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Psycho

Titolo originale: Psycho

Paese:  USA

Anno:  1960

Durata: 109 minuti

Colore: Bianco e nero

Audio: sonoro

Genere: thriller

Regia:  Alfred Hitchcock

Soggetto: Robert Bloch (tratto dal  romanzo “Psyco”)

Sceneggiatura: Joseph Stefano

Interpreti e personaggi: Anthony Perkins (Norman Bates);  Janet Leigh (Marion Crane);  Vera Miles (Lila Crane);  John Gavin (Sam Loomis);  Martin Balsam (Milton Arbogast);  John McIntire (Sheriffo Al Chambers);  Simon Oakland (Dr. Fred Richmond);  Vaughn Taylor (George Lowery); Frank Albertson (Tom Cassidy);  Lurene Tuttle (Eliza Chambers);  Pat Hitchcock (Caroline); John Anderson (Charlie);  Mort Mills (Highway Patrol Officer);  Fletcher Allen (Poliziotto sul marciapiede); Francis De Sales (Officer); George Eldredge (Chief James Mitchell); Sam Flint (Officer);  Alfred Hitchcock (Uomo con cappello texano); Frank Killmond (Bob Summerfield);  Ted Knight (Guardia); Pat McCaffrie (Police Guard); Chief Tahachee (Citizen / Ned Place); Helen Wallace (Hardware Store Customer)

Doppiatori italiani: Pino Locchi (Anthony Perkins);  Lydia Simoneschi (Vera Miles);  Rosetta Calavetta (Janet Leigth);  Giuseppe Rinaldi (John Gavin);  Nando Gazzolo (Martin Balsan);  Giorgio Capecchi (John McIntire);  Emilio Cigoli (Simon Oakland);  Luigi Pavese (Frank Albertson);  Manlio Busoni (Vaughn Taylor);  Flaminia Jandolo (Pat Hitchcock);  Franca Dominici (Laurane Tuttle);  Cesare Barbetti (John Anderson);  Renato Turi (Mort Mills);  Wanda Tettoni (Virginia Gregg)

Fotografia: John L. Russell

Montaggio: George Tomasini

Effetti speciali: Clarence Champagne

Musiche: Bernard Herrmann

Scenografia: Robert Clatworthy, Joseph Hurley

 

Trama:

Marion Crane, una volta sottratti 40.000 dollari dalla società immobiliare nella quale lavora con la mansione di segretaria, decide di scappare da Phoenix; dopo circa un giorno e mezzo di viaggio in auto si ferma presso  il Bates Motel  amministrato da  Norman Bates.

Il giovane non è solo ma vive insieme alla madre che lo tratta in maniera dura e ossessiva; mentre Marion si sta facendo la doccia cade vittima dei colpi sferrati dalla madre di Norman che impugna un coltello.

Non avendo più notizie della sorella, Lila Crane chiede notizie all'amante di Marion senza però ottenere informazioni incoraggianti visto che Sam (l'amante) era ignaro della fuga della sua amata.

Grazie all'aiuto del detective Milton Arbogast, Sam e Lila si recano al Bates Motel per indagare sulla scomparsa di Marion.

Ma con loro sorpresa i due porteranno alla luce  un terribile segreto...

 

Recensione:

Con questo film il regista Alfred Hitchcock riesce a realizzare il suo capolavoro  cinematografico; una pellicola che creò una nuova complessa figura all'interno del panorama filmico : quella del serial killer.

Per la figura di Norman Bates  si è preso spunto dal personaggio realmente esistito di  Ed Gein; egli dal 1947 al 1957  fu l'autore dell'uccisione di sei persone nelle zone di La Crosse e Plainfield nel Wisconsin.

Ed Gein ispirò anche tre famosi film : “Il silenzio degli innocenti” dove è impersonato  dalla figura di Jame Gumb (conosciuto nella pellicola come  “Buffalo Bill” ed interpretato dall'attore Ted Levine), Deranged”  interpretato da  Ezra Cobb (conosciuto come  “Macellaio di Woodside” e ha le fattezze dell'attore  Robert Blossom) e  “Non aprite quella porta” (la versione del  1974) dove è impersonato dal deforme Leatherface che sotto la maschera nasconde l'attore Gunnar Hansen.

La scena dell'assassinio sotto la doccia di Marion con il passare degli anni è entrata di diritto nelle scene più memorabili che si ricordino nella storia del cinema; le coltellate inferte alla poveretta mentre si fa al doccia durano la bellezza di 22 secondi con un totale di 35 inquadrature.

L'uso del primo piano della vittima nel momento dell'aggressione trasmette in maniera ottima la sensazione di paura e angoscia che la protagonista sta vivendo; un terrore che sfocia in tormentate urla con le quali  Marion svuota, inutilmente, il proprio corpo dallo sgomento.

Nelle coltellate vibrate dall'aggressore si può scorgere la follia mescolata ad un senso di repressione  che trovano il proprio sfogo nell'infliggere dolore sul bersaglio rappresentato dalla figura femminile di turno.

L'uso della ripresa in bianco e nero accentua e valorizza ancor di più la drammaticità della scena e aggiungendo questo elemento al motivo musicale si sottofondo si ottiene un' effetto visivo e acustico che penetra l'animo dello spettatore; la scelta di non girare il film a colori, fu dettata anche per non incappare nella censura dovuta alla massiccia quantità di sangue presente nella doccia che in realtà non era plasma ma buonissimo cioccolato fuso.

Inizialmente Alfred Hitchcock voleva realizzare la sequenza dell'aggressione senza musica, ma l'ascolto da parte di  Bernard Herrmann della sua composizione musicale mutò immediatamente l'idea del regista.

Durante la preparazione pre-doccia cioè quando Marion si spoglia per collocarsi sotto il getto della doccia, si avverte un clima normale quasi a temperatura ambiente per usare un'espressione sensitiva.

Dall'inizio delle coltellate in poi, il clima e la temperatura sembrano mutare; le molteplici inquadrature della doccia che spande getti d'acqua continui infonde una sensazione di freddo innaturale.

La diminuzione di temperatura sembra introdurre il prossimo stadio di non vita che aleggia nella stanza da bagno; i toni normali avvertiti prima dell'entrata nella doccia di Marion sembrano lasciare spazio ad un' ambiente freddo e tetro tipico della morte.

Il primo piano del volto vuoto e spento nello sguardo e immutabile nei lineamenti conferisce una stato di abbandono alla vita e ci introduce in una dimensione spenta e buia in cui la logica sembra non avere senso; tutti questi elementi sensoriali  aumentano il perfetto impatto visivo con la drammaticità della scena che forse in una pellicola a colori non avrebbe contribuito al successo riscosso dal film.

La sequenza della doccia subì molti ritocchi in fase di finalizzazione  poiché nella scena incentrata sul primo piano dell'attrice  Janet Leigh, Alama Reville (moglie di Alfred Hitchcock) si rese conto che l'attrice stava respirando e ciò avrebbe minato la credibilità del decesso.

La scena della doccia, della durata di 45 secondi secondo lo storybord di Saul Bass,  impegnò gli addetti ai lavori per una settimana intera con 72 posizioni delle macchine da presa e la presenza della controfigura dell'attrice Janet Leigh.

Oltre alla scena leggendaria della doccia, il film può contare su una prova solida e magistrale dell'attore Anthony Perkins che interpretò lo psicopatico Norman Bates.

L'aspetto del bravo ma strano ragazzo viene impersonato molto bene; chi ha a che fare con lui si trova davanti un uomo mite e tranquillo che però non rassicura del tutto; qualcosa in lui non convince a pieno.

L'interpretazione è molto credibile anche quando Norman Bates si trova ad ubbidire alla madre perché succube del suo carisma autoritario e inflessibile; anche se forse la sua genitrice è la persona che odia più al mondo è allo stesso tempo l'unica che lo comprende e lo protegge dall'iniquità  del mondo esterno.

Malvagità che la madre ha saputo inculcare nella flebile mente di Norman sotto forma di fattezza femminile; infatti è colpa della madre se la fragile mente del povero Norman riconosce nelle donne, soprattutto in quelle attraenti,  un pericolo da eliminare prima che la situazione diventi ingestibile.

Questa convinzione si incrementò ulteriormente in Norman dopo l'uccisione della madre e del suo amante avvenuto con l'uso della stricnina; egli cominciò a uccidere donne indifese perché pensava che la cosa avrebbe fatto piacere alla sua defunta mamma ma soprattutto avrebbe compensato il rimorso del duplice omicidio commesso.

In Norman convivono due personalità distinte, quella della madre e la sua; la facciata che si presenta dinnanzi alla gente è quella di Norman Bates, timido e introverso  gestore di un motel ma quando l'istinto omicida prende il sopravvento della personalità, alla parrucca e agli abiti indossati dal ragazzo  si aggiunge la mente disturbata della madre di Norman.

L'arrivo di Marion Crane al Bates Motel secondo la sceneggiatura era arricchito da un violento temporale; Hitchcock però si accorse della presenza della Luna sullo sfondo quindi con il lavoro degli attrezzisti la nascose, con l'ausilio di tendaggi scuri e pertiche, a seconda dello spostamento della stessa.

Tra le possibili candidate al ruolo di Marion Crane insieme a Janet Leigh vennero prese in considerazione anche Piper Laurie, Lana Turner, Eva Marie Saint, Marta Hyer, Shirley Jones e Hope Lange.

Nel 1992 la pellicola è stata scelta per la conservazione nel National Film Registry della Biblioteca del Congresso degli Stati Uniti; nella trasposizione italiana non si sa la ragione per cui la lettera “H” sia stata tralasciata.

Mentre si girava il film, come titolo provvisorio e non definitivo alla pellicola fu dato il nome di “Production 9401” o “Wimpy” in onore a Rex Wimpy, cameraman della seconda unità.

Il film fu un tale successo all'epoca da fruttare ben 40.000.000 $ se si pensa che ne furono spesi “solo” 800.000 $; per risparmiare in costi e tempo, Hitchcock si avvalse dello stesso team che si occupava della regia e della realizzazione della serie  tv “Alfred Hitchcock Presenta”.

Breve apparizione del regista nel film nel ruolo di un passante con in testa un cappello da texano che capita difronte  alla società per la quale lavora Marion Crane.

La scelta di far morire la protagonista dopo poco tempo dall'inizio del film era inusuale per l'epoca, ma ebbe il buonissimo effetto di cogliere di sorpresa e lasciare di stucco il pubblico, cosa essenziale per  un thriller d'alto livello che si rispetti; una piccola curiosità : il film fu la prima pellicola in cui si poté vedere all'azione lo scarico di un  wc.

Il film fu omaggiato anche da un puntata della famosissima serie “La signora in giallo” in cui  compare Casa Bates; nell'episodio intitolato “La casa delle tenebre” (titolo originale “Incident in lot 7”) e in cui avviene un omicidio quasi identico a quello della pellicola, sarà proprio Casa Bates a ispirare Jessica Fletcher per la risoluzione dell'omicidio su cui si incentra l'episodio.

Essendo Norman Bates appassionato impagliatore di volatili, si potrebbe pensare ad un subliminale messaggio del regista per la pellicola dal nome “Gli uccelli” che uscì al cinema dopo tre anni dalla realizzazione di Psyco.

Nella scena finale del film, la sovrapposizione del volto sorridente di Norman con il teschio della madre fu una delle prime tecniche di suggestione per trasmettere terrore e angoscia al pubblico.

 

Il libro “Psyco”,  scritto da  Robert Bloch,  si differenzia dal film di Hitchcock per alcune peculiarità :

Norman Bates e Marion  nel film consumano la cena  nel retro dell'ufficio mentre nell'opera di Robert Bloch  la scena si svolge nel  salottino sul retro del motel.

A differenza del film in cui Marion cambia una sola volta la macchina, nel libro il cambio avviene due volte.

Marion nella pellicola firma la stanza del motel con lo pseudonimo di Marie Samuels mentre nel libro con il nome di Jane Wilson.

Lo svolgimento della vicenda avviene in Arizona mentre sulle pagine del libro la vicenda si snoda in Texas.

Nel libro Marion Crane si chiama in realtà Mary Crane.

All'arrivo del detective Arbogas al motel, nel film non c'è nessuno mentre nel libro è presente una coppia.

L'indizio che conferma a Lila Craene il passaggio di sua sorella Marion al Bates Motel, nel libro è  un orecchino insanguinato mentre nel film è una carta con la scritta “40.000$”.

Anche la somma sottratta da Marion alla società differisce da pellicola a libro; nella prima la cifra è 40.000$ e nella seconda è 400.000$.

Sam e Lila nel film ottengono la stanza 10 quando pernottano al Bates Motel mentre nel libro il numero della camera è il 6; infatti nel film la stanza vicino all'ufficio è la numero 1 mentre nel libro è la 6.

Le personalità di Norman Bates nel film sono quelle di lui e della madre mentre nel libro sono addirittura tre perché alle precedenti due si aggiunge quella di Norman da bambino.

Il personaggio estetico e caratteriale di Norman è differente nel libro; nel film è un ragazzo delicato e alto mentre nel libro è tozzo e non è un ragazzo ma un uomo di mezza età dedito all' alcool.

La crudezza degli omicidi è differente perché nel film sia Marion che il detective Arbogas vengono accoltellati mentre nel libro Marion viene decapitata nella doccia e ad  Arbogas viene tagliata la gola con un rasoio.

 

Notizie sul film si possono trovare su diversi libri come “Il cinema secondo Hitchcock” di François Truffaut pubblicato da “Pratiche Editrice” nel 1989 (traduzione italiana di “Le  cinéma selon Hitchcock”  del 1967) e  “Come Hitchcock ha realizzato Psycho” di Stephen Rebello pubblicato da “Il Castoro” Milano nel 2008.

 

Cinematograficamente Psyco ebbe tre seguiti :  Psycho II (Psycho II) (1982),  Psycho III (Psycho III) (1986),  Psycho IV (Psycho IV: The Beginning) (1990); da Psyco si realizzò un film TV dal  titolo“Il motel della paura” (1987) e nel 1998 si girò un remake del primo film della saga dal titolo “Psycho” che vedeva Vince Vaughn impegnato nel ruolo di Norman Bates.

 

Premi:

1 Golden Globe 1961: miglior attrice non protagonista (Janet Leigh)

4 nominations ai Premi Oscar 1961

 

 

 

 

 

 

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