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Napoleone Bonaparte

Napoleone Bonaparte nasce ad Ajaccio, in Corsica, da una famiglia della piccola nobiltà nel 1769, proprio a cavallo del passaggio dall'Ancien Regime e la Rivoluzione Francese.

Nel 1789, ancora con la monarchia presente in Francia, entra come ufficiale nell'esercito transalpino. La sua scelta, data la pochezza delle finanze familiari, sembrava quella di fare una tranquilla e mediocre (visto che le alte cariche erano riservate alla alta nobiltà) carriera militare. Ma la Rivoluzione, e la conseguente epurazione di alti ufficiali di famiglia nobile, gli apriranno delle opportunità inattese, che il giovane riuscirà a sfruttare al meglio.

Bonaparte, durante il passaggio dal Terrore di Robespierre, ai congiurati della "Palude" sarà un buon difensore dei giacobini del Direttorio (i congiurati), ponendosi dunque non a favore della parte più estrema della rivoluzione, ma dalla parte dei borghesi più moderati.

Il giovane ufficiale comprende come il futuro della Francia, dato lo stato di guerra esterna e di forte instabilità politica, sia principalmente nelle mani dell'esercito e dunque, indirettamente l'intero Paese potrebbe venire guidato dagli alti ufficiali.

Dunque Napoleone si impegna a dimostrare le proprie capacità direttive.

Nel 1794, grazie al recupero di Tolone, in mano ai federalisti in rivolta, il venticinquenne Bonaparte riesce ad ottenere la carica di generale.

Inoltre, grazie al legame con la sua futura moglie, Giuseppina Beauharnais, vedova di un generale morto durante la rivoluzione, gli viene permesso di tessere rapporti con esponenti importanti del Direttorio, entrando sempre di più nei piani alti della politica, oltre a quelli dell'esercito.

Nel 1796 riesce ad ottenere il comando delle truppe di stanza in Italia, una accozzaglia di uomini impreparati alla guerra e mal equipaggiati che però, sotto la guida del generale corso, si trasformano in una armata capace di riportare travolgenti vittorie.

La campagna d'Italia si muove principalmente nel Nord della Penisola, con le fulminanti vittorie francesi in Piemonte ai danni dei Savoia e degli Austriaci in Lombardia, oltre alla conquista, da parte del Bonaparte, dei piccoli Stati esistenti nell'attuale Emilia Romagna.

Vengono create in Italia delle "Repubbliche Vassalle" della Francia, costrette a pagare, come dazio per la guerra, la cessione di numerose opere d'arte ai conquistatori transalpini.

Bonaparte fondò, inizialmente le repubbliche Transpadana e Cispadana, che poi verranno unite nell'unica Cisalpina, con capitale Milano. Nell'ex Repubblica di Venezia, invece si viene a creare la Repubblica democratica veneta.

Purtroppo questa ultima entità politica, con la Pace di Campoformio del 1797, finirà, come merce di scambio, all'Austria. Qui possiamo già notare una certa autonomia del Bonaparte rispetto al Direttorio in quanto, mentre il generale ha deciso di mantenere i territori conquistati in Italia, da Parigi avrebbero preferito prendere all'Austria le terre sul Reno.

La pace trovata con l'Austria lascia come unico avversario della Repubblica Francese l'Inghilterra: per battere questi avversari il Direttorio manda Napoleone a conquistare l'Egitto, base fondamentale per i commerci britannici con l'Oriente e facente parte del decadente impero ottomano.

Mentre il Bonaparte, con le truppe di terra, va di vittoria in vittoria, la flotta francese viene sbaragliata dall'ammiraglio inglese Horatio Nelson, chiudendo i francesi in Egitto senza potersi spostare.

Nel compenso possiamo dire che Napoleone, nonostante le difficoltà della guerra, riesce ad ottenere un grande risultato. Infatti portandosi diversi studiosi ed archeologi in Egitto, porta a termine una scoperta dal valore culturale inestimabile: la Stele di Rosetta. Si tratta di una iscrizione che porta iscrizioni sia in egiziano geroglifico, egiziano popolare (o domotico) e greco. Questo documento permette l'interpretazione dei geroglifici egizi.

Nel frattempo la politica del Direttorio prosegue per l'espansione verso Oriente, con la conquista della Svizzera, e la creazione della Repubblica Romana e Partenopea.

L'Inghilterra, grazie al risultato positivo ottenuto in Egitto, riesce a creare una nuova Coalizione contro la Francia, assieme ad Austria e Russia.

La nuova coalizione mette a dura prova il Direttorio, che subisce rovinose sconfitte in Italia e perde i territori sulla Penisola. La crisi del Governo sembra imminente.

Alla luce degli avvenimenti, Napoleone fugge dall'Egitto e compare a Parigi.

Infatti i rovesci della guerra portano ad un nuovo tipo di organizzazione della Repubblica: un colpo di stato del novembre del 1799 fa scomparire il Direttorio ed al suo posto arriva la costituzione dell'VIII anno (di Repubblica) e con questo al comando del Paese viene posto un consolato composto da tre elementi, tra i quali il più importante viene chiamato Primo console.

I consoli decidono la nomina di magistrati, sindaci e prefetti, limitando nettamente l'ordinamento democratico della Repubblica, riavvicinandosi all'organizzazione dell'Ancien Regime. Il Primo console è, ovviamente, il Bonaparte.

A suggellare il suo nuovo ruolo, Napoleone, nel 1800, riscende in Italia per combattere contro l'Imperatore austriaco Francesco II d'Asburgo. Il console corso riesce ad ottenere una durissima vittoria, costringendo l'Imperatore a retrocedere ai confini fissati con la Pace di Campoformio. Viene formata una nuova repubblica, che prende il nome di Italiana, anche se la presidenza è presa dallo stesso Napoleone.

Nel 1802 il Consolato riesce ad ottenere un accordo di Pace anche con gli Inglesi, fermando un decennio di guerre ininterrotte.

Successivamente il Bonaparte decide di trovare un accordo con la Chiesa, cercando l'appoggio dei cattolici francesi: di fronte al riconoscimento del cattolicesimo come religione principale della Francia ed al ritorno di alcuni privilegi, il Papa rinuncia a richiedere i beni presi dai francesi ed accetta la creazione della Repubblica Italiana.

Trovati questi accordi di pace, Napoleone si nomina Primo Console a vita, successivamente, nel 1804, Imperatore dei Francesi. L'anno seguente anche la Repubblica Italiana scompare, divenendo Regno d'Italia.

Ormai Napoleone è padrone di praticamente tutta l'Europa: oltre ai regni d'Olanda e Italia, praticamente parte dell'impero francese, sono Stati vassalli anche la Spagna e la Confederazione germanica.

Le battaglie, in ogni caso, continuano ad essere il pane per il nuovo imperatore, fissato che solo con grandi imprese belliche riuscirà a mantenere intatto il carisma rispetto ai francesi.

Per ancora pochi anni proseguirà l'ascesa della stella di Napoleone. L'apice, con una conseguente rapida successiva caduta, l'imperatore francese la otterrà quando decide di divorziare dalla moglie Giuseppina per sposarsi con la figlia dell'imperatore d'Austria, Maria Luisa.

Questo legame, dal quale nascerà uno sfortunatissimo figlio, costretto dopo la caduta del padre a tornare dal nonno materno a Vienna e vivere da prigioniero a corte, segna l'inizio del declino napoleonico, una ripida china che porterà poi all'esilio napoleonico di Sant'Elena.

Pensiamo inoltre come con un matrimonio con una tra le più antiche case regnanti d'Europa, il Bonaparte uccide l'ultima parvenza ideologica della Rivoluzione.

Purtroppo per Napoleone continuano a non andare bene le battaglie via mare con gli inglesi: Horatio Nelson gli impone una nuova sconfitta a Trafalgar (1805).

Questi risultati portano ad un cambio di strategia da parte dell'imperatore, che decide per un blocco commerciale contro le navi mercantili, e dunque contro gli interessi economici, inglesi. Data l'ampiezza di possedimenti francesi questo provvedimento prenderà il nome di Blocco Continentale.

Il blocco creerà problemi soprattutto agli Stati vassalli, la cui economia era basata sugli scambi con l'Inghilterra, aumentando la forza degli ideali di indipendenza dei patrioti di quei territori ed incentivando il contrabbando.

In Italia Napoleone farà aumentare l'ostilità nei suoi confronti quando, nel 1809, decide di conquistare Roma e di fare prigioniero Papa Pio VII.

Tra le rivolte ricordiamo in particolare quella della Spagna, una guerra che costerà molte risorse, sia in termini di uomini che di denaro, a Bonaparte ma che si risolverà, nel 1812, della sconfitta dell'Imperatore francese e il ritorno sul trono spagnolo di Ferdinando VII.

Sempre nel 1812 Napoleone decide di attaccare la Russia per annettere ai propri territori davvero l'intero continente europeo.

Bonaparte pensa ad una guerra lampo, avanzando direttamente verso la capitale russa, Mosca. I russi sembrano lasciar fare all'armata francese, ritirandosi senza dare troppa battaglia.

In realtà la tattica delle truppe zariste era chiara: far entrare il più possibile le truppe nemiche, sempre dopo aver dato fuoco a tutto ciò che poteva fornire ricoveri e sostentamenti agli avversari. A completare l'opera avrebbe provveduto il "Generale Inverno": la terribile e freddissima brutta stagione russa.

La spedizione è andata proprio come pensavano i russi. Napoleone, nel settembre 1812, riesce ad entrare a Mosca, una città in fiamme, ma con troppa distanza da coprire per riuscire ad ottenere sostentamento per i propri uomini. L'imperatore francese è costretto ad ordinare la ritirata che, a causa delle pessime condizioni atmosferiche, si trasforma in una carneficina.

La sconfitta francese rilancia le forze anti napoleoniche e, nel 1813, nella battaglia di Lipsia, Napoleone conosce, contro i Prussiani, la prima sconfitta sul campo.

Da qui sembra che la Francia perda tutte le sue forze, gli eserciti di Prussia e Russia spingono fino ad arrivare alle porte di Parigi nel 1814. A questo punto sono gli stessi generali che obbligano Napoleone ad abdicare. Sul trono di Francia sale re Luigi XVIII, fratello del sovrano ghigliottinato, Luigi XVI. (Prende il nome di Luigi XVIII in segno di rispetto per il nipote, figlio di Luigi XVI e legittimo erede al trono, scomparso durante la rivoluzione).

Napoleone viene mandato in esilio sul Tirreno, nell'isola d'Elba.

Da lì, soprattutto grazie al terrore di molti borghesi francesi, che vedevano nella restaurazione borbonica il rischio di perdere tutti i privilegi che erano riusciti ad ottenere durante la rivoluzione, Napoleone riesce a scappare, unirsi al suo esercito e riconquistare Parigi, costringendo Luigi XVIII a fuggire. Da qui parte l'ultima avventura napoleonica, che durerà il breve lasso di tempo di 100 giorni.

Alla notizia del ritorno del Bonaparte, i capi di stato delle potenze vincitrici, che si erano riuniti a Vienna per riorganizzare l'Europa post- napoleonica, decidono di riunirsi in una coalizione (la settima antifrancese) per liberarsi dell'ingombrante imperatore.

La battaglia decisiva si svolge a Waterloo, in Belgio, e vede uscire vittoriose le forze della coalizione. Napoleone si consegna agli inglesi,che lo mandano in esilio nell'isola di Sant'Elena, in pieno oceano Atlantico, a circa 1000 miglia della costa più vicina.

Qui il Bonaparte morirà, il 5 maggio 1821. In ricordo di questa morte, il Manzoni scriverà un opera poetica, dal titolo, appunto "5 maggio".

 

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