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SHREK

Regia: Andrew Adamson, Vicky Jenson

Sceneggiatura: Ted Elliott, Terry Rossio

Musiche: John Powell, James McKee Smith, Harry Gregson-Williams

Anno: 2001

Nazione: Stati Uniti d'America

Produzione: UIP

 

"Once upon a time" ossia "c’era una volta", la classica frase con la quale iniziano tutte le favole che da sempre hanno fatto sognare intere generazioni, dalle quali sono stati tratti cartoni animati che nessuno può dimenticare perché oltre ad incantare con disegni perfetti e canzoncine orecchiabili, lasciavano nella loro semplicità un senso di buonismo assoluto verso ogni forma di vita animata e non. Pinocchio, Biancaneve, Lilly e il Vagabondo, hanno accompagnato per anni nel gioco e nella fantasia milioni di bambini, e pensavamo che sarebbe stato così anche in futuro,ma poi ci siamo dovuti ricredere.

Nel dicembre 2001infatti, è arrivato Shrek, e in poche settimane tutti i miti dell’infanzia sono stati distrutti e travolti dall’energia digitale del nuovo cartone firmato DreamWorks. Già perché Shrek apparentemente ha la struttura di una classica fiaba, anzi a dire il vero ne unisce più di una, prendendo anche in prestito personaggi cult come i sette nani, il lupo cattivo di Cappuccetto Rosso, ma poi elabora una trama tutta sua, stravolge con deviazioni narrative inusuali, si riempie di parodie e gag impareggiabili, e di colpo sostituisce alla morale disneyana un fervido sarcasmo, di cui forse si sentiva davvero la mancanza.

Shrek, l’orco dal cuore d’oro è tutt’altro che commovente, è scorretto, menefreghista, scandalosamente maleducato, e Chiucchino, il suo fido destriero che non supera i 50 cm di altezza, è un asino dalla parlantina soporifera, fobico e con una particolare predisposizione alla psicoanalisi.

Insieme devono salvare "il mondo delle favole" dalle mire espansionistiche di un re che abita in un immenso parcogiochi Lord Farquaad, cattivo ma affatto geniale, che sorride con il fascino di Bruce Willis ma ha la corporatura di Denny De Vito. E come in tutte le storie che si rispettino non può mancare la principessa, prigioniera nella torre di un castello sorvegliato da un feroce drago. Shrek e Ciucchino devono liberarla ma l’impresa si rivela un tantino complicata.

Fiona la povera principessa segregata, è in realtà più atletica di Lara Croft, va ghiotta di topi arrostiti e non ha certo bisogno di qualcuno che la protegga, ed il Drago è in realtà una splendida Draghessa, stanca di sentirsi sola e perdutamente innamorata dell’aitante destriero Ciucchino.

Tralasciando il resto dei particolarismi intricati della trama, Shrek, tratto dal racconto pubblicato nel 1990 da William Steig si prospetta dall’inizio come un vero evento del cinema d’animazione, poco adatto ai più piccoli ma perfetto per un pubblico adulto che ama divertirsi nel prendere in giro gli standard fiabeschi e la realtà metropolitana.

 

 

 

 

 

 

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