione più complessa e mossa, riferimenti alla statuaria antica) per un nuovo tipo di figurazione, altamente drammatica ed emotiva (Ecce Homo, 1543, Vienna, Kunsthistoriches Museum; Paolo III Farnese con i nipoti Alessandro e Ottavio, 1546, Napoli, Museo di Capodimonte).

Accolto a Roma con grandi onori dalla corte pontificia il 9 ottobre 1545, insieme al Vasari e a Sebastiano del Piombo, Tiziano, scopre la Città Eterna, i suoi antichi monumenti e le sue rovine; una visita che entusiasma e rapisce il grande artista.

A Roma incontra anche Michelangelo che nonostante una calorosa accoglienza ed affettuosi complimenti sul dipinto che ritraeva Danae, commissionato dal cardinale Alessandro Farnese, i commenti che seguirono non furono dello stesso tenore. Racconta Vasari che il Buonarroti: "…ragionandosi del fare di Tiziano…molto gli piaceva il colorito suo e la maniera, ma che era un peccato che a Vinezia non s’imparasse da principio a disegnare bene…".

Nonostante il pungente commento di Michelangelo, a Tiziano venne conferita la cittadinanza romana come omaggio al suo talento e il 19 marzo del 1546 il soggiorno a Roma era già concluso; dopo una breve sosta a Firenze, Tiziano, rientra a Venezia per riprendere i lavori lasciati sospesi.

L’esperienza romana non fu priva d'effetto perché il dipinto del Martirio di San Lorenzo, per la Chiesa dei Gesuiti, contiene riferimenti all’architettura classica e nella Pentecoste lo stile è arricchito dagli echi della fabbrica bramantesca di San Pietro.

Nel 1548 con il figlio Orazio fu al seguito di Carlo V alla Dieta di Augusta, evento che consacrò la sua fama di massimo pittore europeo.

Si dice che Carlo V con ammirazione reverenziale gli cedesse la destra e che gli raccogliesse i pennelli se per caso e accidentalmente fossero caduti a terra.

Il suo tipo di ritrattistica raffinata e solenne era ormai canonico (Carlo V alla battaglia di Muhlberg; Filippo II, 1548, Madrid, Prado) e sempre molto intensa era la produzione di scene erotico-mitologiche definite "poesie" dall’artista stesso come, una per tutte, la Venere con organista, amorino e cagnolino dipinto per il figlio dell’Imperatore Filippo II, oggi conservato al Museo del Prado di Madrid, replicato poi in due varianti: una conservata anch’essa al Prado e l’altra a Berlino.

Una maggiore penetrazione psicologica, accompagnata a un ricco tonalismo basato su tinte brune e dorate caratterizza, invece, la produzione ritrattistica (Clarice Strozzi a cinque anni, 1542, Berlino, Staatliche Museen, Uomo dagli occhi glauchi, detto anche Il giovane Inglese, Firenze, Palazzo Pitti).

Per Venezia, l’attività di Tiziano fu particolarmente rivolta alla realizzazione di pale religiose (come il Martirio di San Lorenzo, 1559, Chiesa dei Gesuiti), indirizzate stilisticamente, a quella progressiva materializzazione delle forme, attuata attraverso l’impiego di pennellate rapide e corpose che amalgamano o spezzano toni di colore, che caratterizzò l’ultimo periodo di Tiziano, posteriore al 1560.

Gli ultimi capolavori del maestro superarono, infatti, definitivamente, ogni visione spaziale rinascimentale, portando alle estreme conseguenze la pittura, tutta di colore, della tradizione veneta, accentuando i contenuti drammatici o pietisti delle scene (L’Annunciazione, Venezia, Chiesa di San Salvatore; Tarquinio e Lucrezia, Vienna, Akademie der bildenden Kunste; L’incoronazione di spine, Monaco, Baverische Museum).

Nel 1575 una violenta epidemia di peste colpisce Venezia e Tiziano presagendo vicina la sua morte dipinge una grande tela per la Cappella di Cristo nella chiesa di Santa Maria dei Frari dove aveva chiesto ed ottenuto il permesso della sua sepoltura.

Il quadro denominato La pietà (conosciuto anche come il Compianto del Cristo morto) evidenzia il cupo pessimismo e la drammaticità dell’evento della morte di Cristo abbandonato sulle ginocchia della Vergine; un vecchio seminudo inginocchiato davanti alla Madonna e al corpo pallido del Cristo morto nell’atto di chiedere l’intercessione divina di essere preservato dalla peste, cela l’autoritratto di Tiziano nell’estrema e tragica angoscia del pittore prossimo alla morte.

Il 27 agosto del 1576 tra gli spasmi della peste Tiziano muore e solo un provvedimento speciale, emesso d’urgenza, gli risparmiò la fossa comune; con una cerimonia frettolosa viene sepolto il giorno successivo nella chiesa di Santa Maria dei Frari senza che il quadro, non ancora terminato, fosse posto come ornamento della sua tomba.

Palma il Giovane completò il quadro apportandovi solo qualche modifica e nel 1631 il dipinto fu portato nella chiesa, oggi distrutta, di Sant’Angelo da cui passò nel 1814 alle Gallerie dell’Accademia di Venezia dove tuttora è conservato.

Anche il figlio prediletto Orazio, che lo aveva aiutato in tutti i suoi capolavori, morì di peste lo stesso anno 1576.

Tiziano visse nella sua Venezia per quasi un secolo, in una casa fastosa, lussuosa; era uno degli uomini più ricchi di Venezia e lasciò alla sua morte un’ingente eredità che il figlio Pomponio sperperò nel breve volgere di un quinquennio.

Considerato dai posteri come il massimo "colorista" mai esistito, Tiziano, costituì per tutto il Seicento un modello fondamentale per i ritratti e per le scene mitologiche (alle quali si ispirarono Rembrandt, Rubens), mentre la sua tecnica pittorica, nei vari aspetti del suo sviluppo, interessò profondamente gli artisti più diversi (come Goya, Delacroix, gli Impressionisti).

I SUOI MAGGIORI CAPOLAVORI

PERIODO TITOLO ALLOCAZIONE

  • 1503-06 Il Vescovo Jacopo Pesaro Anversa, Musée Royal des Beaux Arts

  • 1507-08 Concerto interrotto Firenze, Palazzo Pitti -Galleria Palatina

  • 1508-11 Noli me tangere Londra, National Gallery

  • 1509-10 Concerto campestre Parigi, Museo del Louvre

  • 1510 San Marco in trono Venezia, Chiesa di Santa Maria della Salute

  • 1511 Miracoli di Sant’Antonio Padova, Scuola del Santo

  • 1512-13 Le tre età Edimburgo, National Gallery of Scotland

  • 1514-15 Amor sacro e Amor profano Roma, Galleria Borghese

  • 1515 Flora Firenze, Galleria degli Uffizi

  • 1516-18 Assunta Venezia, Chiesa di Santa Maria dei Frari

  • 1518-26 Pala Pesaro Venezia, Chiesa di Santa Maria dei Frari

  • 1520 Ritratto di gentiluomo Firenze, Palazzo Pitti – Galleria Palatina

  • 1520-22 Polittico Averoldi Brescia, Chiesa dei Santi Nazzaro e Celso

  • 1520-23 L’uomo dal guanto Parigi, Museo del Louvre

  • 1522 Annunciazione Venezia, Scuola Grande di San Rocco

  • 1522-25 Bacco e Arianna Londra, National Gallery

  • 1523-24 Baccanale Madrid, Museo Nacional del Prado

  • 1533 Ritratto di Carlo V Madrid, Museo Nacional del Prado

  • 1533-38 La Bella Firenze, Palazzo Pitti – Galleria Palatina

  • 1534-36 Ritratto di Isabella d’Este Vienna, Kunsthistorisches Museum

  • 1534-38 Presentazione di Maria al Tempio Venezia, Gallerie dell’Accademia

  • 1536-37 Ritratto di Eleonora Gonzaga della Rovere Firenze, Galleria degli Uffizi

  • 1536-37 Ritratto di Francesco Maria della Rovere Firenze, Galleria degli Uffizi

  • 1538 Venere di Urbino Firenze, Galleria degli Uffizi

  • 1538 Ritratto di Francesco I Parigi, Museo del Louvre

  • 1538-40 Ritratto di Lavinia Berlino, Staatliche Museen

  • 1539 Ritratto di Pietro Bembo Washington, National Gallery of Art

  • 1540 San Giovanni Battista Venezia, Gallerie dell’Accademia

  • 1540-41 Allocuzione di Alfonso d’Avalos marchese del Vasto Madrid, Museo Nacional del Prado

  • 1542 Ritratto di Ranuccio Farnese Washington, National Gallery of Art

  • 1542 Ritratto di Clarice Strozzi a cinque anni Berlino, Staatliche Museen

  • 1543 Ecce Homo Vienna, Kunsthistoriches Museum

  • 1543-47 Ritratto della famiglia Vendramin Londra, National Gallery

  • 1545 Danae Napoli, Museo e Gallerie Nazionali di Capodimonte

  • 1545 Ritratto di Pietro Aretino Firenze, Palazzo Pitti – Galleria Palatina

  • 1545-48 Ritratti del Doge Andrea Gritti Washington, National Gallery of Art

  • 1546 Pentecoste Venezia, Chiesa di Santa Maria della Salute

  • 1546 Paolo III Farnese con i nipoti Napoli, Museo e Gallerie Nazionali di Capodimonte

  • 1548 Ritratto di Carlo V a cavallo Madrid, Museo Nacional del Prado

  • 1548-57 Martirio di San Lorenzo Venezia, Chiesa dei Gesuiti

  • 1550 San Giovanni Elemosinarlo Venezia, Chiesa di San Giovanni Elemosinario

  • 1550-51 Venere con organista e cagnolino Madrid, Museo Nacional del Prado

  • 1553-54 Venere e Adone Madrid, Museo Nacional del Prado

  • 1555 Venere allo specchio Washington, National Gallery of Art

  • 1559 Deposizione nel sepolcro Madrid, Museo Nacional del Prado

  • 1560-65 Annunciazione Venezia, Chiesa di San Salvador

  • 1562 Autoritratto Berlino, Staatliche Museen

  • 1565 Maria Maddalena penitente San Pietroburgo, The State Hermitage Museum

  • 1565 Venere che benda Amore Roma, Galleria Borghese

  • 1568 Ritratto di Jacopo Strada Vienna, Kunsthistorisches Museum

  • 1570 L’incoronazione di spine Monaco, Alte Pinakothek

  • 1570 San Sebastiano San Pietroburgo, The State Hermitage Museum

  • 1570 Tarquinio e Lucrezia Vienna, Gemaldegalerie der Akademie der Bildenden Kunste

  • 1570-75 Il Doge Antonio Grimani Venezia, Palazzo Ducale – Sala delle Quattro Porte

  • 1570-76 La punizione di Marsia Kromeriz, Palazzo Arcivescovile

  • 1572-74 La Spagna soccorre la Religione Madrid, Museo del Prado

  • 1575 La Pietà Venezia, Gallerie dell’Accademia

 

 

 
 

 

 

 

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