La storia degli uomini e delle loro civiltà, che si sviluppa lungo un arco millenario, è stata accompagnata da un eguale millenario percorso dell’arte che, tramite la pittura, la scultura, le arti decorative, l’architettura, ha seguito l’uomo mettendone in evidenza l’ambiente, i gusti, la realtà storica, i moventi che lo hanno spinto a realizzare un’opera da sottrarre all’usura del tempo e da destinare all’immortalità.

Ciò perché un’opera d’arte è il risultato creativo di un artista, figlio del suo tempo, di una data civiltà, che testimonia i modelli, le vicende, i cambiamenti di un’epoca partendo non dal nulla ma da una certa visione dell’arte e dei suoi compiti, talvolta deformandola in celebrazione del potere, talaltra adeguandola alla volontà o alla singolarità dell’ambiente.

Nell’evoluzione dell’arte emergono antagonistici aspetti, fondamentali alternative, varietà di soluzioni come quelle dell’ispirazione dal vero in antagonismo con il dominio della piena fantasia, oppure dello sfoggio di maestosità in contrapposto alla funzionalità di dimensioni umane o, ancora, l’alternativa dell’irrazionale con la realtà che ci circonda.

La storia dell’arte ha il computo di contemperare tutti questi aspetti in quanto uno dei bisogni naturali dell’uomo, indipendentemente dal suo grado di civiltà e di cultura, è, infatti, quello di rievocare gesta, avvenimenti, situazioni o di esprimere il proprio stato d’animo, lieto o triste che sia, purché altri ne conservino memoria e ne traggano insegnamento, conoscenza, cultura.

In questo senso è arte anche l’infantile graffite degli uomini primitivi perché rispecchia l’interpretazione del mondo di allora e rappresenta un prezioso documento di un uomo di un determinato tempo – poco importa se noto, anonimo o incognito - che è diretto agli uomini di quel tempo ma destinato ad andare oltre per portare a conoscenza futura le tradizioni del passato.