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Festa della Donna

8 Marzo

Quella che noi festeggiamo semplicemente come la Festa della Donna è in realtà non semplicemente una giornata italiana dedicata alle donne, ma una giornata internazionale della donna, nata con alle spalle una storia lunga fatta di lotte e di morti e di conquiste durante l’ultimo secolo (in Italia infatti la prima festa è datata 1911, dunque 1911 - 2011).

La data internazionalmente fissata per questo ricordo è l’8 marzo di ogni anno. Come avviene per molte altre festività nel mondo occidentale al giorno d’oggi si è perso il significato di celebrazione della lunga strada delle donne alla conquista della parità dei diritti divenendo in realtà una occasioni per grandi cene e feste a volte accompagnate da eccessi.

Il problema dell’ottenimento dei diritti per le donne è una questione posta dal punto di vista femminile per molti anni, ma che raggiunge livelli internazionali all’inizio del XX secolo.

È infatti nella II Internazionale socialista (1907) che si tiene la prima riunione internazionale in cui, in Europa, si parla del voto alle donne.

Negli USA, invece, nello stesso periodo iniziano a celebrarsi i “Woman’s Day”, giornate in cui si discute e si parla dei diritti negati al mondo femminile, in questo ambito viene fortemente ricordato lo sciopero di circa 3 mesi delle camiciaie newyorkesi, come la prima vera rivendicazione del mondo femminile.

Alla Conferenza delle donne socialiste di Copenaghen, nel 1910, per rendere questa lotta ancora maggiormente unitaria, si propone l’idea di creare una data internazionale unica per celebrare i diritti femminili.

Non si conosce esattamente quale siano le origini della scelta dell’8 marzo come giornata internazionale accettata da tutti.

Probabilmente tutto si potrebbe collegare alla grande manifestazione femminile tenutasi a Mosca in questa data nel 1917, evento a cui si fa risalire l’inzio della rivoluzione comunista in Russia, ma nulla ci conferma ufficialmente questa ipotesi.

Possiamo tranquillamente affermare che, l’Internazionale Comunista, celebrerà l’8 marzo come la “Giornata Internazionale dell’Operaia”. Ma il passaggio che va da qui all’accettazione internazionale di questa festa anche in paesi non “Comunisti”, nel mondo che si appresta, dopo il secondo conflitto mondale, ad esseree diviso in due blocchi contrapposti, ancora non si sa.

Secondo alcune storie, che non hanno riscontri e possono quindi esser considerate come le “Leggende” che sono nate attorno a questa festività, ricordiamo quella che indica l’inizio di queste celebrazioni con il ricordo dell’incendio divampato all’interno di una fabbrica tessile statunitense dove si stava tenendo uno sciopero delle lavoratrici per difende i lori diritti. Sempre secondo la storia, visto il perdurare della protesta, il proprietario della società fece bloccare le uscite ed appiccò il fuoco allo stabile, condannando alla morte le lavoratrici in protesta.

Al termine del Secondo conflitto Mondiale, nel 1945, viene inviata all’assemblea dell’ONU un documento chiamato “Carta della donna”, dove venivano presentate tutte le richieste del mondo femminile.

In Italia, l’anno successivo, viene proposto di utilizzare come simbolo di questa manifestazione la mimosa, un fiore che si schiude esattamente nei primi giorni di marzo. Ricordiamo inoltre che la scelta di questa pianta è una aggiunta alla festa esclusivamente italiana.

Il processo di avanzamento dei diritti femminili è lento e tortuoso, ma subisce una brusca accelerazione negli anni ’70.

In Italia, nei primi anni di questo decennio si vedono manifestazioni di massa e molta tensione con le donne che, utilizzando degli slogan anche duri, cercano di conquistare i propri diritti.

Nel 1975 l’ONU sancisce ufficialmente che l’8 marzo ricorre la giornata internazionale della donna.

Come abbiamo accennato all’inizio, con l’avvento della società consumistica si affiancano alle conferenze e alle manifestazioni per riflettere e lavorare sul cammino dei diritti che sta facendo il mondo al femminile, delle feste e cene in cui viene invitato un pubblico esclusivamente “rosa”.

Queste cene, a volte corredati con spettacoli di spogliarello maschile o altre manifestazioni che assomiglino alle feste di addio al celibato stile stereotipato Hollywoodiano, vengono fortemente criticate da alcune frange più “puriste” degli ideali femministi, che affermano che per affermarsi come donne non è giusto comportarsi come uomini.

 

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