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Antonì Gaudì

Antonì Gaudì e il suo mondo

Per chi decide di recarsi nella splendida città di Barcellona, una tappa obbligata è quella nel fantastico mondo di Antonì Gaudì, il grande architetto catalano, nativo di Rues, che identifica certamente meglio di qualsiasi altro questa bellissima città spagnola adagiata sulle rive del Mediterraneo.

Nato un secolo e mezzo fa, ebbe la fortuna di vivere il periodo più fulgido della storia moderna della città, durante gli anni nei quali il governo cittadino mise in opera il più grande progetto di rinnovamento urbanistico conosciuto come Eixampla, ispirandosi al nuovo stile artistico e architettonico, il Modernismo, variante dell’Art Nouveu, che divenne lo strumento espressivo del nazionalismo catalano. La sua carriera di architetto è caratterizzata dall’elaborazione di forme straordinarie e imprevedibili, realizzate utilizzando i più diversi materiali legno, pietre grezze e laterizio con complesse lavorazioni in ferro battuto e vetro policromo, materiali da cui sapeva trarre le massime possibilità espressive.

Gaudì affermava che la sua era un arte irrazionale e che solo il grande libro della natura poteva guidare nella direzione giusta l’istinto, e la passione di un vero genio.

Addentrandoci nel cuore di Barcellona, all’inizio di Placa Reial, tra le strade che costeggiano la Rambla il famoso viale degli artisti di strada, la presenza e l’atmosfera di Gaudì si coglie già nei lampioni in pietra e ghisa che Antonì realizzò nel 1878 quando vinse il concorso indetto per l’arredo urbano della piazza del comune. In Plaça del Teatre ci si imbatte in Palazzo Guell, residenza del grande magnate Eusebi Guell, che commissionò a Gaudì la costruzione di questo edificio perché sapesse conciliare in un unico spazio gli stili più disparati, dal gotico all'egizio, dall'arabo al rococò, con il salone principale che si eleva in altezza fino al terzo piano dell'edificio ed è sormontato da una doppia cupola. Sempre per la famiglia Guell Gaudì nel 1890 realizzò anche un immenso parco, per ospitare una città giardino su venti ettari di proprietà del casato. Oggi il Parc Guell è una delle attrattive più belle di Barcellona. Venne completato tra il 1910 e il 1914 e fu aperto al pubblico nel 1922. Ricca d’atmosfera è la sala delle cento colonne, con 84 colonne dalla posizione distorta, rallegrate da mosaici in vetro e ceramica.

Tutto questo sarebbe ancora troppo poco per scoprire i segreti di un uomo così straordinario nella sue creazioni, e non potremmo capirne fino in fondo la sensibilità se non ci affacciassimo nel quartiere che più di ogni altro parla di Gaudì: l’Exaimple. Sul grande Passeig de Gracia, la via principale ricca di edifici originali e negozi eleganti si trovano due case simbolo del modernismo catalano: Casa Battlò e Casa Milà.

La prima Gaudì la realizzò nel 1904 per Josep Batllò ispirandosi completamente al mare, e tutto infatti dalla facciata agli interni, nell’aspetto e nei colori ci ricorda i fondali marini; linee ondulate mai uguali costeggiano ogni tratto della casa a partire dalla grande scala in legno, la cui bellezza e sinuosità, è stata pensata per accompagnare i gesti e i movimenti di chi vi accede. tutto l’edificio è caratterizzato dalla morbidezza dall’assenza di spigolosità, da un trionfo di luce e colori, che sfumano sulle piastrelle di ceramica dall’azzurro tenue al blu profondo. Camminando per le stanze e i saloni di casa Battlò, si ha l’impressione di essere in un altro mondo dove anche il più piccolo dettaglio risulta essenziale per il senso armonico dell’insieme. Luce, acqua, aria, gli elementi si fondono magistralmente fino a raggiungere il culmine della perfezione nella grande terrazza che sovrasta l’edificio dove, dopo aver visto il riflesso di un mare in calma sulle pareti del cortile interno, le volte magnifiche delle stanze che ricordano la cassa toracica dei grandi cetacei, si è totalmente rapiti dai comignoli misteriosi e dalla famosa croce tridimensionale che corona il palazzo.

Proseguendo per la stessa strada dopo poche centinaia di metri si incontra l’altro simbolo gaudiano, Casa Milà, meglio conosciuta come la Pedrera per via della sua facciata in pietra apparentemente grezza. Casa Milà ultimo progetto civile che Gaudì realizzò a Barcellona appare come un blocco monolitico,la facciata porosa di pietra segue il profilo delle strade, diventando arrotondata, e i balconi sono decorati da splendide balaustre in ferro battuto. La Pedrera, realizzata tra il 1906 e il 1910 è stata progettata intorno a due cortili interni che (ed è questa la vera novità), non sono rettangolari, ma ovali, con le pareti che si allargano salendo, per cercare di raccogliere tutta la luce possibile. Nella Casa Milà non c'è simmetria; le proiezioni orizzontali dei piani si differenziano l'una dall'altra, e Gaudì riesce a comporre in questo modo lo spazio eliminando i muri portanti, poggiando tutto su travi e pilastri. L'elemento più originale e straordinario però, rimane il tetto, un grande spazio percorribile, attraversato da scalette e gradini che seguono i saliscendi, vigilato da torrette e comignoli con la testa di guerrieri.

Come ultima tappa nell’itinerario nella maestria di Antonì Gaudì, troviamo la Chiesa più inusuale d’Europa, il Temple Expiatori de la Sagrada Famìlia, l’emblema di una città che ama definirsi individualista. Con più di 60 metri d’altezza domina incontrastata la città catalana e ne è uno dei simboli più significativi, quello a cui Gaudì ha dedicato l'ultima parte della sua vita, ben 16 anni, e in cui ha voluto esprimere tutta la sua arte. Nel 1883 all’artista venne affidato il compito di terminare i lavori di una cattedrale neogotica iniziata un anno prima. Gaudì modificò totalmente il progetto iniziale e fece della Sagrada Famìiìa la sfida più ardua di tutta la sua carriera.

Gaudì aveva previsto la realizzazione di tre facciate, dedicate rispettivamente alla nascita, crocifissione e resurrezione di Gesù, sette navate e diciotto torri che dovevano rappresentare Cristo, i dodici Apostoli, i quattro Evangelisti e la Vergine Maria. Oggi la Sagrada Familia è formata da due facciate(Natività e Crocifissione), dai fianchi, parte dell'abside e del transetto sinistro; il tetto, invece, manca completamente L'unica facciata terminata da Gaudì è quella della Natività, decorata da gruppi scultorei raffiguranti la nascita di Gesù, e da elementi naturalistici. Dopo la morte dell'architetto catalano nel 1926, sepolto all’interno della Cripta, i lavori continuarono, ma dovettero interrompersi durante la Guerra Civile Spagnola. La costruzione riprese nel 1952, ma sotto la guida di un altro architetto, che cambiò il progetto originale, andato perso a causa di un bombardamento durante la guerra civile.

La facciata della Crocifissione, inaugurata nel 2000, è stata realizzata dall'architetto Subirachs, che ha saputo sintetizzare le proprie idee e quelle di Gaudì, adottando, però, uno stile più moderno e meno imponente.

 

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