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Renato Rascel

Renato Ranucci, in arte Renato Rascel, nacque a Torino il 27 aprile del 1912; egli nella sua lunga carriera artistica ha ricoperto diversi ruoli quali quelli di comico, ballerino, attore, e cantautore.

Rascel venne al mondo, a Torino, in modo “casuale” (se così si può definire tale nascita) durante una tournée di cui facevano parte i genitori Paola Massa (ballerina classica) e Cesare Ranucci (cantante di operetta).

Il suo legame con la capitale viene suggellato fin dalla nascita, per opera del padre Cesare, che volle far battezzare suo figlio nella Basilica di San Pietro.

Fu cresciuto da una sua zia, che lo accolse dopo essere stato affidato alla stessa parente poiché l'attività dei genitori non permetteva loro di risiedere in un posto fisso; egli visse ,nel rione Borgo, con la zia insieme alla sorella Giuseppina che purtroppo lo abbandonò a causa di una morte precoce alla giovane età di diciassette anni.

Il suo primo approccio con la vita artistica avvenne durante gli anni in cui frequentò la Scuola Pontificia Pio IX, che impartiva disciplina per mezzo dei Fratelli di Nostra Signora della Misericordia; loro, oltre al tipico insegnamento d'istruzione che ci si aspetta di trovare in una scuola, impartivano lezioni di ballo, recitazione e canto.

Le sue peculiarità artistiche emergono subito a tal punto da divenire un membro del Coro delle Voci Bianche della Cappella Sistina (diretto all'epoca da Don Lorenzo Perosi) alla precoce età di dieci anni.

Per farsi conoscere è un periodo d'oro poiché si esibisce come batterista di un complesso di jazz a livello dilettantistico presso il Circolo della Stampa.

Arriva anche il debutto in teatro con l'interpretazione di un bimbo che muore a causa di un sasso tiratogli da un compagno di giochi nel popolare “Più che monelli” dove recita affianco del padre divenuto direttore della filodrammatica "Fortitudo".

Lo stesso genitore però non ritenendo la carriera artistica una fonte remunerativa di guadagno, spinse il figlio Renato verso occupazioni più stabili ed economicamente redditizie; per un qualche periodo svolse il lavoro di garzone presso un barbiere, di muratore e di apprendista calderaio.

Però l'arte usava argomenti molto dissuadenti che spingevano il giovane Ranucci verso di lei.

Il primo vero lavoro per Renato è quello di musicista presso il locale “La Bomboniera” all'età di tredici anni; successivamente si esibirà musicalmente alla "Sala Bruscolotti", luogo molto conosciuto a Roma.

Il complesso “Arcobaleno” lo prese come membro all'età di 15 anni; durante gli intervalli dell'orchestra, spinto dall'impresario teatrale partenopeo Luigi Vitolo, Renato allietava i presenti con scenette artistiche di danza che riscuotevano ottimi risultati.

Intorno al 1930 egli decise di scegliersi un nominativo da usare durante la sua carriera artistica; “Rachel” il nome di una cipria francese lo ispirò nella scelta di tale appellativo per la propria carriera.

Però la pronuncia errata formulata da molta gente indusse lo stesso artista a modificare il “ch” con “sc” da cui nacque ilo nomignolo “Rascel”.

Le risposte comiche erano nel DNA di Rascel che al tentativo di sostituzione del suo nome d'arte in “Rascele” da parte di Achille Starace, rispose «Cambiate prima Manin in "Manino", e poi ne riparliamo».

I fratelli Schwartz nel 1932 lo inserirono all'interno della loro compagnia ed egli interpretò, debuttando al Teatro Lirico di Milano il 24 febbraio 1933, il personaggio di Sigismondo appartenente all'opera “Al Cavallino Bianco”.

Grazie a questa performance egli si guadagnò il diritto di essere menzionato ed elogiato nell'articolo del critico teatrale Renato Simoni, il quale ne sottolineò le peculiarità acrobatiche.

Da qui egli ebbe l'idea di far nascere dal nulla un personaggio nuovo per l'epoca, svincolato dai rigidi canoni imposti e libero di esprimersi per mezzo di un lessico fuori dal comune che sfruttava molti monologhi impreziositi da frasi anche a doppio senso.

La minutezza del suo fisico e un vestiario caratterizzato da una palandrana enorme provvista di un taschino sulla schiena, mixate con le battute comiche inventate anche sul momento e suggerite dalla sua immensa fantasia contribuirono alla nascita di un personaggio sputato fuori dagli schemi e inverosimilmente irreale per quell'epoca.

Inizialmente i risultati prodotti dal suo nuovo personaggio non furono quelli sperati dall'artista ma la svolta non tardò ad arrivare; durante una serata al cinema-teatro Medica di Bologna il pubblico, formato quasi in prevalenza da studenti, lo acclamò con immenso tripudio anche se all'inizio dell'esibizione il gradimento non era dei migliori.

Ciò fece comprendere all'artista che solo la nuova generazione avrebbe apprezzato la sua comicità infarcita di battute senza logica ma che si dimostrarono risolutive per risollevare il morale delle nuove leve della gioventù.

All'ironia basata sui doppi sensi di matrice sessuale dell'epoca Rascel contrappose una comicità genuina, trasparente a volte anche bambinesca che si poggiava su una componente mimica molto agile ed acrobatica che ne risaltavano le capacità atletiche.

Ogni sua rappresentazione per lui divenne quindi una sfida a due tra lui e il suo pubblico; un “duello” in cui impegnarsi per poter ogni volta portare a casa un successo dopo l'altro.

Durante una pausa nel suo camerino, nel 1939, buttò giù due righe dello scritto che sarebbe divenuto un suo cavallo da battaglia: "È arrivata la bufera / è arrivato il temporale / chi sta bene e chi sta male / e chi sta come gli par".

Il suo pubblico accolse tale surreale e infantile filastrocca con risate quasi amare in segno di un momento delicato che stava per abbattersi sull'Europa e incarnato in un probabile scontro bellico che le parole della canzoncina sembravano echeggiare in modo ironico.

La censura sarà un'inesorabile costante nella vita dell'artista che spesso verrà bacchettato dai burocrati che in molte sue opere (“Torna a casa che mamma ha buttato la pasta”, “La canzone del baffo”, “La canzone della zanzara tubercolotica” e “Mi chiamo Viscardo”) vedranno oltraggiosi riferimenti a ideologie contrarie a quelle del regime.

Egli incarnerà l'ombra della censura in una scena del film “Gran Varietà” del 1953 in cui vestirà i panni del personaggio del censore e quelli di se stesso durante l'epoca fascista e post-fascista.

Con il crescere del successo si fecero avanti scrittori come Vittorio Metz e Cesare Zavattini che realizzarono per lui sceneggiature e soggetti del suo primo film.

La pellicola “Un manoscritto in bottiglia” vide l'alba della sua realizzazione nel 1942 e in questa circostanza conobbe e si innamorò dell'attrice Tina De Mola che ispirò l'artista a scrivere per la sua musa ispiratrice il brano “Pazzo d'Amore”.

Lo stesso pezzo musicale divenne sia il titolo del film (diretto da Giacomo Gentilomo) e della colonna sonora.

Il matrimonio tra Tina De Mola e Rascel fu suggellato il 19 luglio del 1943 ma dopo qualche tempo i due novelli sposi dovettero trasferirsi in Vaticano per via dell'invasione da parte delle milizie naziste come conseguenza della disfatta del fascismo.

Colmo di gratitudine verso il Vaticano egli partecipò alla sezione stampa e propaganda della DC e alla pellicola di propaganda “Ho scelto l'amore”.

Dopo la conclusione del conflitto bellico egli ricalcò le scene teatrali introducendo un suo nuovo personaggio, il “Piccolo Corazziere” che giocava molto sul contrasto tra l'elmo, la grandezza della sciabola e la sua altezza.

Nella sua carriera artistica il film “Il cappotto” (ispirato dal racconto omonimo di Nikolai Gogol) di Alberto Lattuada del 1952 segnò il salto di qualità; in questa opera filmica egli dimostrò di non essere in grado solo di ricoprire ruoli comici e buffi ma anche di sapersi sapientemente muovere all'interno dell'universo del drammatico.

Tale sua fatica attoriale fu ricompensata con il meritato premio del "Nastro d'Argento"; sempre nel 1952, precisamente il 15 dicembre, egli debuttò con “Attanasio cavallo vanesio” al Teatro Sistina di Roma.

Tale rappresentazione faceva parte delle così dette "favole musicali", magistralmente realizzate per lui da Giovannini e Garinei; “Attanasio cavallo vanesio” riscosse grande successo che spinse Rascel a rappresentare, successivamente, anche “Alvaro piuttosto corsaro” (1953) e “Tobia, candida spia (1954).

I canoni principali dei personaggi, interpretati all'interno delle pellicole degli anni cinquanta, poggiavano saldamente quasi sempre sulla figura dell'eroe mancato, imbranato e ingenuo che per vie tortuose riesce a coronare il suo sogno d'amore

Tra i vari film di quel periodo si possono piacevolmente ricordare “Napoleone”, coadiuvato dalla bravissima spalla Raimondo Vianello che interpreta il generale Cambronne, “Il bandolero stanco”, che lo vede opposto al mastodontico Tino Buazzelli, “Figaro qua Figaro là”, in cui la sua interpretazione recitativa eguaglia e quasi supera quella del mostro sacro Totò, “Io sono il Capataz”, affianco alla bellissima Silvana Pampanini e "Amor non ho...però...però" insieme all'attrice Gina Lollobrigida.

Anche il campo radiofonico entrò a far parte delle corde artistiche del poliedrico Rascel che si cimentò in tale avventura nel 1952 tramite la performance radiofonica del “Barone di Münchhausen”, trasmessa il 14 aprile dello stesso anno.

Le trasmissioni radiofoniche appassionano Rascel a tal punto da spingere l'artista a cimentarsi di nuovo in radio con “Una domanda di matrimonio”, ispirata da uno scritto di Anton Cechov; qui Rascel veste i panni di Lomov intento a chiedere la mano della sua fidanzata Natalia alla madre Svitlana Kubukova.

La sua popolarità fu incrementata anche dalla sua suadente e gentile voce che lo confermerà come una delle presenze più significative all'interno del mondo radiofonico.

La pellicola “La passeggiata” (1935), tratta da “La prospettiva” del 1835 di Gogol, segna la sua unica avventura dietro la macchina da presa come regista; tale film annoverava tra i protagonisti, Paolo Stoppa e Valentina Cortese.

Però tale opera non riuscì ad eguagliare il successo del “Cappotto” forse per la trama troppo piccante per quei tempi in cui si narra la storia di un impacciato istitutore di collegio che si invaghisce di una prostituta, alimentando malelingue e pettegolezzi tra gli abitanti della cittadina in cui si svolge la vicenda.

Raggiunta una certa notorietà in campo musicale, decise di buttarsi anima e corpo nel teatro di prosa, costituendo una sua compagnia denominata in modo autoironico "Teatro del Piccolo".

Mediante il suo lavoro teatrale con tale compagnia realizzò “Gli agnellini che mangiano l'edera”, di Noel Langley e “Bobosse” di André Roussin.

Però tale parentesi teatrale non produsse il risultato sperato e conscio di tale insuccesso decise nel 1957 di ripercorrere la strada della commedia musicale; insieme all'avvenente Giovanna Ralli egli lavorò in un “Un paio d'ali”, che segnò anche il suo battesimo del fuoco, il 18 settembre 1957 al Teatro Lirico di Milano.

Il brano musicale “Arrivederci Roma”, del 1957, investì Rascel di quel successo internazionale che girava intorno al piccolo artista ma che mai prima d'ora l'aveva preso di mira; infatti un produttore cinematografico di Hollywood offrì a Rascel una pellicola insieme al tenore Mario Lanza.

In Italia tale progetto filmico venne distribuito con il titolo dell'omonima canzone “Arrivederci Roma” (titolo originale “The Seven Hills of Rome”) e sfruttò gli interni degli stabilimenti della Titanus e gli esterni della capitale come location.

La pellicola mise in risalto l'ottimo affiatamento tra Marisa Allasio, lo stesso Rascel e il tenore americano.

Saldo fu il legame che si instaurò tra Rascel e Tino Rossi (cantante e attore francese) che si conobbero in occasione dell'autorizzazione relativa all'incisione in francese di “Arrivederci Roma” chiesta dall'artista transalpino al minuto e istrionico torinese.

La loro amicizia fondata sulla reciproca stima continuò con l'incarico che Rascel decise di portare a termine ovvero la composizione delle musiche di scena dell'operetta Naples au baiser de feu, ispirata da uno scritto di Auguste Bailly; già una pellicola di Richard Brooks, dal titolo “La fiamma e la carne”, era stata realizzata nel 1954 e vedeva come protagonista Lana Turner.

Il ruolo di maestro concertatore fu calzato da Rascel in tale opera che fu presentata al pubblico il 7 dicembre del 1957 al Teatro Mogador di Parigi.

Gli anni vissuti sentimentalmente lontano dalla propria consorte Tina De Mola si concretizzarono nel 1958 con l'annullamento del loro matrimonio; però la fine del loro vincolo matrimoniale non sancì il concludersi della loro intesa artistica che si si rinnovò durante gli anni successivi al loro divorzio.

La commedia musicale “Un paio d'ali” fu trasmutata sul grande schermo con il titolo di “Come te movi te fulmino” (1958) di Mario Mattoli e ovviamente vide come protagonista l'eclettico Rascel.

Sempre nel 1958 egli si mosse all'interno della pellicola “Policarpo, ufficiale di scrittura” diretto da Mario Soldati, e interpretato da una Carla Gravina alle prime armi; i panni del personaggio Policarpo De' Tappetti gli permisero di aggiudicarsi il David di Donatello.

Nel periodo di maggior diffusione delle trasmissioni televisive, Rascel decise di intraprendere l'avventura del piccolo schermo con le partecipazioni in show come 'Na voce, 'na chitarra e un po' di Rascel, in onda il 22 ottobre del 1955 e “Rascel la nuit” trasmesso il 6 ottobre del 1956; quest'ultimo non era una vera e propria trasmissione ma una kermesse musicale con testi di Dino Verde e Guido Leoni.

Luci e ombre della sua vita artistica annoverano tra gli insuccessi la prima puntata della trasmissione televisiva “Stasera a Rascel City”, scritta da Guido Leoni e dallo stesso Renato e diretta da Eros Macchi, presentata al pubblico il 14 dicembre del 1958; tale evento viene ricordato ancora oggi come uno dei più grandi flop mai visti in televisione sul circuito della RAI.

Il pubblico del sabato sera era abituato ormai a trasmissioni di intrattenimento e la visione di Rascel e degli altri suoi compagni di “Stasera a Rascel City” (Ernesto Calindri, Tina De Mola e Mario Carotenuto) vestiti con panni da barboni che animano uno spettacolo, in una non bene definita zona della città, suscitarono nelle corde di chi guardava il varietà sensazioni di sbigottimento poiché le loro aspettative si basavano sulla presenza di graziose ballerine arricchite da paillettes e comunque su canoni televisivi esteriormente più accettabili.

Miriadi di telefonate da parte dei telespettatori bombardarono il centralino della nota azienda italiana.

La critica televisiva, il giorno seguente, attaccò lo show in maniera non del tutto gradevole con aggettivi duri e spietati a tal punto che le puntate successive del varietà si basarono su un copione sistemato di fretta e furia per non troncare del tutto lo spettacolo.

La carriera di Rascel nel 1960 si arricchì dell'esperienza del duetto canoro con Tony Dallara all'edizione del Festival di Sanremo di quell'anno; la coppia presentò il brano musicale “Romantica” composto dallo stesso Rascel e scritto da Dino Verde.

Lo stile canoro da “urlatore” di Dallara si contrapponeva all'esibizione melodicamente accennata e pulita di Rascel e ciò contribuì a decretare l'enorme successo della performance che valse al duo la vittoria finale.

Però all'epoca tale successo da parte di Dallara-Rascel fu contornato e alimentato da polemiche nate dalla convinzione che la composizione della musica di Ranucci non fosse “farina del suo sacco” ma “clonata”; però la causa in tribunale vide la vittoria del “piccolo” Rascel che si avvalse dell'aiuto di Igor Stravinski il quale appose la sua firma sulla perizia presentata.

“Romantica” contribuì al successo internazionale del duo che si concretizzò con l'ottavo posto all'Eurovision Song Contest; un altro brano musicale intitolato “Benissimo”, vide la partecipazione di Rascel insieme ad Alberto Testa.

Il richiamo del teatro fu talmente forte che Rascel nel dicembre del 1960 mise in piedi “Rascelinaria”, rivista dei personaggi e delle scene comiche più famose ed appartenenti al dna della sua vena ironica.

Nel 1961 egli si ripropone teatralmente con “Enrico '61”, che prendeva spunto dal centenario dell'Unità d'Italia al quale parteciparono Gisella Soffio, Gloria Paul, Renzo Palmer e Gianrico Tedeschi; il pubblico scoprì televisivamente tale opera nel 1964.

Altro successo fu “Il giorno della tartaruga” assieme con Delia Scala e partorito dalle menti di Giovannini e Garinei nel 1964.

Prima di essere trasmessa in televisione nel 1966, precedentemente fu rappresentata teatralmente nelle principali città italiane.

Sempre in questo anno il teatro di prosa si riaffaccia nella vita di Rascel con “La strana coppia” di Neil Simon; al Politeama di Napoli debutta con il suo rivale in scena, ovvero l'attore Walter Chiari.

“Venti zecchini d'oro” è una commedia teatrale del 1968 che egli portò al Teatro Sistina, diretta da Franco Zeffirelli e scritta da Massimo Franciosa, Luigi Magni e Pasquale Festa Campanile.

Due attrici della commedia in questione furono Paola Borboni e Maria Grazia Buccella; buffo fu un siparietto che si svolse tra Rascel e la Borboni.

L'attrice arrivò tardi al teatro e allora Rascel apostrofò l'accaduto indirizzando la seguente frase verso la Borboni: «Ce l'hai fatta ad arrivare, eh? Brutta vecchiaccia!»; senza cadere in volgarità e in un tono controllato e sicuro ella rispose nel seguente modo: «So di essere brutta e vecchia, ma so anche di essere stata giovane e bella. Tu alto non sei stato mai!».

La sua vita privata sembra essere il riflesso negativo della sua brillante carriera artistica.

Nel 1966, con un divorzio alle spalle, egli si sposa con Huguette Cartier, sua segretaria francese ma dopo qualche anno la sua dolce metà sarà sostituita dall'attrice Giuditta Saltarini; ella diede alla luce nel 1973 il suo unico erede Cesare.

La sua carriera cinematografica di attore vide il tramonto nel 1969 dopo avere girato la pellicola “Il trapianto”, concentrando tutte le sue sinergie nei campi del teatro e della musica.

Un'altra commedia musicale vide la luce nel 1970, “Alleluia brava gente” di Giovannini e Garinei, che avrebbe avuto come interpreti lui e il grande Domenico Modugno; però quest'ultimo non vi partecipò a causa di un infortunio.

Come sostituto di Modugno venne scelto il giovane e l'allora “inesperto” Gigi Proietti, che consolidò con Rascel un ottimo connubio nonostante il portamento interpretativo differente e i numerosissimi anni di differenza tra i due artisti.

Il pubblico del Sistina ricorderà tale performance come l'ultima di Rascel in quel teatro.

Oltre alle sue tantissime sfaccettature in campo artistico, Rascel seppe destreggiarsi anche nelle vesti di giornalista.

Durante una tournée egli aveva dato il via ad una corrispondenza con un settimanale che pubblicava i suoi pensieri e osservazioni come in un diario di viaggio all'interno della rubrica intitolata “Dal nostro invidiato speciale”.

La sua passione calcistica, in particolare per la sua squadra del cuore ovvero la Roma, lo spinse a cimentarsi nei panni di commentatore sportivo; nel 1969 condurrà il programma sportivo radiofonico “Tutto da rifare” che veniva trasmesso il lunedì, e nel quale lo stesso Rascel commentava in modo ironico tutto ciò che si era verificato durante la domenica sportiva appena conclusasi.

Il quotidiano della capitale “Il tempo” gli dedicò una sua personale rubrica; anche Giorgio Strehler chiese la sua collaborazione come consulente per un ciclo di lezioni sulla scrittura drammaturgica che si tenevano alla scuola del Piccolo Teatro di Milano.

Anche il mondo favolistico entrò in sintonia con Rascel che divenne scrittore di favole per bambini, facendosi pubblicare dalla casa Mursia tre libri; tali scritti riscossero un discreto successo e vennero tradotti in diverse lingue.

Durante gli anni settanta egli fece incetta di successi e gratificazioni a livello personale.

“I racconti di padre Brown” insieme ad Arnoldo Foà e diretti da Vittorio Cottafavi, furono una serie di episodi per il piccolo schermo, tutti appartenenti all'omonima serie tv.

Nuovi particolari e originali motivetti musicali come “Strilla e butta”, “Il mondezzaro” e “Il consiglione” furono proposti da Rascel all'interno della trasmissione “Senza Rete” del 1972;

tali brani saranno inglobati in “D'amore si ride”, ovvero un 33 giri di musica.

Nello stesso anno rappresenta teatralmente “Il prigioniero della seconda strada” di Neil Simon, nel 1973 “Il capitano di Köpenick” di Carl Zuckmayer; egli si cimenta anche il opere di intrattenimento come “Nel mio piccolo... non saprei” del 1974 e “Farsa d'amore e gelosia” del 1976 con lo stesso Rascel e Giuditta Saltarini opposti a Francesca Romana Coluzzi e ad Arnoldo Foà.

Nel 1978 conduce “Buonasera con...Renato Rascel” in cui propone alcuni suoi memorabili personaggi e monologhi ai confini della realtà con le persone presenti tra il pubblico.

L'anno precedente egli interpretò la parte di un cieco fin dalla nascita nella serie televisiva di “Gesù di Nazareth” di Franco Zeffirelli.

Durante gli anni ottanta l'avanzare degli anni limitò i suoi impegni artistici.

Nella serie “Nemici per la pelle” egli lavorò in televisione con la Saltarini; essa fu il primo esempio di "situation comedy" italiana, trasmessa nel 1980.

Nel giugno del 1983 egli condusse “La porta magica” varietà che mise la parola fine alla sua esperienza televisiva.

Però la sua attività teatrale non si spense poiché collaborò con testi classici come Casina di Plauto, andati in scena nel teatro romano di Ostia nel 1984; egli ebbe a che fare anche con opere scritte da autori moderni quali “D'amore si ride” di Murray Schisgal, interpretato da Rascel nel 1985 in coppia con la fedele Giuditta Saltarini.

Con Walter Chiari, “nemico” sul palco ma amico nella vita, egli animò la sua ultima apparizione teatrale nel 1986 con l'opera intitolata “Finale di partita” di Samuel Beckett.

Nel 1986 a rendere omaggio al grande Renato Rascel ci pensò la televisione che gli affidò un programma costituito da 12 puntate sulla sua esistenza; “C'era una volta io... Renato Rascel” di Giancarlo Governi era il titolo di tale serie incentrata sulla vita dell'artista di origini torinesi.

Snodati in questi 12 pezzi, di un puzzle raffigurante il suo vivere, egli narra la sua storia canticchiando quello che sarà il suo ultimo brano musicale “E cammina, cammina...” composta per la sigla di coda della serie televisiva.

I Campionati Mondiali di Calcio del 1990 (conosciuti familiarmente come “Italia 90”) furono l'ultimo evento pubblico che registrò la presenza dell'eclettico artista che si esibì in alcuni suoi popolarissimi pezzi canori tra cui “Arrivederci Roma”.

Morì il 2 gennaio 1991 a Roma ed è sepolto nel Cimitero Flaminio di Roma.

Filmografia:

1942

  • Pazzo d'amore, regia di Giacomo Gentilomo

1949

  • Maracatumba... ma non è una rumba, regia di Edmond Lozzi

1950

  • Io sono il Capataz, regia di Giorgio Simonelli
  • Figaro qua, Figaro là, regia di Carlo Ludovico Bragaglia
  • Botta e risposta, regia di Mario Soldati

1951

  • Bellezze in bicicletta, regia di Carlo Campogalliani
  • Amor non ho... però... però, regia di Giorgio Bianchi
  • Napoleone, regia di Carlo Borghesio
  • L'eroe sono io!, regia di Carlo Ludovico Bragaglia
  • Fiorenzo, il terzo uomo

1952

  • Canzoni di mezzo secolo, regia di Domenico Paolella
  • Ho scelto l'amore, regia di Mario Zampi
  • Il bandolero stanco, regia di Fernando Cerchio
  • Il cappotto, regia di Alberto Lattuada

1953

  • Piovuto dal cielo, regia di Leonardo De Mitri
  • Attanasio cavallo vanesio, regia di Camillo Mastrocinque
  • La passeggiata

1954

  • Alvaro piuttosto corsaro
  • Gran varietà
  • Questi fantasmi, regia di Eduardo De Filippo
  • Il matrimonio

1955

  • Io sono la primula rossa, regia di Giorgio Simonelli
  • I pinguini ci guardano, regia di Guido Leoni
  • Rosso e nero
  • Carosello del varietà

1957

  • Rascel Fifì
  • La nonna Sabella, regia di Dino Risi
  • Montecarlo, regia di Sam Taylor

1958

  • Come te movi, te fulmino!, regia di Mario Mattoli
  • Rascel marine
  • Arrivederci Roma, regia di Roy Rowland

1959

  • Policarpo, ufficiale di scrittura, regia di Mario Soldati
  • Ferdinando I, re di Napoli, regia di Gianni Franciolini

1960

  • Un militare e mezzo, regia di Steno
  • Il Corazziere
  • Daniele nella gabbia dell'orso
  • Anonima cocottes, regia di Camillo Mastrocinque

1961

  • Gli attendenti, regia di Giorgio Bianchi
  • Mani in alto
  • Il giudizio universale, regia di Vittorio De Sica

1962

  • Tempi duri per i vampiri, regia di Steno

1963

  • Follie d'estate

1969

  • Il segreto di Santa Vittoria, regia di Stanley Kramer

1970

  • Il trapianto, regia di Steno

1972

  • Un burattino di nome Pinocchio, regia di Giuliano Cenci

1977

  • Gesù di Nazareth, regia di Franco Zeffirelli

 

Discografia

33 giri:

  • 20 aprile 1955: Renato Rascel (Odeon, MODQ 6234)
  • Novembre 1955: Renato Rascel (Odeon, MODQ 6247)
  • 1956: Renato Rascel (Carisch, MCA 28003)
  • 1957: Renato Rascel (Carisch, MCA 28011)
  • 23 giugno 1958: Evviva l'allegria (Carisch, MCA 28015)
  • 1958: Renato Rascel (Carisch, QCA 1501)
  • 1960: Le 20 canzoni di Sanremo 1960 (RCA Italiana, LPM 10068; con Nilla Pizzi, Teddy Reno e Miranda Martino)
  • 1960: "Romantica" e altre dieci canzoni di Renato Rascel (RCA Italiana, LPM 10072)
  • 1961: Enrico '61 (RCA Victor, PML 60003; album doppio)
  • 1962: Rascel show (RCA Italiana, PML 10313)
  • 1963: Welcome To Roma Mia (RCA Italiana, PML 10346)
  • 1966: Renatino (RCA Italiana serie Special, S9)
  • 1971: Alleluja brava gente (RCA Italiana, PSL 10507; con Luigi Proietti e il cast della commedia musicale)

78 giri:

  • 11 marzo 1954: Arrivederci Roma/Sole de Roma (Odeon, L 14045)
  • 1955: Vogliamoci tanto bene/'na canzone pe ffa ammore (Odeon, L 14058)

EP:

  • 1955: 2° microsolco (Odeon, DSEQ 444; Arrivederci Roma/Ho il cuore tenero/È arrivata la bufera/Merci beaucoup)
  • 3 marzo 1956: 3° microsolco (Odeon, DSEQ 503; Ninna nanna del cavallino/La samba di novant'anni fa/La bela Gigogin/Napoleone)
  • 1956: 4 canzoni per bambini...(e per adulti) (Odeon, DSEQ 504; Dove andranno a finire i palloncini/Il tango delle capinere/Ricordate Marcellino/Ninna nanna del cavallino)
  • 1956: 4 messaggi d'amore (Odeon, DSEQ 503; Vogliamoci tanto bene/L'ostricaro 'nnamurato/'Na canzone per ffa ammore/Te voglio bene tanto tanto)
  • 1957: Renato Rascel (Carisch, LCA 29014; Ho attaccato un palloncino/Poco più di niente/Fior di loto/Sotto l'archi der Colosseo)
  • 1957: Luna sanremese (Carisch, LCA 29015; Luna sanremese (È tutta colpa della primavera/Sìè fatto tardi (e mamma che dirà?)/Un po' di cielo)
  • 1957: 4 canzoni dal film Rascel-fifi (Carisch, LCA 29017; Joe Mitraglia/Con un po' di fantasia /Fa tanto caldo/Ho attaccato un palloncino)
  • 1957: Un paio d'ali (Carisch, LCA 29025; Un paio d'ali/L'uomo inutile/Non so dir "ti voglio bene"/Domenica è sempre domenica)
  • 1958: 4 canzoni di Renato Rascel (Carisch, LCA 29029; A sud-ovest delle Hawai/Caporal boogie/Il mondo cambia/Com'è bello)
  • 1960: Sanremo '60: Romantica/Strignete nu poco a mme/Dimmelo con un fiore/Ammore e sole (RCA Italiana PME 30-356)
  • 1960: Canzoni di Natale: Silent Night/Ninna nanna del cavallino/Ninna nanna piccoletta/Tu scendi dalle stelle (RCA Italiana EPA 30-390)
  • 1961: Vent'anni/...e non addio/Dopo l'inverno viene sempre primavera/Com'è bello volersi bene (RCA Italiana PME 30-478)
  • 1966: Bambino beat: Bambino beat/Quando la mamma racconta/Bambino Gesù/Facciamo i baffi al sole (Carosello LC 4008)

45 giri:

  • 1955: È arrivata la bufera/Ninna nanna del cavallino (Odeon, DSOQ 275)
  • 1956: Venticello de Roma/Con un po' di fantasia (Carisch, SCA 41008)
  • 1956: Un paio d'ali/L'uomo inutile (Carisch, SCA 41012)
  • 1957: Domenica è sempre domenica/Non so dir ti voglio bene (Carisch, SCA 41013)
  • 1957: Venticello de Roma/Domenica è sempre domenica (Carisch, SCA 41014)
  • 1957: Luna sanremese/Un po' di cielo (Carisch, SCA 41015)
  • 1958-05: Ninna nanna piccoletta/Ho nel cuore una favola (Carisch, SCA 41016)
  • 1958: Il cammelliere/Scozzese (Carisch, SCA 41017)
  • 1958: Fior di loto/Lo statale (Carisch, SCA 41018)
  • 1958: Je suis l'Apache/Guaglione (Carisch, SCA 41019)
  • 1958: Quando spunta il martedì/El toreador (Carisch, SCA 41020)
  • 1958: Indù/Detective story (Carisch, SCA 41021)
  • 1958: Lampioni di Montmartre/Je suis l'Apache (Carisch, SCA 41022)
  • 1958: Avec les anges (angeli in volo)/Accarezzame (Carisch, SCA 41023)
  • 1958: Caporal boogie/A sud-ovest delle Hawai (Carisch, SCA 41024)
  • 1958: Com'è bello/Il mondo cambia (Carisch, SCA 41025)
  • 1958: Brivido blu/Ladro di stelle (Carisch, SCA 41026)
  • 1958: Joe Mitraglia/Poco più di niente (Carisch, SCA 41029)
  • 1959: Strignete 'na poco a mme/Donna di cuori (Carisch, SCA 41032)
  • 1959: Dracula cha cha/Dimmelo con un fiore (RCA Italiana, N 0915)
  • 1959: Martinicaffé/Bip, bip, bip (RCA Italiana, N 0942)
  • 1959: 'na canzone pe' ffa' ammore/Ladro di stelle (RCA Italiana, N 0965)
  • 1960: Romantica/Dimmelo con un fiore (RCA Italiana, N 1013)
  • 1960: Ammore e sole/Strignete 'nu poco a mme (RCA Italiana, N 1014)
  • 1960: Con un po' di fantasia/Com'è bello (RCA Italiana, N 1054)
  • 1960: Arrivederci Roma/Vogliamoci tanto bene (RCA Italiana, N 1069)
  • 1960: Welcome to Roma mia/Venticello de Roma (RCA Italiana, N 1099)
  • 1960: Amare è una favola/Quel primo bacio (RCA Italiana, N 1117)
  • 1960: Con te/Con un po' di fantasia (RCA Italiana, N 1139)
  • 1961: Gridando amore/Adda' turna' (RCA Italiana, N 1178)
  • 1961: Nun chiagnere/Calda estate d'amore (RCA Italiana, PM 3009)
  • 1961: Ninna nanna piccoletta/Ninna nanna del cavallino (RCA Italiana, PM 3016)
  • 1961: La stella di Natale/Tu scendi dalle stelle (RCA Italiana, PM 3017)
  • 1961: ...e non addio/Com'è bello volersi bene (RCA Italiana, PM 3029)
  • 1961: Vent'anni/Dopo l'inverno viene sempre primavera (RCA Italiana, PM 3031)
  • 1962: Sincera/Bimba, bimba mia (RCA Italiana, PM 3165)
  • 1963: Roma nun fa' la stupida stasera/Ciumachella de Trastevere (RCA Italiana, PM 3186)
  • 1964: Magari/Non esitar (Carosello, Cl 20111)
  • 1964: T'aspetto a Roma/Tanto tanto bene (Carosello, Cl 20125)
  • 1964: Aspettando che spiova/Maria non andar via/L'orchestra di villa Balestra (Carosello, Cl 20134; disco tris)
  • 1964: Napoli fortuna mia/Qua la mano (Carosello, Cl 20135)
  • 1965: Dagli una spinta/C'era un leone/Se fossi un marziano (Carosello, Cl 20144; disco tris)
  • 1965: Costa Smeralda/Tintarella fuori porta (Carosello, Cl 20148)
  • 1967: Sapessi com'è facile/Scirocco (RCA Italiana, PM 3427)
  • 1968: Il ragazzo d'argilla/Un amore come dico io (RCA Italiana, PM 3445)
  • 1969: Con lo zigozigozzà/Arrivederci Roma (RCA Italiana, PM 3487)
  • 1970-01: Nevicava a Roma/Pardon (RCA Italiana, PM 3508)
  • 1970: Bambina dagli occhi neri/Renatino e la coscienza (Spes DC, PV 6; promozionale)
  • 1970-11: Padre Brown/Io non chiedo di più (RCA Italiana, PM 3552)
  • 1971: Un burattino di nome Pinocchio/Miracolo de Roma, (RCA Italiana, PM 3614)
  • 1971: Alleluja brava gente/Fra poco (RCA Italiana, PM 3597)
  • 1978: Sì...buonasera/Un cuore con la "K" (CBS, 6822)
  • 1980: Pillole pillole/Nemici per la pelle (CLS, MDF 027)

Programmi radiofonici:

  • Il maestrino delle dieci e tre, di Guido Leoni, Dino Verde, presenta Renato Rascel, regia di Maurizio Jurgens, programma giornaliero maggio 1961 ore 10.

Riconoscimenti:

  • Nastro d'Argento 1953
  • David di Donatello 1959: Targa d'oro

 

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