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Alien la clonazione

Titolo originale: Alien Resurrection

Paese: USA

Anno: 1997

Durata: 109 min, 116 min (director's cut)

Genere: azione, horror fantascientifico, thriller

Regia: Jean-Pierre Jeunet

Sceneggiatura: Joss Whedon

Interpreti e personaggi: Sigourney Weaver (Ellen Ripley), Winona Ryder (Call), J.E. Freeman (Dott. Wren), Dominique Pinon (Vriess), Ron Perlman (Johner), Gary Dourdan (Christie), Dan Hedaya (Gen. Perez), Brad Dourif (Dott. Gediman), Raymond Cruz (Sold. Distephano), Michael Wincott (Elgyn), Kim Flowers (Hillard), Leland Orser (Larry Purvis)

Doppiatori italiani: Ada Maria Serra Zanetti (Ellen Ripley), Laura Boccanera (Annalee Call), Giorgio Lopez (Dott. Wren), Fabio Boccanera (Vriess), Massimo Corvo (Johner), Andrea Ward (Christie), Bruno Alessandro (Gen. Perez), Roberto Pedicini (Dott. Gediman), Tonino Accolla (Larry Purvis)

Fotografia: Darius Khondji

Montaggio: Hervé Schneid

Effetti speciali: Alec Gillis, Tom Woodruff Jr.

Musiche: John Frizzell

Scenografia: Nigel Phelps

 

Dalla morte di Ellen Ripley (che si è suicidata perché all'interno del suo corpo ospitava un'alieno) sono passati circa due secoli; però Ripley viene clonata dagli scienziati della nave militare Auriga (appartenente ai Sistemi Uniti) per cercare di recuperare la forma aliena che stava crescendo nel corpo di Ellen per studiarla e utilizzarla per scopi bellici.

I ripetuti tentativi di clonazione di Ripley danno come risultato un clone che conserva i pensieri e i ricordi di Ellen, ma che ha sviluppato un contatto speciale con la forma aliena e ha acquisito il sangue acido e la forza fuori dal comune tipici degli Alien.

Dall'esperimento si generano diversi Alien che sfuggono al controllo degli scienziati; Ripley insieme ad un gruppo di contrabbandieri deve cercare di sfuggire alla loro furia.

A complicare la situazione si presenta uno strano legame empatico nutrito dalla protagonista nei confronti della razza xenomorfa.

Quarto e ultimo capitolo (almeno per ora) della saga aliena più famosa del mondo cinematografico.

Per quegli anni si affrontò, anche se in modo velato, un argomento che in futuro avrebbe suscitato molti dibattiti: la clonazione.

In questo film si utilizza questo processo per riportare dalla morte la protagonista in modo da poter dare la vita alla nuova razza aliena insita dentro di lei.

Dall'inizio della saga,avvenuta con il primo Alien, sono passati molti anni in cui il legame uomo-alieno (Ripley-Alien) si è andato via via evolvendo.

Inizialmente, come da logica, la sensazione che anima la protagonista nei confronti della creatura è un sentimento di paura, sorpresa e terrore.

Poi nel secondo capitolo il terrore e lo sgomento iniziano ad essere sostituiti dalla lucidità e consapevolezza di chi e cosa si sta affrontando.

Nel terzo film il coraggio e l'istinto di sopravvivenza si allineano con la consapevolezza di essere l'unico strumento di evoluzione della razza aliena.

Da una situazione iniziale di totale odio e repulsione, Ripley in questa pellicola sembra subire il fascino della stirpe aliena venendo assimilata in un processo di simbiosi in puro stile madre-figlio.

La creatura è come un “pargolo” per Ellen; questa creatura deve la sua esistenza a Ripley che l'ha conservata nel suo organismo.

Anche se appartenente alla razza umana, pur essendo una copia clonata di Ellen, la protagonista sembra a volte non capacitarsi della situazione o con chi schierarsi ma agisce solo in base al suo istinto di sopravvivenza a secondo del contesto in cui si trova di volta in volta.

Anche in quest'ultimo capitolo della saga di Alien, il tema materno viene riproposto; la regina madre a causa delle innumerevoli fasi di clonazione non genera le spore ma direttamente un essere xenofomorfo subumano; esso sorprendentemente attacca la regina e riconosce Ripley come unica madre.

La protagonista sembra non essere indifferente a questo sentimento dell'essere generato dalla regina madre; a malincuore infatti affronta quest'ultimo, uccidendolo.

Un po' sottotono rispetto agli altri Alien (anche se il declino della serie si era incominciato a percepire nel terzo capitolo, definito forse il peggiore delle quattro pellicole) il film cerca di presentarci una Sigourney Weaver sotto un'altra ottica; non è la Ripley che conosciamo,ma una figura più fredda e a tratti sembra essere anche assente dalle vicende che gli ruotano intorno.

Il personaggio ha acquisito più forza sia fisica che caratteriale sostituendo l'immagine spaventata e spaurita del tenente donna a cui eravamo abituati; sentimenti verso individui della stessa razza sembrano smorzati quasi accantonati e messi in disparte a favore dell'affetto della protagonista verso la nuova razza non umana.

Il legame con la regina madre e la sua stirpe sembra essersi saldato in modo indissolubile; l'ultima scena in cui, dal mezzo spaziale di salvataggio, Ripley intravede la Terra come un pianeta lontano fa capire che questa non è solo una distanza geografica e spaziale, ma soprattutto esistenziale perché la stessa Ripley non sembra più identificarsi nella razza umana odierna; analogo discorso si può fare per l'androide femmina Call, che non si sente per niente umana e sa che una volta giunta sul pianeta Terra non sarà facile vincere l'intolleranza verso la sua razza da parte della gran parte della popolazione terrestre.

 

 

 

 

 

 

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