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PIANTE MEDICINALI

L’allopatia che studia i principi attivi isolati delle piante per produrre farmaci capaci di provocare fenomeni o sintomi non somiglianti a quelli della malattia che si vuole curare, l’aromaterapia che utilizza le essenze aromatiche, la fitoterapia che cura le malattie mediante l’utilizzo di piante fresche o essiccate, la gemmoterapia che utilizza le gemme fresche o i tessuti vegetali di piante giovani, l’omeopatia che utilizza dosi piccolissime di farmaci capaci di produrre gli stessi sintomi della malattia (l’omeopatia si oppone all’allopatia, universalmente praticata, dove le malattie vengono trattate con farmaci capaci di opporsi ad esse), … sono tutti metodi di terapia che utilizzano le piante medicinali per produrre delle specialità farmaceutiche curative.

Da sempre l’uomo ha avuto la tendenza di affidarsi al mondo vegetale e fra le massime sue aspirazioni vi era quella di poter risolvere i problemi di salute o di alleviare i dolori procurati da ferite e malattie; da ciò lo stimolo di conoscere i segreti della natura, le caratteristiche del mondo vegetale, le sue proprietà e il conseguente impiego di fiori, frutti e piante.

I monaci, profondi conoscitori del mondo vegetale, fin dal Medioevo vantavano i loro "giardini dei semplici" dove venivano coltivate quelle piante necessarie alla cura dei malati, quegli infusi ricostituenti, quegli elisir di erbe corroboranti del corpo e dello spirito.

Lo sviluppo delle rotte marittime e della navigazione in genere, favorirono l’ingresso in Europa di numerose piante sconosciute, alcune delle quali con proprietà straordinarie, come la corteccia della china (India) per la cura delle febbri malariche, la coca (America) da usare come anestetico, …

L’uso del microscopio (fine XVII secolo), poi, permise una migliore comprensione della struttura delle piante che comportò, nel XIX secolo, un approfondimento degli apprendimenti, tale da arrivare a conoscere l’istologia dei tessuti vegetali; queste conoscenze portarono alla nascita di una "scienza dei tessuti"e alla individuazione dei componenti chimici contenuti nelle piante, alcuni dei quali possono, oggi, essere prodotti, per sintesi, in laboratorio come è il caso del cortisone ottenuto con un processo di semi-sintesi dalle agavi e dalle igname.

Una raccomandazione: a parte le erbe officinali note per l’utilizzazione frequente che si fa in cucina, l’uso delle piante, cosiddette medicinali, è consigliabile solo dopo la consultazione di uno specialista; questo perché nella composizione delle piante sono presenti sostanze che possono essere controindicate o possono essere inquinate da prodotti chimici o infestate da parassiti.

A tal proposito si porta qualche esempio: non tutti sanno che il pomodoro verde, crudo, è tossico e in alcuni soggetti può provocare un principio di avvelenamento; le mandorle dei noccioli delle albicocche, che spesso vengono aggiunte alle conserve di frutta, per la presenza di acido cianidrico possono provocare delle intossicazioni; il cumino, la noce moscata, in alcuni soggetti predisposti, possono causare stati di ebbrezza o crisi depressive; il miele presenta proprietà diverse, secondo i fiori visitati dalle api: il miele di rosmarino è stimolante, il miele di tiglio è sedativo, il miele d’aconito è tossico.

 

 

 

 

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